Festival del Giornalismo Giovane 2013, la seconda edizione guarda all’Europa tra workshop e dibattiti

di Francesco Cannone

Si è conclusa la seconda edizione del Festival del Giornalismo Giovane, tornato, dopo un anno, al Palazzo delle Arti di Napoli. (Francesco Cannone - @Fr_Cannone)

festival_giornalismo_giovane_2013 Tre giorni di dibattiti e workshop sul giornalismo d’oggi e sull’accesso alla professione, con l’intento di restituire ai partecipanti (perlopiù under 35 che lavorano o aspirano a lavorare nel giornalismo) non solo un’analisi delle problematiche ma anche ricchezza di idee e visioni sulle possibilità dei nostri tempi. A partire dall’incontro con i direttori di alcuni tra i migliori esempi di nuovi modelli di giornalismo, fondati su innovazione ed auto-imprenditorialità: FanpageSquer.it,Investigative Reporting Project Italy.

E se la prima edizione aveva principalmente fatto luce sui percorsi da intraprendere per poter diventare giornalista in Italia, quella di quest’anno si è focalizzata sulle opportunità europee, che nascono dal poter raccontare l’Europa in Italia, lavorare in un altro Paese dell’UE o nella stessa UE. E per lavorare nell’Unione – spiegano Ewelina Lucà ed Andrea Maresi, rappresentanti in Italia rispettivamente della Commissione Europea e del Parlamento Europeo – le strade principali sono due: l’unico modo per entrare a lavorare in maniera stabile nelle istituzioni UE è vincere un concorso EPSO, altrimenti ci sono i tirocini, retribuiti e non. Fondamentale è tenere sotto controllo i siti internet, strumento cardine per venire a conoscenza dei bandi. Può aiutare anche ilportale Eures della mobilità professionale, che associa persone in cerca di lavoro a datori di lavoro. E la dimensione europea, inoltre, può essere utile anche per formarsi: la Lucà ricorda dei programmi Erasmus Mundus ed Erasmus per giovani imprenditori, così come del soggetto privato European Journalism Centre e dei siti per informarsi e aggiornarsi www.europa.eu/rapidwww.eu4journalists.euwww.ejcseminars.eul.

L’Italia, invece, torna protagonista nella sessione conclusiva del Festival, preceduta da un panel dedicato alle particolari difficoltà delle donne nell’accesso ed esercizio della professione. A fare il punto sui prossimi scenari di evoluzione per il settore è presente anche il Sottosegretario all’Editoria Giovanni Legnini, oltre al presidente dell’Ordine dei Giornalisti Enzo Iacopino e al presidente della Federazione Nazionale della Stampa (il sindacato dei giornalisti, ndr) Giovanni Rossi. C’è, però, un grande ed iper-criticato assente: la Fieg (Federazione Italiana Editori Giornali). Gli editori sono responsabili dei ritardi nell’attuazione della legge sull’equo compenso (31/12/2012, n. 233), finalizzata a garantire ai giornalisti iscritti all’albo professionale la corresponsione di una remunerazione proporzionata  alla  quantità  e alla qualità del lavoro svolto. “Gli editori – commenta Iacopino – fanno melina, fanno di tutto perché non vogliono questa norma. Dobbiamo colpire gli editori”. La legge sull’equo compenso, infatti, prevedeva che, presso il  Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, venisse istituita la Commissione (composta da istituzioni e parti sociali e presieduta dal Sottosegretario di Stato all’editoria) per la valutazione, da svolgere entro due mesi dal suo insediamento, delle prassi retributive dei quotidiani e dei periodici, anche telematici, delle agenzie di stampa e delle emittenti radiotelevisive, al fine di stabilire l’equo compenso nel lavoro giornalistico. Ma i tempi sono slittati (oltre che a causa del periodo politico di transizione dal Governo Monti al Governo Letta) per la persistente inadempienza degli editori a nominare i loro rappresentanti. Il pressing del Sottosegretario – a suo dire –  avrebbe consentito la costituzione della commissione il 24 giugno. Il 6 agosto, ha informato il Sottosegretario, sono terminate le audizioni e state apprezzate le difficoltà, rilevanti anche giuridicamente. L’8 ottobre la commissione verrà riconvocata per ascoltare le proposte di tutti e poter concludere: “Garantisco – rassicura Legnini – che entro l’anno assumeremo una decisione pur molto difficile, sul presupposto, ovviamente, che il Governo rimanga in carica”. Poi continua: “Viviamo il paradosso che cresce la domanda e la preziosità del bene informazione e rinsecchisce il mercato”. E a chi gli chiede dei finanziamenti all’editoria: “Il contributo pubblico è già crollato, eliminarlo vuol dire solo altre migliaia di disoccupati”. Disoccupati che, secondo Rossi, sono in costante aumento anche a causa del passaggio dal cartaceo all’online: “Il mitico web non sostituisce il perso in termini di occupazione, la pubblicità sul web non paga come la pubblicità sulla carta stampata”.

A segnare l’evento sono sono stati anche gli istruttivi workshop, che hanno trattato di infografiche e data journalism, start-up, giornalismo radiofonico, comunicazione istituzionale 2.0 e giornalismo sociale.

(fonte: terza-pagina.it)