Quando la star televisiva diventa un modello da imitare e la soluzione è la chirurgia estetica

di Anna Laudati
Vi ricordate il divertentissimo film “Sette chili in sette giorni”? Beh! Adesso si dimagrisce ancora prima, soltanto che gli esiti talvolta non sono così divertenti come nel film di Pozzetto (di Veronica Centamore)

chirurgia_estetica.jpg“Ho sempre goduto di buona salute in quel momento ho capito quali fossero i valori veri, che rischiavo di morire senza aver avuto dei figli, una famiglia…”Alessandra Pierelli (la famosa fidanzatina d’Italia ex corteggiatrice e infine “la prescelta” di Costantino Vitaliano nella trasmissione De Filippiana “Uomini e Donne”) qualche tempo fa si è sottoposta ad un intervento di liposuzione in una clinica privata romana. Complicazioni post-operatorie. Diagnosi: embolia polmonare.

Le sue condizioni erano disperate. Altre complicazioni, tra cui la pleurite. Oggi è viva… per miracolo. Ma questa non è solo la storia di una giovane donna che si accinge a far parte del fantomatico mondo delle starlette televisive (veline o prezzemoline varie) questa è anche la storia di molte giovani e meno giovani donne che non riescono ad accettarsi e dato che viviamo nel periodo del tutto e subito e non si è più disposti a fare sacrifici e rinunce per raggiungere determinati risultati, soprattutto in questo periodo, in cui ci si accorge che manca soltanto un mese all’estate e improvvisamente ci si rende conto, che, tutto l’inverno non si è fatto altro che rimandare ogni seria iniziativa in ambito dietetico e sportivo. Essere belle, sane e snelle oggi è un dictat imprescindibile e in particolare lo è nel mondo dello spettacolo, anche se poi si corre il rischio di assomigliarsi tutti. In Italia ci sono svariati esempi di persone che, dopo essersi sottoposte ad interventi di chirurgia plastica, o che hanno utilizzato da sole il botulino, hanno avuto problemi come reazioni allergiche o problemi alle protesi impiantate (a qualcuna sono addirittura “scoppiate” in alta quota). Queste vicende dovrebbero far capire che la chirurgia plastica non è senza rischi, anzi: si tratta di interventi a volte anche molto invasivi e che quindi bisogna affrontare con cautela. L’estetica è una delle branche della chirurgia plastica.

Un tempo guardata con diffidenza, oggi in grande ascesa, poiché in grado di modificare l’immagine corporea come per magia, immediatamente, senza alcuna fatica se non economica. Canoni sociali universalmente accettati queste le vere motivazioni. 80.000 liposuzioni all’anno solo nel 2004 contro 70.000 colicistectomie. Ma proprio perché vi è una richiesta sempre maggiore di interventi estetici, a volte capita di imbattersi in chirurghi “improvvisati”. Sottoporsi ad un intervento per apparire perfetti è ormai un’operazione di routine e soprattutto un passaggio quasi obbligato se si vuol stare a passo coi tempi per famosi e meno famosi. Ma andare dal chirurgo plastico non è come andare dall’estetista. Nell’ambito dei problemi estetici rientrano tutta una serie dinamiche che non possono essere inquadrati come una vera e propria patologia ma che si evidenziano come una difformità dell’individuo, avvertita come una deviazione dei canoni convenzionalmente accettati dalla nostra società. Quella stessa, dove le giovani prendono come mito Belen Rodriguez e Fabrizio Corona piuttosto Rita Levi Montalcini o Dulbecco. Ampiamente motivati appaiono quegli interventi di chirurgia plastica che consentono di correggere gli estetismi spesso condizionanti per il portatore (come un naso aquilino o delle orecchie a sventola).

