Violenze sui minori. Una semplice legge non basta a tutelare i nostri bambini

di Anna Laudati

Sempre più diffuse sono le violenze sui minori, esercitate attraverso la denutrizione o la scolarizzazione, lo sfruttamento del lavoro minorile, la pedofilia e lo scopo di commercializzare organi umani. All'inizio del Terzo Millennio, tante aree del Pianeta sono ancora dilaniate da guerre e contrasti interni, sia nelle zone ricche del Nord sia in quelle povere del Sud e a pagarne maggiormente le spese sono ancora una volta i bambini. Attiviamoci affinchè ciò cambi. (Marialuisa Vanni)

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Ogni abuso violento, fisico, morale o psicologico che sia, diventa, se possibile, ancora più biasimevole se effettuato a danni dei bambini, sia per la crudeltà e la meschinità di chi compie tali azioni su esseri indifesi, sia per le possibili conseguenze che potrebbero presentarsi nella maturazione psico-fisica del fanciullo, vittima di violenze. Si dia uno sguardo alle aree sottosviluppate del Pianeta (il Terzo Mondo), dove la miseria e la povertà non permettono ai bambini di vivere e crescere in condizioni consone ad un essere umano: malnutrizione, non scolarizzazione e mancata prevenzione e/o cura di malattie lesive all'organismo sono le cause maggiori di un'infanzia davvero a rischio, infatti le statistiche dell'Unicef per i diritti dell'infanzia non sono certo confortanti e confermano quanto appena affermato: 35mila sono le vittime innocenti che ogni giorno muioiono a causa di malattie che, con spese contenute, potrebbero essere facilmente debellate.

All'inizio del Terzo Millennio, tante aree del Pianeta sono ancora dilaniate da guerre e contrasti interni, sia nelle zone ricche del Nord sia in quelle povere del Sud. A pagarne maggiormente le spese della mai sedata ferocia umana e degli interessi economici e politici che spesso sottendono tali rivalità sono ancora una volta i bambini, vittime innocenti di situazioni di cui non hanno certo alcuna responsabilità, se non quella di essere testimoni di odi e massacri che l'uomo potrebbe ancora evitare di provare e provocare. Tanti sono i bambini che hanno trovato orrenda morte nei villaggi assaliti e distrutti dagli eserciti in lotta in Bosnia, nel Kosovo o in Ruanda e in Burundi.

Lo sfruttamento minorile è una violenza psicologica e morale che colpisce bambini che tutto dovrebbero fare a quell'età meno che essere costretti a lavorare per molte ore al giorno, sottopagati o spesso impiegati in pesanti mansioni da svolgere in ambienti insalubri. Purtroppo tale fenomeno è alimentato da due fattori: da una parte, la convenienza economica d'imprenditori senza scrupoli che sfruttano il vantaggio di assumere un bambino che costa un terzo di un adulto e talvolta rende di più a livello produttivo, dall'altra la miseria, la mancanza e il bisogno dei beni di prima necessità, che spinge molte famiglie povere dei Paesi del Terzo Mondo a far lavorare i propri figli per avere un minimo di sussistenza per poter così sopravvivere agli stenti. Non dimentichiamo, però, che tutto questo accade anche nell'Occidente industrializzato (Italia compresa) dove ragazzi provenienti da famiglie poco abbienti e acculturate sono costretti a lavori umili ed illegali, talvolta venendo assodati come manovalanza per spaccio di droga o piccoli furti.

Per non parlare della pedofilia, una forma aberrante di violenza che non si è mai sviluppato tanto come nell'ultimo periodo, originando addirittura in alcuni Paesi del Terzo Mondo, un turpe turismo sessuale per occidentali benestanti pedofili. Resta il fatto che molestare sessualmente un fanciullo può comportare gravi conseguenze, sia per il successivo sviluppo sessuale dello stesso, sia per la formazione e la maturazione della sua personalità futura che potrebbe essere condizionata dall'esperienza traumatica vissuta. 

Solo una legge, come la 184/83, che afferma il diritto dei minori ad essere amati per poter diventare adulti socializzati non basta: nessuna legge può obbligare ad amare, anche se può imporre gli strumenti che garantiscono il rispetto dei diritti del bambino (per esempio adozione, affido, in luogo di abbandono in istituto). Il rischio che la legge del più forte condizioni l'uso di questi strumenti trasformandoli in nuove e più traumatiche occasioni di violenza è vivo e vegeto, spesso palpabile e concreto. È neces­sario quindi che i bambini e i ragazzi abbiano qualcuno, tra gli adulti, che stia dalla loro parte nella lotta che affrontano per la sopravvivenza loro (e di tutti). Dobbiamo attivarci tutti affinchè nulla di ciò che accaduto fino ad oggi avvenga mai più.