Il Forum Regionale sui Beni Confiscati: una condivisione di proposte, problemi comuni e buone prassi

di Antonella Marciano

Si è svolto nei giorni scorsi, presso il Palazzo Delle Arti Di Napoli, il Primo Forum Regionale sui beni confiscati promosso da Libera Campania, con l’obiettivo di aprire spazi di discussione su tutte le tematiche riguardanti la gestione e la valorizzazione degli immobili confiscati. (Antonella Marciano)

foto_3 Ad aprire i lavori, il Responsabile dei beni confiscati di Libera, Davide Pati che, rilanciando il concetto d’impresa sociale e di riuso dei beni confiscati ha sottolineato “come la nuova programmazione europea abbia previsto, in deroga al precedente PON Sicurezza, l’introduzione nel nuovo PON Legalità, dell’obiettivo 9 a sostegno dei Beni Confiscati”.

Davide Pati si è soffermato inoltre sulla necessità di gestire correttamente tutti i beni sottoposti a sequestro, ivi comprese le aziende confiscate, onde evitare che la “vendita di tali beni diventi una scorciatoia”.

L’On. Antonio Amato, presidente della Commissione consiliare regionale per il riutilizzo dei beni confiscati, rilanciando l’importanza della rete nazionale ed europea e “la pericolosità della vendita dei beni confiscati” ha evidenziato come “la costituzione di una macroregione della legalità possa contribuire a sostenere gli amministratori locali nella lotta alle mafie”.

 Dello stesso parere anche il Dott. Luigi Reggi del Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica che, rilevando delle difficoltà di governance nella gestione dei beni confiscati, ha evidenziato come l’iniziativa OpenCoesione abbia contribuito, “fornendo i dati e le informazioni sugli interventi ed i beneficiari delle politiche di coesione territoriale, a rendere trasparenti i finanziamenti”.

L’iniziativa Monithon OpenCoesione, ha previsto, infatti, un monitoraggio civico specifico sui Progetti di riutilizzo dei beni confiscati che “ha contribuito, grazie anche alla presenza di Libera sul territorio, sia a far comprendere le modalità di spesa delle risorse pubbliche, sia a dirigere le azioni di programmazione dei centri di responsabilità interessati”.

 La partecipazione di Libera al progetto di OpenCoesione e Monithon, secondo quanto affermato dal portavoce del progetto OpenPompei, Filippo Tantillo, si è concretizzata “anche nella raccolta delle istanze dei cittadini relativamente ai finanziamenti destinati alle grandi opere, come quelli indirizzatati agli scavi di Pompei, che ha consentito di portare conoscenza dal basso sui beni confiscati e di orientare le scelte dei decisori politici”.

 Sulla necessità di un dialogo tra le istituzioni, le associazioni, le imprese ed i cittadini anche Luca Perozzi, Segretario Generale della Camera di Commercio di Avellino e la CGIL che, attraverso la legge d’iniziativa popolare Io riattivo il lavoro, “ha inteso promuovere la partecipazione dei cittadini al fine di ridare vita alle aziende sequestrate e confiscate valorizzandone lo straordinario potenziale che hanno in dotazione”.

 Di altro profilo l’intervento del magistrato Bruno D’Urso, presidente dell’Ufficio dei Gip del Tribunale di Napoli, per il quale “seppur la cautela dei beni sequestrati rappresenta un aspetto centrale dei processi penali, vi sono dei ritardi notevoli nel rendere questi beni, poi, effettivamente proficui; con un notevole dispendio di risorse economiche ed umane”.

“Tali ritardi”, ha proseguito poi Enrico Tedesco, Segretario Generale della Fondazione Polis, e già Dirigente del Settore Rapporti con gli Enti Locali della Regione Campania, “sono il risultato di un principio di sussidiarietà, così come contemplato nella riforma del Titolo V, che ha agevolato una non assunzione di responsabilità in capo agli enti attuatori ed una conseguente politica dello scaricabarile”.

Enrico Fontana, coordinatore nazionale di Libera, ha rilevato poi, come, questa politica si sia tradotta “nel messaggio per cui non vale la pena disporre di questi beni”. Libera, al contrario, deve rivendicare con forza, nonostante le numerose problematiche, i grandi risultati ottenuti”.

Risultati che si sono palesati nelle parole di alcune associazioni presenti, che, nei loro racconti, non hanno mancato di farsi portavoce di un’istanza condivisa e partecipata: “è giusto tassare i beni confiscati? È giusto tassare delle associazioni no profit che operano per la collettività rendendo servizi che altrimenti sarebbero assenti?”.

Interrogato, a tal proposito, l’assessore ai beni confiscati del Comune di Napoli, Carmine Piscopo, ha riferito che “il comune di Napoli sta predisponendo una strategia amministrativa tale da consentire che le associazioni assegnatarie di beni confiscati, siano esenti dal pagamento della Tares”.

Dopo il dibattito moderato da Enrico Fontana e Fabio Giuliani di Libera gli intervenuti hanno potuto assaggiare i prodotti eno-gastronomici provenienti dai terreni confiscati e preparati da La Bottega dei Sapori e dei Saperi della Legalità, Le Chic Grill. N.C.O. Nuova Cucina Organizzata e Cooperativa Eva.

PH: Marcello Esposito – Rete sociale per la legalità, presidio di Libera di Somma Vesuviana