Cosa determinante ai fini di un intervento è indubbiamente la valutazione dello stato psicologico del soggetto. In quanto molto spesso il problema reale non è quello fisico, infatti, fatto l’intervento l’insoddisfazione del paziente dura il tempo della riscoperta novità ma subito dopo riemerge la frustrazione. Tante volte ci si sottopone per assomigliare a qualcuno magari di famoso e poi ci si rende conto che quello non basta. Per eliminare la pancetta e l’adipe in eccesso o quei piccoli rotolini antiestetici, occorre solo fare tanta attività fisica e seguire una dieta bilanciata. Addirittura già nel 2003 le statistiche rivelavano che oggetto del regalo natalizio, spesso da parte delle mamme alle figlie o viceversa, in alcuni casi da parte dei fidanzati era di tipo… chirurgico. In alcuni casi la prima volta dal chirurgo estetico avviene già a 14-15 anni; le adolescenti costituiscono il 20% delle persone che vanno dal chirurgo plastico: chiedono per lo più trattamenti contro la cellulite o contro i chili di troppo e seni più voluminosi. Lo rileva l'Eurispes in un capitolo sul rapporto degli italiani con il proprio corpo ritenuto un «vero e proprio campo di prova e di battaglia dove si giocano le sorti di un io sempre più fragile e angosciato dal trascorrere del tempo e dagli inevitabili segni che lo attraversano». Raddoppiati anche gli interventi fra gli uomini.

Gli uomini vi si sottopongono soprattutto per la riduzione della cosiddetta “pancetta”, ma anche per interventi sul viso, le rughe e i segni del tempo, o anche solo migliorare l’espressione. Sentire sempre più spesso ragazzine fra i 16 e i 20 anni che vogliono un "ritocchino" alle proprie rughe. E che chiedono ai propri genitori di poter andare dal dermatologo per fare iniezioni di collagene, botulino... Come si può spiegare un simile fenomeno? Non è un mistero che in adolescenza ci si interroghi sul proprio aspetto e sulla sua piacevolezza: in questo periodo di vita si cerca di trovare un'identità propria, a costo di “copiare” modelli estetici alla moda. Così ricorrono alla medicina o alla chirurgia estetica quella “correzione” tanto desiderata. L'insicurezza vissuta a questa età spesso ingigantisce l'impatto psicologico dei piccoli difetti o delle imperfezioni. Ricorrere al medico potrebbe essere controproducente perché il corpo, e quindi l'aspetto, è in un momento di maturazione. Così imperfezioni, che oggi sembrano difetti “importanti”, potrebbero stemperarsi e modificarsi nel tempo. L'aspetto diventa più complesso quando in famiglia si avvalla questo desiderio. Il ruolo del genitore dovrebbe essere quello di mediatore tra l'impulso della propria figlia di “vedersi” diversa da quella immaginaria, e quindi “non accettabile”, e l'accettazione di un'immagine corporea reale. Le statistiche più recenti indicano che ogni anno sono circa tre milioni le persone che si sottopongono a interventi di chirurgia plastica, soprattutto di chirurgia plastica estetica.

La spinta dell’esempio delle star della tv, delle varie trasmissioni che svelavano il funzionamento di questi interventi (ricordate il programma “Bisturi?” dove quasi sempre il brutto anatroccolo si trasformava in cigno e insieme a lui tutta la sua vita diventava immediatamente interessante), e del progressivo migliorarsi delle tecnologie utilizzate, che ha portato ad una riduzione dei rischi legati agli interventi e quindi a una maggiore diffusione di queste tecniche, anche se il costo delle operazioni non le rende accessibili a chiunque (si va infatti, in media, dai 1.500 € ai 7.000 € per singolo intervento). Diverso naturalmente il discorso che riguarda la chirurgia ricostruttiva: si tratta infatti di interventi spesso necessari volti a ricostruire il corpo in seguito a incidenti, asportazioni di tumori, infezioni, ustioni, e che quindi investono sfere emotive diverse. Al di là di tutto una cosa importante emerge da questo dato di fatto, che in questo caso Narciso e Venere finalmente camminano a braccetto. La vanità non è più soltanto donna!!!