“Le borse di studio non siano crediti a lungo termine”. Gli studenti beneficiari scrivono all'A.Di.S.U. Federico II: “Anzitutto, chiarezza e trasparenza”

di Francesco Cannone

“I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”, recita l'articolo 34 della Costituzione Italiana. La Repubblica rimuove gli ostacoli che lo impediscono, sta scritto sempre sulla Carta, all'articolo 3. Ma la realtà è un'altra. A raccontarla sono gli studenti che la subiscono. (Francesco Cannone)

borse_di_studio Garantire il diritto allo studio. Non comprimerlo. Questo dovrebbe essere il compito dello Stato. Strumento principale: la borsa di studio. Eppure, ogni anno per il diritto allo studio universitario l'Italia stanzia sempre meno, per il 2011/12 appena 332 milioni di euro destinati a circa 130mila beneficiari, contro i 2 miliardi di euro impiegati da Germania e Francia a favore di 550mila borsisti e i quasi 900 milioni degli spagnoli per più di 235mila giovani.

E se anche si ammettesse che ad essere realmente bisognosi e meritevoli della borsa di studio fossero solo coloro che l'ordinamento giuridico riconosce come “idonei”, in varie Regioni dello Stivale, soprattutto al Sud, alte percentuali di studenti subiscono una beffa tutta particolare: essere considerati “idonei”, bisognosi e meritevoli, “ma non beneficiari”, per mancanza di copertura economica.

E' la situazione di Sara, studentessa napoletana, che 2 giorni fa ha deciso di scrivere una lettera al Presidente del Consiglio Mario Monti, al Ministro Profumo, al Presidente della Regione Campania Caldoro e all'Assessore Trombetti, per denunciare apertamente la violenza subita: “Mi avete scippato il futuro. Anche 1750 euro possono cambiare l’anno a qualcuno, non so se potete realmente realizzarlo. Stamattina ci siamo svegliati con questa buona notizia: niente borsa di studio, arrangiatevi! Una semplice informazione, molto pratica: ora che mi avete tagliato la speranza di una borsa di studio pari quasi alla metà del mio reddito annuo, come pensate che io possa arrangiarmi?”.

“Una lettera sentita e che fotografa la realtà e noi ne sappiamo qualcosa, purtroppo”, commenta Angelo Razi sul gruppo facebook “Borsisti ADISU Federico II”, nato il 24 gennaio dall'idea di riunire in un'unica piattaforma gli studenti di tutte le Facoltà dell'omonimo ateneo “alle prese - ricorda il primo post del gruppo - con la mitologica ADISU”.

L'A.Di.S.U. (Azienda pubblica della Regione Campania per il Diritto allo Studio Universitario) Ateneo "Federico II" è un organismo istituito con Legge Regionale n. 21 del 03/09/2002 allo scopo di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono agli studenti capaci e meritevoli (iscritti all'Università degli Studi di Napoli "Federico II") l'accesso e la frequenza ai corsi universitari e post-universitari, fornendogli borse di studio, alloggi nelle case dello studente, ristorazione tramite esercizi convenzionati all'interno e nei pressi delle facoltà. Sempre solo sulla carta, stando ai commenti sul gruppo Facebook: “Fosse per l'A.Di.S.U. avrei già dovuto abbandonare gli studi da anni!!!”

Il punto nodale della discussione sul social network è la mancata erogazione (parziale o totale) dei fondi destinati agli studenti per gli anni accademici 2010/11 e 2011/12, nonostante ciò sia già accaduto in altri atenei locali.

Da qui l'idea di “un'azione collettiva”, concretizzatasi nella seguente email inviata al dott. Giuseppe Pagliarulo, direttore amministrativo A.Di.S.U. Federico II, da Angelo Razi: “Si spera, forse vanamente, che Pagliarulo ci risponda. Che Monti e Profumo si degnino di leggere, mi sembra, ahimé, ancor più utopico”.

Il messaggio chiede chiarezza e trasparenza rispetto a meccanismi “eufemisticamente oscuri” e ai “templi biblici” squilibrati anche rispetto a quelli degli altri atenei locali, qualifica la situazione attuale come “stridente con il principio di garanzia di diritto allo studio di cui l’A.Di.S.U. è portatrice”, sostiene che rendere la borsa di studio “un mero credito a lungo termine” va a sminuire fatalmente la sua funzione originaria di materiale sostegno allo studente, critica i rappresentanti “evanescenti” degli studenti e l'atteggiamento di impiegati e dirigenti. Infine, domanda il perché dover arrivare a scrivere per avere chiarimenti in materia.

 

A voi il testo. 

