Scuola e Università: le proposte del Forum Nazionale Giovani

di Alberta Montella

Le proposte per ‘scuola e università’ italiane del Forum Nazionale dei Giovani in occasione del rapporto Mc Kinsey. (Alberta Montella)

libri Un ponte tra scuola e lavoro, questo il filo rosso che lega le cinque proposte per scuola e università  avanzate dal Fng (Forum Nazionale dei Giovani), in occasione della presentazione, a Bruxelles, del rapporto McKinsey ‘Education to Employement’, nel quale emerge che “la metà degli imprenditori italiani pensa che i giovani non abbiano le giuste competenze”.  In un quadro, come quello attuale, dove vi è un Paese che non investe nella scuola e nell’università e dove  è allarmante il tasso di disoccupazione europeo, è prioritario - fa sapere il Fng - partire da cinque ambiti d’azione: edilizia scolastica, partecipazione e protagonismo studentesco, istruzione tecnica e professionale, collegamento tra saperi e lavoro. E ancora, diritto allo studio, strumenti didattici e formazione degli insegnanti. Questi i punti fondamentali al fine di ricercare per il Paese un piano di rifinanziamento dell’istruzione pubblica.

“Le politiche di definanziamento in materia d’istruzione degli ultimi governi – afferma Giuseppe Failla, Portavoce nazionale del Fng - hanno reso drammatico lo stato in cui versano scuole e università. Il tasso di abbandono scolastico al 17,6% e il drastico calo delle immatricolazioni all’università (meno 58.000 studenti dal 2003-2004) – riporta Failla – non soltanto pongono il nostro Paese a una distanza abissale dagli obiettivi 2020, ma – continua – impongono anche una riflessione complessiva sulle scelte economiche da prendere in una fase ancora profonda di crisi. L’Italia, infatti – conclude – è tra i paesi che spendono meno per scuola e università pubblica”.

Tra le proposte avanzate dalla Commissione scuola e università del Fng, sicuramente un posto preminente spetta alla valorizzazione dell’istruzione professionale, attraverso l’aumento delle ore laboratoriali e un investimento fattivo nel miglioramento della qualità didattica dei percorsi. Ma non finisce qui, il forum prevede anche la realizzazione di forme di sostegno all’occupazione giovanile e di incontro tra la domanda- offerta di lavoro, come ad esempio la Youth Guarantee che concede ai giovani la possibilità, entro un periodo di quattro mesi dall’inizio del periodo di disoccupazione o dall’uscita dal sistema d’istruzione, di ricevere un’offerta di lavoro, o in mancanza di questa, l’occasione di proseguire gli studi, avviare l’apprendistato o un corso di formazione professionale. Altri interventi dovrebbero riguardare, suggerisce il forum, una riorganizzazione degli strumenti di alternanza tra istruzione e lavoro sia nelle scuole sia negli atenei, come, ad esempio, lo stage; la necessità che le scuole si interfaccino con il proprio tessuto imprenditoriale territoriale per poter garantire una formazione che valichi gli insegnamenti teorici.

“Riteniamo che la bolla formativa, ossia l’incapacità del mercato del lavoro di assorbire i nostri laureati – aggiunge a riguardo Stefano Vitale, Consigliere del Forum con delega a scuola, università e ricerca - esiga un’analisi attenta e una risposta politica chiara. I nostri laureati – ritiene Vitale - non sono troppi, troppi sono i nostri giovani disoccupati. Bisogna costruire dei legami profondi tra mercato del lavoro e istruzione, mettendo in discussione il modello produttivo attuale a partire dalle scuole e dalle università e voltando pagina rispetto a quelle forme di lavoro precario oggi molto diffuse”. “E’ evidente – conclude invece Falilla – come le risorse stanziate dal dl Istruzione dello scorso settembre (che ammontano a 400 mln di euro e che non sono state aumentate a seguito del varo della legge di Stabilità), siano in questo quadro positivi ma assolutamente insufficienti”.