“Walk of Life: il destino della ricerca è nei tuoi piedi

di Ermenegilda Langella

Il 22 aprile si è dato inizio a Walk of Life, il nuovo evento di raccolta fondi di Telethon che si concluderà il 6 maggio. Si tratta di gare podistiche competitive che coprono una distanza di 10 km e una passeggiata di 3 km attraverso le vie del centro di 8 città italiane. (Ermenegilda Langella)

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Lo slogan di Walk of Life è:“Il destino della ricerca è nei tuoi piedi” e vuole essere una metafora della ricerca, un cammino lungo e difficile che ha come traguardo auspicabile la cura delle oltre 7000 patologie genetiche attraverso l’unione di divertimento e sport con l’impegno sociale.

 

L’ evento è aperto a tutti e per chi non se la sente di correre i 10 km, c’è la possibilità di partecipare a piedi, in bicicletta, con il passeggino, da solo, con la famiglia, con gli amici o con i colleghi.

Le gare si sono già svolte a Roma (22 aprile), Napoli e Potenza (29 aprile) e Bari (1 Maggio). Gli eventi finali che si svolgeranno, invece, tutti il 6 maggio, si terranno nelle città di Milano, Torino Catania e Lanciano. Per partecipare basta iscriversi sul sito: www.walkoflife.it ed è comunque sempre possibile donare con un sms al numero 45595. Sul sito c’è, inoltre, una sezione “percorsi di vita”, dove è possibile leggere le storie di persone coraggiose che, caratterizzate da una grande voglia di vincere, nello sport e nella sfida quotidiana contro la loro malattia genetica, si raccontano.

Servizio Civile Magazine ha intervistato Brunella Franco, il coordinatore dell’Istituto Telethon di Genetica e Medicina (TIGEM).

Quali sono stati i risultati fin qui ottenuti grazie a Walk of life?
L’iniziativa ha permesso di raggiungere un pubblico in molti casi diverso da quello che segue Telethon tramite la maratona televisiva di dicembre. Grazie a questo abbinamento con lo sport molti si sono avvicinati alla missione della Fondazione. Tra questi molti giovani, famiglie con bambini piccoli, gruppi di colleghi che si sono uniti formando delle squadre aziendali. Le manifestazioni di Walk of Life hanno anche contribuito a rafforzare il legame con il territorio che Telethon sta sviluppando da alcuni anni grazie all’impegno di volontari.

Come ha risposto la gente all’iniziativa?
Mi sembra che abbia risposto con entusiasmo. Dai dati raccolti sulle presenze alle gare e sull’adesione alle diverse attività di raccolta organizzate da partner che hanno affiancato la Fondazione, sembra che le persone abbiano capito e sposato la causa della ricerca che ha bisogno dell’appoggio di tutti per svolgere il proprio lavoro un passo alla volta, ma senza fermarsi mai.

In quale città fin’ora si è avuto il maggior numero di partecipanti?
C’è stata una grande partecipazione a Roma, dove si sono raggiunte le cinquemila presenze. Sono stati anche molto incoraggianti le manifestazioni di Napoli, Potenza e Bari.

Quanto incide la raccolta fondi sulla ricerca rispetto agli stanziamenti pubblici?
In generale credo che Telethon abbia dato un contributo essenziale al finanziamento della ricerca in Italia. Ci sono alcuni gruppi di ricerca che basano quasi tutta la loro attività sui finanziamenti Telethon. In particolare ritengo che la Fondazione telethon abbia contribuito a reindirizzare la ricerca verso le malattie genetiche rare ponendo i presupposti per la creazione di eccellenze scientifiche italiane internazionalmente riconosciute in questo settore.

Quali sono stati i traguardi più significativi ottenuti nell’ambito della ricerca delle malattie genetiche grazie a Telethon?
Sono veramente innumerevoli e vanno da scoperte su meccanismi biologici alla base di malattie genetiche rare allo sviluppo di nuovi approcci terapeutici quali quello sviluppato dal Telethon Institute of Gene Therapy (TIGET) per la ADA-Scid e la terapia genica per una rara forma di cecita genetica sviluppata dal  Telethon Institute of Genetics and Medicine (TIGEM) in collaborazione con istituzioni americane.

Quanto di più si potrebbe ottenere, in termini di risultati scientifici, se in Italia la ricerca e i ricercatori fossero pagati e sovvenzionati adeguatamente come accade in altri paesi europei o d’oltreoceano?
Ovviamente molto di piu, purchè ovviamente i finanziamenti si accompagnino anche ad una vera  revisione delle progettualità scientifiche per fare in modo che, come accade per i finanziamenti Telethon, solo le migliori idee ed i ricercatori piu talentuosi possano essere finanziati su base finalmente meritocratica.

In che termini incide, secondo lei, la “fuga dei cervelli” dal nostro paese per i risultati scientifici ottenibili?
Nel nostro campo è assolutamente normale ed anzi auspicabile che i giovani facciano un’esperienza in laboratori esteri. Naturalmente sarebbe auspicabile anche che coloro che vogliono tornare a lavorare nel loro paese ne abbiano la possibilità. Al momento questo è veramente difficile ed un paese dovrebbe sempre investire sulla sua ricchezza principale: il capitale umano. Anche in questo campo Telethon fa la sua parte destinando parte dei finanziamenti al programma del Dulbecco Telethon Institute (DTI) che consente il rientro in Italia di giovani ricercatori che abbiano trascorso un periodo all’estero. Il mio desiderio sarebbe che, in un tempo non troppo lontano, l’Italia raggiunga un livello di riconoscibilità internazionale tale da attirare giovani ricercatori stranieri.