Rapporto Caritas 2012 sulla povertà: aumentano gli italiani che si rivolgono ai centri diocesani

di Ermenegilda Langella

Presentato ieri on line il rapporto Caritas 2012 su povertà ed esclusione sociale in Italia dal titolo "I ripartenti. Povertà croniche e inedite. Percorsi di risalita nella stagione della crisi". (Ermenegilda Langella)

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Cresce il numero di persone che si rivolgono alla Caritas perché  in condizione di disagio economico e lavorativo. Questa è la realtà che fotografa il Rapporto Caritas 2012 presentato ieri on line, che nasce dal lavoro di animazione, ascolto e osservazione degli operatori di 191 Centri di ascolto su 2.832 presenti su tutto il territorio nazionale.

 

Ed è proprio  la dislocazione territoriale dei Centri di ascolto che permette di avere un quadro generale della povertà in Italia, ed aiuta a delineare alcune tendenze qualitative e territoriali di trasformazione del fenomeno.

Approfondendo i profili delle persone che si sono rivolte ai centri Caritas nel 2011, ne risulta come la crisi abbia ulteriormente reso difficile la situazione dei già poveri creandone, al contempo, di nuovi.

La prima parte del Rapporto fornisce una serie di dati e informazioni utili per comprendere meglio il fenomeno della povertà in Italia, successivamente, si sofferma sulle tendenze degli attuali assetti di welfare.

Rispetto al welfare ne sono evidenziati i nodi critici e le possibili proposte di miglioramento, sia in riferimento al sistema pubblico di responsabilità che al possibile ruolo del terzo settore, del volontariato organizzato e della società civile nel miglioramento delle condizioni di povertà nel nostro paese.

Nel complesso, da un’analisi dei dati dei primi sei mesi del 2012, emergono alcune tendenze: aumentano gli italiani che si rivolgono ai centri diocesani soprattutto perché hanno problemi economici e di lavoro; i più colpiti dalla povertà sono casalinghe e anziani sopratutto al sud; c’è un ulteriore impoverimento delle famiglie immigrate.

Nonostante le tendenze di peggioramento, esistono, tuttavia, dei segnali di speranza che derivano dalla grande vitalità delle comunità locali che hanno avviato esperienze di ogni tipo per contrastare le tendenze della marginalità sociale.

“La rilevazione attraverso un campione di 191 Centri di ascolto in 28 Diocesi, fotografa i profili delle persone che nel 2011 si sono rivolte alla Caritas – afferma Don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana - aiutandoci a capire come la crisi stia fortemente incidendo sulle vecchie povertà, facendone nel contempo emergere di nuove.

I dati del primo semestre 2012, riferiti agli stessi Centri, indicano purtroppo un ulteriore aggravamento della situazione – prosegue don Soddu - si tratta di storie e volti incontrati ogni giorno nelle 220 Diocesi italiane.

Ma accanto a questo c’è anche qualche segnale di speranza, rappresentato dalle esperienze avviate in tutte le diocesi per cercare di rispondere ai crescenti bisogni e al moltiplicarsi delle richieste”.

Per ulteriori info www.caritasitaliana.it.