Gentile dott. Pagliarulo,

Le scrive uno studente dell’Università Federico II, solo per ciò che riguarda l’aspetto materiale della cosa: consideri come autore della seguente missiva un numero corposo di persone, composto da chi, come alcuni di noi, condivide le proprie esperienze su un gruppo Facebook denominato “Borsisti ADISU Federico II” e da chi, volontariamente o meno, si limita ad attendere il destino legato alle Borse di Studio, privilegio e responsabilità che l’ADISU vanta nei confronti degli studenti e del loro diritto allo studio.

Giorno dopo giorno, ci si impegna per raggiungere una formazione adeguata che possa garantire il conseguimento dei propri obiettivi e si percorre una strada che porta al futuro, passando da un glorioso Ateneo come il nostro; questo percorso non sempre è lineare, è possibile trovare diverse asperità lungo il cammino, che variano a seconda dell’esperienza personale di ognuno di noi: fine ultimo di un’azienda come l’ADISU è proprio quello di fornire agli studenti i mezzi e le condizioni per poter operare con meno disagi possibili, finanche a livello economico.

La situazione attuale è sotto gli occhi di tutti, conosciamo bene le difficoltà economiche che caratterizzano la nostra epoca e, ad oggi, chiedere che le agevolazioni per gli studenti siano le stesse di pochi anni fa rappresenterebbe un discorso sterile e miope: l’interesse acché si possa usufruire dei benefici, nei limiti delle possibilità dell’Azienda, è indubbiamente invariato, ma allo stesso tempo è determinato dalla consapevolezza che c’è stato un sostanziale mutamento dei presupposti, che comporta un inevitabile cambio di regime.

Tuttavia, ciò non modifica il principale intento del nostro mobilitarci: chiediamo chiarezza, ci sono punti a noi oscuri sulle erogazioni dei benefici degli anni passati, che sono un nostro diritto attuale, perché per molti di noi la carriera universitaria è ancora in atto; la cadenza delle erogazioni per altri Atenei napoletani è più frequente, a cosa è dovuto tale squilibrio? I tempi dell’Ateneo fridericiano sono oggettivamente biblici, tale situazione non è stridente con il principio di garanzia di diritto allo studio di cui l’ADISU è portatrice?

Come detto, la funzione della BdS è quella di agevolare da un punto di vista economico il beneficiario, fornendo a quest'ultimo un supporto materiale per svolgere il proprio lavoro quanto più serenamente possibile; le BdS con il passare del tempo vengono erogate sempre più a singhiozzo e gli arretrati si accumulano con una semplicità disarmante, basti pensare che nel 2012 sono stati emessi mandati di pagamento, in maggioranza inerenti ad anni precedenti, solo nel mese di dicembre, in seguito al CdA del 19/12/2012: rendere la BdS un mero credito a lungo termine non va a sminuire, se non ad annullare completamente, la sua funzione originaria di sostegno all'attività dello studente?

E se il problema verte sul fatto che i fondi stanziati a tal fine debbano seguire un iter burocratico che non è nelle competenze dell'ADISU, come si comporta l'Azienda stessa nei confronti di istituzioni come la Regione? Ci sono richieste di solleciti per sopperire a tale situazione? È lecito per gli studenti attendersi una maggiore chiarezza nei propri confronti per conoscere anche di tali questioni, magari rendendo pubblica la posizione dell'ADISU, per spazzare via ogni possibile dubbio a riguardo?

Abbiamo un solo quesito inerente alle BdS 2012/2013 e riguarda l’entità dei fondi stanziati dalla Regione Campania: negli anni scorsi nel bando di concorso inerente ad ogni anno accademico era indicato l’importo dei fondi, è possibile sapere quest’anno a quanto ammonta?

Perché siamo dovuti arrivare a scriverLe per avere chiarimenti in materia? C’è il continuo scrollarsi le spalle di impiegati addetti al ricevimento del pubblico (effettivamente incolpevoli), un atteggiamento di chiusura dei Dirigenti dell’ufficio Amministrativo di Via Acton che come unica risposta alle nostre domande ci hanno semplicemente ricordato che loro non ricevono il pubblico e, soprattutto, dei Rappresentanti degli studenti a dir poco evanescenti, se non per le interviste in ragione dell’aumento della tassa regionale, e che hanno dimenticato il senso della funzione per la quale sono stati eletti; qualche riga più su scrivevamo di un glorioso Ateneo, Le chiediamo, se può, di difendere il buon nome della Federico II per quel che Le compete, così come noi studenti cerchiamo di lavorare per un futuro radioso, speranzosi di poter orgogliosamente affermare di provenire dal miglior Ateneo d’Italia, in un giorno nemmeno troppo lontano.

Con osservanza