In Parlamento a diciotto anni

di Anna Laudati

Ls stagione del riformismo prevede anche lo svecchiamento delle Camere (di Alessandra Alfonsi)

costituzione_coonvegno_250x254._ale.jpgMercoledì 14 aprile presso la sala Regina della Camera dei Deputati si è svolto il convegno "Una giovane Costituzione - eleggibilità e partecipazione giovanile dal 1948 ad oggi", promosso dal Ministro della Gioventù Giorgia Meloni per rilanciare l’idea di abbassare l’età per essere eletti equiparando l’elettorato attivo a quello passivo, come accade già in molti paesi dell’Unione Europea. Alla presenza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, introdotta dai saluti dei Presidenti della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, e del Senato, Renato Schifani, il Ministro ha promosso il dibattito sul tema: "I giovani, la politica e le proposte di equiparazione tra elettorato attivo e passivo", al quale hanno partecipato Fausto Bertinotti, Italo Bocchino, Donato Bruno, Anna Finocchiaro e Michele Vietti.

 L’idea di equiparare l’elettorato attivo a quello passivo era stata lanciata dal Ministro Giorgia Meloni a mezzo stampa proprio in questa settimana e sostenuta nuovamente nel corso del convegno alla Camera: «La bozza e' un punto di partenza, non di arrivo - osserva il ministro Meloni - Aggiungo che lo stesso presidente Silvio Berlusconi si è più volte detto favorevole all'equiparazione. Inoltre il convegno di oggi dimostra che si tratta di una proposta condivisa e non di parte. Personalmente resto convinta del principio per cui se si è in grado di votare si è anche in grado di essere votati».

Finora, infatti, questo progetto ha ricevuto molti consensi soprattutto in considerazione dell’alta percentuale di astensionismo registrata nelle ultime elezioni amministrative, una delle più basse percentuali di partecipazione al voto mai registrata nella storia della Repubblica «L'idea di abbassare l'età per essere eletti, oggi rilanciata sulla stampa dal ministro Meloni, è sicuramente interessante. In molti paesi per essere deputati bastano 18 anni: dal Regno Unito alla Germania. La maggiore età coincide con la possibilità di assumere la massima responsabilità politica del Paese. Può essere uno strumento utile per riavvicinare i giovani alla politica». A proporla poi è stata il Ministro più giovane che la Repubblica Italiana abbia mai avuto: ha soli 31 anni è stata eletta Ministro della Gioventù con alle spalle una forte militanza attiva nel quartiere romano della Garbatella.

Dai dati però pubblicati sul Rapporto Giovani 2008 – I giovani nella società e nella politica – il 59% dei giovani si informa della politica almeno una volta alla settimana con differenze regionali e di genere, mentre il 16,6% si informa meno di una volta a settimana ed il 24% non si informa mai. La percentuale di coloro che non si informano varia dal 18,3% del Nord Ovest al 32,1% del Sud. Contrastanti sono anche le opinioni di alcuni giovani che abbiamo intervistato: Fabio, prossimo a compiere l’età di diciotto’anni, si dichiara favorevole al progetto della Meloni, perché interessato a intraprendere un cammino politico attivo “Nella zona dove abito i miei amici più grandi hanno appena votato per rappresentati politici che sono anagraficamente più anziani dei miei genitori…Sarebbe invece più interessante non solo partecipare più attivamente, ma rappresentare veramente molti giovani italiani”, mentre Daniele non è favorevole a questo progetto “Voto da dieci anni, sono disoccupato e lavoro come cameriere in ristorante: non mi sento rappresentato da chi è più grande di me e non credo che siano in grado di farlo i ragazzi di diciotto anni”.