Giamaica. Un progetto di cooperazione interna per migliorare la produzioe agricola

di Francesca Elia

“Eat Giamaica”. mangia giamaicano. La Giamaica si è impegnata nella realizzazione di un progetto che mira all’utilizzo delle risorse nazionali per migliorare i risultati della produzione agricola, un’ importante lezione di cooperazione interna. (Francesca Elia)

jamaica

La Giamaica è sempre stata ricordata dai più per la fama negativa legata all’utilizzo di alcool e droga, in particolar modo la marijuana, anche se illegale all’interno del paese, è considerata un luogo di vacanza giovanile all’insegna della ribellione, per questi suddetti motivi lascia piuttosto stupefatti il grande esempio lanciato dalla nazione nell’impegno verso una fervente ripresa dell’attività agricola. La RADA (rural agricultural development authority) ha ideato un progetto economico che mira ad una produzione a basso costo e a livello locale di cibo nutriente da distribuire alla popolazione per soddisfare il fabbisogno nazionale.

Circa 5 mila orticoltori urbani e 2 mila agricoltori di campagna sono aiutati da progetti di formazione che mettono a disposizione strumenti tecnologici e materie prime a basso costo. L’obiettivo principale è di usare materiale interno, appartenente alla piccola isola, per aumentare la percentuale di produttività. Dall’ inizio del 2010 ad oggi è stato registrato un aumento del 24% della produzione agricola e si è convinti nel raggiungimento di risultati sempre più favorevoli. In un periodo di crisi che la maggior parte degli stati mondiali si trova ad affrontare, la Giamaica ha dimostrato che la collaborazione interna, tra politica produttori e consumatori, è una soluzione ottimale.

Sono state introdotte colture idroponiche, incremento della produzione di radici e tuberi, miglioramento dell’irrigazione e potenziamento della capacità di stoccaggio. Soffermarsi sulle risorse proprie per tentare di sfruttarle al massimo, cercando di diminuire l’uso di prodotti importati che riducono le entrate economiche nazionali. E’ una lotta contro un mercato che non limita l’intervento di monopoli ed oligopoli commerciali, che spesso sfruttano i territori e le loro popolazioni determinando un guadagno minimo per gli stati, è una lotta attiva contro un mercato dei “pochi ricchi”, che vogliono sfamare ed arricchire solo una ristretta cerchia lasciando la parte restante in balia della crisi.

Anche il nostro “mercato comune”, frutto di un’integrazione realizzata dall’Unione Europea sta attraversando un periodo poco felice, caratterizzata dalla emanazione di una serie di norme e direttive che sembrano tappare solo momentaneamente i buchi della crisi, magari un dialogo concreto tra chi produce e chi acquista è la soluzione, apparentemente scontata, ma necessaria. Il progetto denominato “eat giamaica” ha previsto la distribuzione di kita’ contenenti semi, input e guide del piccolo coltivatore per agevolare il lavoro. Si parla di autosufficienza alimentare che spinge la Giamaica verso un’indipendenza assoluta.