Napoli. Giovane giornalista schiaffeggiato dal Comandante della Polizia Municipale

di Anna Laudati

Le istituzioni tacciono; le associazioni, i cittadini e i giovani napoletani insorgono, anche sul web! (di Monica Scotti)

schiaffo20al20cronista2.jpg“Napoli, venerdì 5 dicembre 2008, un giovane giornalista viene contattato dall’Ufficio stampa della Polizia Municipale: il comandante vuole vederlo per discutere di un articolo che non ha gradito. Il giovane va all’appuntamento accompagnato da due colleghi, anche loro convocati dal comandante, presto inizia a sentirsi nervoso e fa bene.

Una volta messo piede nell’ufficio il capo dei vigili urbani partenopei gli lascia solo il tempo di poche battute: è arrabbiato, non vuole stringergli la mano, gli fa consegnare un documento, poi, inaspettatamente…lo prende a schiaffi”. Non è la sceneggiatura di un nuovo film d’azione sul giornalismo d’inchiesta, non è l’ennesimo affresco cinematografico sulla bella Napoli e le sue brutture.

E’ la cronaca (riportata puntualmente in una denuncia) di quanto è accaduto venerdì scorso ad Alessandro Migliaccio, giornalista professionista e redattore del quotidiano Il Napoli (gruppo Epolis), colpito con un pesante ceffone da Luigi Sementa, ex carabiniere e neo-comandande della Polizia Municipale del capoluogo campano. Migliaccio, assistito dall’avvocato Elena Coccia, ha sporto denuncia presso la Questura di Napoli per l’aggressione subita sotto gli occhi dei colleghi Renato Rocco e Giuseppe Crimaldi, rispettivamente  presidente e consigliere dell’Unione Cronisti della Campania. La prognosi per lui, dopo la visita al pronto soccorso del “Cardarelli”, è di sei giorni. 

A scatenare la rabbia di Sementa sarebbe stato l’articolo dal titolo “Gran bazar di illegalità nel rione del comandante”, pubblicato lo stesso giorno e firmato da Migliaccio. Nel pezzo, ancora scaricabile dal portale d’inchiesta del giornalista aggredito www.teledenuncio.it, venivano messe in evidenza le continue infrazioni al codice della strada e alle regole del vivere civile messe in atto nella zona dove risiede lo stesso Sementa, proprio all’indomani dei “controlli a tappeto” da lui predisposti negli altri quartieri di Napoli.

Questo “il pomo della discordia” all’origine dell’aggressione di cui esiste un filmato scioccante ripreso con una micro-camera. La vicenda, non appena è stata resa nota, ha scatenato l’indignazione del Comitato di redazione di Epolis che in una nota congiunta di Sindacato, Ordine dei giornalisti e Unione Cronisti ha espresso “solidarietà e vicinanza umana e professionale” al collega aggredito e inspiegabilmente trattenuto per ore negli uffici di via De Giaxa. “Poco rumore per così tanto!” verrebbe da dire parafrasando all’inverso la celebre commedia di William Shakespeare. Sgomento  e preoccupazione non sono mancati nei commenti sui fatti di venerdì, ma, nonostante la gravità del gesto compiuto da Sementa, da allora molti giornali e le istituzioni tacciono. E questo silenzio è forse l’aspetto più inquietante della storia.

 

A dispetto dei numerosi appelli rivolti al sindaco Rosa Russo Iervolino affinché intervenga in maniera esemplare e approfondisca la questione che vede coinvolto un suo “dipendente”, ad oggi (martedì 9 dicembre) né lei né l’assessore competente, l’ex Guarda-sigilli Luigi Scotti, si sono espressi sulla vicenda.   Nessuna richiesta di spiegazioni è partita alla volta del Comandante dei vigili promosso a tale incarico dalla Iervolino; nessuna telefonata per sincerarsi delle condizioni di salute del cronista aggredito è stata fatta a nome dell’Amministrazione di Napoli.  Ma se dagli uffici del potere e dalle redazioni di molti giornali arriva l’assordante eco del silenzio, è dalla società civile che ha preso il via un movimento spontaneo di pacifica “rivolta” a difesa della libertà di stampa e contro ogni forma di violenza, specie se proveniente da figure interne alla Pubblica Amministrazione.

 

Associazioni, comitati civici, sindacati, privati cittadini, internauti, studenti e prof. (come quelli dell’Istituto “Gianbattista Vico”) si sono mobilitati per esprimere la propria concreta solidarietà ad Alessandro Migliaccio, chiedendo a gran voce che simili vicende non debbano più ripetersi.  C’è voglia di risposte, di chiarezza, anche sul web, strumento di dialogo prediletto da moltissimi giovani attraverso il quale si moltiplicano iniziative e prese di posizione di blogger e semplici utenti. Su facebook ad esempio sono stati pubblicati eventi e gruppi di discussione a difesa della libertà di stampa e sul blog “Bette prête-à-porter” (indirizzo http://betteporter.splinder.com) è partita la campagna di protesta “Sementa per chi si accontenta” con cui si chiedono le dimissioni del Comandante della Polizia Municipale (che ancora non si è pronunciato sulla vicenda che lo vede coinvolto).  

 

In un clima teso, diviso tra silenzi e fragore, le parole dello stesso Alessandro Migliaccio sintetizzano l’amarezza e l’inquietudine per un episodio di violenza che apre squarci profondi nelle coscienze e solleva quesiti su una questione che va ben oltre le specificità del caso: qual è lo stato di “salute morale” di Napoli se un giornalista viene preso a schiaffi da una figura istituzionale solo per aver fatto il proprio lavoro? "Evidentemente i poteri e gli equilibri devono essere mantenuti. Ma non si capisce appunto che proprio questi equilibri hanno portato alla deriva una città e la propria "questione morale" che io definirei "questione immorale" poiché di morale non c'è rimasto più nulla". (foto di Alessandro Migliaccio)