Giovani e “Volontariato ambientale": intervista a Fabrizio un giovane romano cofondatore del gruppo Giardinieri Sovversivi

di Ermenegilda Langella

Negli ultimi tempi stanno nascendo su Facebook e non solo una serie di gruppi volti al volontariato ambientale. Sono per lo più giovani che decidono spontaneamente di riunirsi in un’area devastata della città per il recupero della stessa: ripuliscono l’area dall’immondizia e ripristinano ex aiuole devastate dall’incuria e dall’incivilltà. (Ermenegilda Langella)

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Questi gruppi hanno nomi a dir poco fantasiosi che riescono sicuramente ad attirare l’attenzione, come i “Friarielli Ribelli” di Napoli o i “Giardinieri Sovversivi Romani” o ancora i “Badili Badola” di Torino per non parlare degli anonimi individualisti, come il giardiniere misterioso di Portici che pochi mesi fa mise a nuovo, in una sola notte, un’area verde con tanto di nuovi alberelli e piante.

E intanto crescono le iniziative come quella del quotidiano il Mattino “Adotta un’isola verde” che, partita a luglio, ha già avuto centinaia di risposte favorevoli in tutta Napoli e provincia e che consiste nel prendersi cura di un’area verde vicino casa con il solo compenso di vedersi riconoscere una targa col proprio nome in quello spazio. Esiste inoltre il gruppo facebook “Ripuliamo Napoli” che ha fissato il 19 settembre come data deputata al raduno di tutti i gruppi volontari per pulire Napoli. 

La cosa più assurda è che queste persone incorrono spesso in multe e sanzioni e per quanto la loro azione sia istintivamente presa come un qualcosa di assolutamente positivo per la città ed il bene comune, non sempre sono visti di buon occhio e ci sarebbero gli estremi legali per bloccare tali azioni con tanto di denuncia. Questo è il motivo per cui spesso agiscono di notte e nell’anonimato più totale, anche se alcuni (Friarielli ribelli) “entrano in azione di giorno, assumendosi il rischio di multe” (D di Repubblica del 20 agosto ’11). 

La nascita di questi gruppi è un segno assolutamente positivo e significativo di quella che è la volontà dei cittadini di riprendersi le città, di farne luoghi dignitosamente vivibili non aspettando che la soluzione dei problemi provenga da amministrazioni spesso devastate ed incapaci, ma agendo in prima persona per il proprio e altrui bene, intensificando un senso di civiltà comune che è una ricchezza immensa per tutti. Allo scopo di cercare comprendere meglio cosa spinge questi gruppi di giovani a riunirsi e qual è la motivazione alla base di questo nuovo movimento politico-ambientalista, abbiamo intervistato Fabrizio, un giovane romano cofondatore del gruppo Giardinieri Sovversivi. 

Come e quando nascono i Giardinieri Sovversivi Romani?
I Giardinieri Sovversivi Romani nascono per rilanciare la Guerrilla Gardening a Roma, esperienza che aveva dei precedenti purtroppo morti quasi sul nascere. Aiutati dal diffondersi di Facebook è stato invece facile per noi riunire persone che più o meno autonomamente avevano già sperimentato azioni di G.G., alle quali si sono aggiunti molti curiosi, artisti, musicisti ecc.. I fondatori sono quasi tutti architetti o giardinieri veri e propri. Successivamente si sono aggiunte persone dai 18 ai 60 anni che svolgono ogni tipo di lavoro.

Qual è lo spirito del gruppo?
Il gruppo si riunisce in piccole assemblee che finiscono sempre con cene molto allegre. Pur essendo un gruppo che effettua azioni politiche, lo spirito è molto diverso da chi fa politica di mestiere. A noi piace sopratutto condividere la gioia dello stare a contatto con la natura quindi può capitare che, tra un'azione e un'altra, si facciano biciclettate di gruppo, trekking, campeggi in montagna. 

Quanti componenti ha?
Su facebook siamo seguitissimi con quasi 2000 fan, ma in realtà le azioni vengono organizzate e portate avanti da un nucleo ristretto di una trentina di persone, alle quali di volta in volta si aggiunge qualcun altro.

Dove opera?
Operiamo sopratutto nel territorio di Roma, anche se in occasioni eccezionali siamo andati molto lontano, per esempio abbiamo fatto un'azione a L'Aquila durante una manifestazione di cittadini che chiedevano di poter riavere la loro città distrutta. 

Ha contatti con gli altri gruppi volontari italiani?
Stiamo in contatto con quasi tutti i gruppi italiani e anche con qualche gruppo europeo, tanto che stiamo pensando di organizzare una grande giornata nazionale del Guerrilla Gardening per conoscerci di persona e lavorare assieme. Forse siamo stati di esempio per qualche gruppo, ma sopratutto nell'utilizzo giocoso di Facebook che ha portato molta simpatia e consenso attorno a noi. 

Quali sono le azioni più significative messe in campo fino ad oggi?
Abbiamo fatto aiuole un po' ovunque in città, personalmente ho un forte ricordo della composizione a forma di barca sul lungotevere dedicata alla Flottilla umanitaria attaccata dall'Esercito Israeliano e quella che abbiamo realizzato con la famiglia dei piccoli rom morti nel rogo di Tor Fiscale. 

Pensate di essere stati da esempio per il comune, per i cittadini o per la nascita di altri gruppi simili? Avete mai avuto problemi legali per le vostre incursioni?
Il comune ci ha fondamentalmente ignorati, quindi non ha ne represso le nostre azioni che paradossalmente in alcuni casi potevano essere al limite della legalità anche se stavamo facendo solo aiuole in spazi degradati, né ci ha mai ringraziato. Tanti singoli cittadini ci hanno aiutato anche se purtroppo in pochi hanno avuto la costanza di andare ad annaffiare le aiuole create. Invece sono nate delle belle collaborazioni con tanti comitati di quartiere, centri sociali e culturali. Insomma piacciamo di più a chi fa politica dal basso sul territorio piuttosto che alla politica istituzionale.