L’Associazione Studenti napoletani contro la Camorra ritwitta #occupyscampia

di Katia Tulipano

A ServizioCivileMagazine Simone Scarpati, Presidente dell’associazione Studenti napoletani contro la Camorra, attiva nella lotta non-violenta alla criminalità organizzata soprattutto nelle scuole, parla del neonato movimento #occupyscampia. (Katia Tulipano)

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Nei giorni scorsi da un tweet lanciato dalla deputata campana Pina Picierno ha preso corpo un movimento. E la Rete si è data appuntamento per oggi alle 17 a Scampia, per occuparla! C’è chi critica #occupyscampia come una bufala mediatica e chi lo considera un evento senza precedenti. A ServizioCivileMagazine Simone Scarpati, Presidente dell’associazione Studenti napoletani contro la Camorra, attiva nella lotta non-violenta alla criminalità organizzata soprattutto nelle scuole, parla del neonato movimento #occupyscampia.

 

#occupyscampia. Cosa ne pensi?
L'Associazione Studenti Napoletani Contro la Camorra è favorevolea questo movimento partito dalla Rete. #occupyscampia è nato spontaneamente sul web dall’incontro di tante persone che avvertono la stessa esigenza: riprendersi un pezzo di Italia da troppo tempo abbandonato a se stesso dalle istituzioni. Le forme di resistenza alla criminalità organizzata possono essere molteplici: #occupyscampia è una di queste forme. Siamo con gli organizzatori e con tutti quelli che domani intenderanno scendere in piazza.

I social network e la lotta alla criminalità organizzata. Strumenti di sostegno o di strumentalizzazione?
Nel caso di #occupyscampia i social networks hanno giocato un ruolo estremamente fondamentale. Basti pensare che il tutto è partito da un semplice tweet! Considerata la portata attuale del movimento credo che organizzarsi tramite il web, scambiare idee tramite il web non sia assolutamente deleterio. Anzi. Mi è venuta in mente un'espressione a riguardo. Ho pensato ad una sorta di "Anticamorra 2.0". Voglio dire: parte il tweet, un gruppo di persone si organizzano e il 3 febbraio scendono in piazza per dimostrare che il territorio di Scampia appartiene agli onesti cittadini e non alle famiglie camorristiche. Il tutto con una velocità che solo la Rete riesce a fornire. Cosa può esserci di sbagliato?

Da presidente di un’associazione attiva nella lotta non-violenta alla camorra come valuti la reazione negativa ad #occupyscampia delle realtà associative che operano a Scampia?
Non giudico le reazioni di alcune realtà locali che hanno visto il movimento sotto una cattiva luce. Quello che penso, però, è che un movimento come #occupyscampia non nasce con lo scopo di sostituirsi alle organizzazioni che lavorano duramente ogni giorno per affermare la legalità su un territorio come Scampia, né intende rivoluzionare questo tipo di lavoro. Ritengo che il movimento possa essere il volano di questo lavoro e in un certo senso completarlo. E' oggettiva la velocità con cui il tutto è stato messo in piedi. Internet è un grande strumento, lo sappiamo ormai. Perché non utilizzarlo anche per la lotta non-violenta alla criminalità organizzata? Con questo non sto dicendo che l'anticamorra si possa fare da dietro un monitor. Non lo penso. E' necessario il lavoro sul campo, deve esserci inderogabilmente. #occupyscampia non è un fenomeno da mettere all'indice è un fenomeno da analizzare e da cui imparare.

E la denucia di (R)esistenza Anticamorra che vede in #occupyscampia solo una  bufala mediatica?
Non ho gli strumenti per capire se il fine di #occupyscampia sia unicamente di carattere mediatico. Quello che so è che Scampia attraversa un momento difficile, un momento in cui si riaccendono le faide tra clan. Una manifestazione come quella organizzata da #occupyscampia lancia un messaggio forte e positivo. Dimostra che i cittadini onesti sentono che la terra in cui vivono appartiene a loro e non intendono lasciarla alla camorra. Staremo a vedere che cosa accadrà di qui a poche ore (la manifestazione è alle 17,00).