Quarto Antiracket: la legalità passa per lo sport

di Francesco Gentile

Intervista a Luigi Cuomo , presidente del QuartoAntiracket e storico esponente del mondo dell’impegno anti-camorra. (Francesco Enrico Gentile)

luigi-cuomo Luigi Cuomo è un vulcano di idee, continuamente impegnato a rendere fertile e vivo il terreno dell’impegno anticamorra. Da anni impegnato nelle attività di contrasto al racket e al sostegno di quanti, tra i commercianti, decidono di denunciare chi, con violenza e sopraffazione, attenta al loro sacrosanto diritto a fare impresa.

L’ultima avventura di Luigi è il Quarto Antiracket, squadra di calcio che già nel nome richiama una volontà e un impegno fondamentali per lo sviluppo delle nostre terre.

In questa conversazione con ServizioCivileMagazine Luigi ripercorre con noi la storia di questa esperienza, anche a seguito di episodi che hanno visto la squadra attaccata, pubblicamente,e contestata in maniera violente e pericolosamente ambigua. 

La storia del Quarto Antiracket è ultimamente divenuta nota per una serie di episodi. Ci racconti di questa tua nuova sfida?
La storia del Nuovo Quarto Calcio per la Legalità è una storia giovanissima, iniziata solo a luglio di quest'anno, e per molti versi già molto nota grazie ai media che l'hanno raccontata molte volte, sebbene con caratteri non sempre fedelissimi. in realtà questa avventura nasce perché la Procura Distrettuale Antimafia in persona del PM Ardituro, ha pensato di rilanciare una squadra, che era stata sequestrata per presunta collusione con la camorra, in modo da utilizzarla per cercare di costruire intorno ad essa un consenso popolare libero da condizionamenti malavitosi e sopratutto affermando il ruolo della Legalità e della trasparenza in una città dove questi principi erano completamente sconosciuti ai più. Il PM ha pensato di chiedere ad SOS IMPRESA di affiancare l'amministratore giudiziario Avv. Luca Catalano in questa impresa, ambiziosa e non facile. a luglio abbiamo iniziato partendo da zero, anzi da meno zero, abbiamo trovato molti debiti e ancora di più problemi gestionali. Però l'impegno assiduo e la tenacia ci hanno permesso in poche settimane di raccogliere la sfida e rilanciarla in città.Premetto che in tutto questo io non mi sono mai occupato di sport, tanto meno di calcio, non sono stato mia tifoso di alcuna squadra e non sono praticamente mai stato allo stadio.

Il territorio, i giovani di Quarto e dei paese limitrofi come stanno interagendo con l'iniziativa? 
La reazione che stiamo registrando, grazie alla visibilità mediatica e alla partecipazione attiva di due parrocchie locali e di Libera, per ora è molto positiva e le manifestazioni di sostegno morale e materiale sono diffuse, non solo a Quarto. 

E le Istituzioni?
Le Istituzioni non hanno mai ostacolato la nostra impresa, sarà perchè in mezzo c'è la DDA, sarà perchè oggettivamente il proposito che ci siamo fissati non può non essere condiviso. Materialmente non abbiamo ancora registrato veri e propri atti di sostegno sopratutto per mantenere gli alti costi che questo progetto prevede, però singolarmente diversi rappresentanti delle Istituzioni hanno aderito all'azionariato popolare lanciato a sostegno del progetto.

Il mondo dell'antiracket è ancora scosso dalla vicenda che ha riguardato Sergio Vigilante. Che ne pensi?
Per quanto riguarda Sergio credo che lui riuscirà a dimostrare tutta la sua estraneità ai fatti che gli sono stati contestati. Gli avvocati della Rete per la Legalità che lo stanno assistendo stanno verificando gli atti a sostegno delle sue accuse e per ora ci pare che quella del magistrato sia più un atto dovuto, visto che due pentiti, padre e figlio, accusano Sergio di cosa che però pare, visti gli atti, non sono suffragai da alcun riscontro. Abbiamo la massima fiducia nella Magistratura, non potrebbe essere diversamente, crediamo che Sergio ci dica la verità quando ci racconta la sua versione e confidiamo in una rapida e positiva soluzione della vicenda. quello che ci fa piacere è che finora a Sergio sono pervenuti numerosissimi attestati di fiducia e solidarietà da diversi e vari ambienti, questo anche a testimonianza del buon lavoro che ha svolto in questi ultimi anni proprio contro il clan dei due pentiti. confido nel fatto che non si levino voci stonate o atti di sciacallaggio che potrebbero fare il gioco della camorra o di interessi "diversi" ma sopratutto potrebbero complicare il lavoro della Giustizia nella ricerca ed affermazione della verità. Sergio ora è molto amareggiato e si può capire, ma è anche sereno perchè i suoi amici non lo hanno abbandonato.