Miur, presentato nuovo Programma Nazionale per la Ricerca (PNR): 6,3 miliardi in sette anni

di Francesco Cannnone

Rilanciare l’Italia rilanciando la ricerca. (Francesco Cannone)

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Favorendo la crescita del numero, dell’autonomia, delle professionalità e capacità progettuali dei ricercatori italiani, avviando Grandi Progetti Nazionali di innovazione per tradurre le specializzazioni territoriali in programmi nazionali, allineando pubblico e privato per favorire il trasferimento non solo di tecnologie e brevetti, ma anche di persone, competenze e conoscenze, incentivando l’innovazione e l’industrial leadership sostenendo l’inserimento di ricercatori nelle imprese, la ricerca industriale e le reti di collaborazione della ricerca. Sono alcuni degli obiettivi che si prefigge il nuovo Programma Nazionale per la Ricerca (PNR), progettato pensando ai fondi europei e illustrato Venerdì scorso in Consiglio dei Ministri dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza.
 Il nuovo PNR, che si vuole trasformare da triennale a settennale (2014-20) per allinearsi con il Programma Quadro Europeo Horizon 2020, è il frutto di un’ampia consultazione portata avanti dal MIUR in collaborazione con il MISE (Ministero dello Sviluppo Economico), che sta coinvolgendo tutti gli stakeholder maggiori, pubblici e privati, centrali e regionali, raccogliendo finora 2.145 manifestazioni di interesse. Il Programma è il risultato di un impegno di ascolto, coordinamento e internazionalizzazione che punta a definire un sostanziale cambio di rotta rispetto alle politiche degli ultimi anni, con l’obiettivo di rimettere il sistema della ricerca al centro dei meccanismi di creazione di ricchezza culturale, sociale ed economica del Paese. 
Il Programma identifica un piano d’azione attento alle maggiori sfide poste dalla società contemporanea, come identificate a livello comunitario e declinate a livello nazionale. Le societal challenges individuate sono quindi undici: Scientific and cultural progress (Progresso Scientifico e Culturale); Health, demographic change and wellbeing (Salute, cambiamenti demografici e benessere); European Bio-economy Challenges (Bio-economia europea); Secure, clean and efficient energy (Sicurezza, efficienza e sostenibilità energetica); Smart, green and integrated transport (trasporti ecologici, intelligenti ed integrati); Climate action, resource efficiency and raw materials (azioni sul clima, sulle risorse efficienti e sui materiali grezzi); Europe in a changing world – inclusive, innovative and reflective societies (rapporto con l’Europa in un mondo in continua evoluzione); Space and astronomy (Spazio e astronomia); Secure societies – protecting freedom and security of Europe and its citizens (sicurezza dell’Europa e dei suoi cittadini e tutela della loro libertà); Restoring, preserving, valuing & managing the European Cultural Heritage, Creativity (tutela e valorizzazione del patromonio culturale europeo); Digital Agenda (Agenda Digitale)..

 

Queste sfide, secondo il nuovo approccio metodologico ispirato all’impostazioe europea, andranno affrontate con gli strumenti idonei, chiamati dal PNR anche “Fattori Abilitanti”, cioè gli strumenti che concretamente realizzeranno il Piano e che in definitiva andranno sviluppati ed impiegati dai soggetti, sia pubblici che privati, portatori di interessi (gli stakeholder).

Tre sono gli assi prioritari sui quali il Programma si muove: lo sviluppo e l’attrazione di capitale umano altamente qualificato, da inserire nel tessuto produttivo del Paese; l’identificazione di un numero limitato di importanti progetti tematici (con il corredo delle rispettive infrastrutture) a forte impatto sul benessere dei cittadini; la promozione, anche attraverso il trasferimento di conoscenza e competenze, della capacità d’innovare e di competere da parte del sistema delle imprese, in particolare delle piccole e piccolissime.

Il MIUR prevede di investire circa 900 milioni di euro l’anno (6,3 miliardi in sette anni) per la realizzazione del Programma. A questi si aggiungeranno le risorse destinate al PNR dagli altri Ministeri o Enti finanziatori.

Entro 60 giorni dall’approvazione del PNR da parte del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE), comincerà la fase operativa con la costituzione dei Comitati di Programma (CP) specifici per ciascuna linea di intervento, formati da rappresentanti dei principali enti pubblici e privati partecipanti a quell’intervento, in primo luogo le Regioni, che ne definiranno linee guida e programmi.

(fonte: terza-pagina.it)