Ferdinanda Pivano. Non al denaro, ma all'amore e al cielo

di Anna Laudati

Ricordiamo Fernanda Pivano, la scrittrice e traduttrice dei romanzi americani inni alla pace e alla non violenza (di Alessandra Alfonsi)

fernanda-pivano1.jpgLo scorso 18 agosto nella clinica privata Don Leone Porta di Milano è scomparsa, all’età di novantadue anni, la scrittrice e traduttrice genovese Fernanda Pivano, che, per l’opera di diffusione nella cultura italiana dei romanzi di Ernest Hemingway e della beat generation, incentrati sul pacifismo e sulla non violenza, ha ricevuto importanti onorificenze dalla Presidenza della Repubblica per aver illustrato la nazione nei campi della cultura, dell’arte e dello spettacolo. Sin dalla tesi di laurea in Letteratura sul romanzo “Moby Dick” di Melville si è manifestata l’attenzione e l’interesse della Pivano per la letteratura statunitense imperniata sui valori della pace e della non violenza. La sua carriera letteraria iniziò nel 1943 ....

.... quando, sotto la guida del maestro Cesare Pavese, tradusse per la collana Einaudi l’Antologia di Spoon River di Lee Master, che negli anni Settanta De Andrè adattò musicalmente per l’eccellente album “Non al denaro, né all’amore né al cielo”, e il romanzo pacifista “Addio alle armi” di Ernest Hemingway, pubblicato in Italia soltanto nel 1948 perché considerato dal regime fascista lesivo delle Forze Armate per la descrizione della disfatta di Caporetto e per l’antimilitarismo. Si legò profondamente alla cultura statunitense traducendola e scoprendola attraverso i suoi molti viaggi e attraverso gli autori più impegnati nella diffusione del pacifismo. Non trascurò quella italiana suggerendo la pubblicazione degli autori della Beat Generation, protagonisti del dissenso violento degli anni Sessanta, tra i quali Allen Ginsberg, Jack Kerouac, William Burroughs e gli autori del dissenso negro come Richard Wright. Questi autori furono punti di riferimento per i rappresentanti della cultura italiana e contribuirono, e ancora contribuiscono, alla crescita culturale di molti giovani: per questo suo lavoro la Pivano ottenne molti riconoscimenti e premi, tra i quali le due medaglie d’oro ai benemeriti della cultura e dell’arte, ricevute, nel 1999 e 2004, dalla Presidenza della Repubblica.

Il suo amore per il pacifismo si espresse, con profonda delusione, in seguito all’attacco dell’11 settembre 2001, quando si definì perdente e sconfitta per aver lavorato settant’anni scrivendo in onore e in amore della non violenza vedendo invece il pianeta cosparso di sangue. Fu una letterata eclettica che si cimentò in molti campi dalla letteratura alla musica, partecipando a innumerevoli programmi televisivi e radiofonici della Rai come Taratatà e Il terzo anello della musica, dove sostenne i giovani artisti italiani impegnati, senza mai però celare la sua ammirazione per il cantautore genovese Fabrizio De Andrè. E proprio a lui, consegnandogli nel 2007 il Premio Tenco, rivolse una dichiarazione di puro amore “Io non so esprimere la felicità, la gioia e l’orgoglio che provo nel tenere tra le mani questo riconoscimento a Fabrizio De Andrè che considero il più grande poeta in assoluto degli ultimi cinquant’anni italiani e che ricordo come il dolce menestrello, che per primo ci ha fatto le sue proposte di pacifismo e di non violenza, di anticonformismo che sono tutte annidate nei nostri cuori e adesso mi pare che, sempre di più, pensando a questo, sarebbe necessario che invece di dire che Fabrizio è il Bob Dylan italiano, si dicesse che Bob Dylan è il Fabrizio americano”.