Al World Forum, il noto antropologo francese Marc Augè. Intervista al teorico dei nonluoghi

di Ornella Esposito

Marc Augè è intervenuto al World Forum for Child Welfare a Napoli. Intervista di ServizioCivileMagazine al noto etno-atropologo. (Ornella Esposito)

auge_articolo Luoghi immensi utilizzati in maniera molteplice, privi di storicità e “vissuti” da individui in perenne transito, freneticamente in transito, dove lo spazio per la relazione è pari allo zero o quasi.

Questi sono i nonluoghi, teorizzati dal noto antropologo francese Marc Augè, come ad esempio gli aereoporti, gli alberghi, i centri commerciali, in cui l’identità viene talmente polverizzata fino a diventare nulla.

Dei nonluoghi facciamo esperienza quotidiana, i ragazzi ed i giovani ne fanno esperienza quotidiana, nelle società della surmodernità, come lo stesso studioso le definisce, in cui si vive il paradosso dell’aumento della solitudine nonostante l’evoluzione dei mezzi di comunicazione. Un paradosso che investe maggiormente e in maniera preoccupante le nuove generazioni.

ServizioCivileMagazine ha intervistato su questi temi, il famoso etno-antropologo francesce Marc Augè.

Scissione uomo e ambiente sempre più netta, l’uomo sta distruggendo il suo habitat e le città moderne stanno diventando complessivamente dei “non-luoghi”. Qual è la sua idea?
È vero. Il problema vero è quello dei cambiamenti di scala perché anche all’interno della dimora, della casa stessa, che comincia questo decentramento. Siamo un po’ passivi nei confronti dei mezzi di comunicazione e non è solo cambiando lo spazio che potremmo risolvere la questione. La tecnologia è avanzata più rapidamente della società ed è già planetaria. Bisogna dare tempo alla storia, bisogna aspettare.

Internet e i social network: lei li definisce i media della solitudine. I giovani ne fanno un uso massiccio. In che modo resistere alla “guerra dei sogni” dove tra sogno, realtà e finzione non ci sono quasi più confini?
In realtà è solo un problema di acquisire la consapevolezza che i mezzi di comunicazione sono per l’appunto “mezzi” , non altro, e bisogna evitare di confondere la relazione con la comunicazione.

Infine, secondo lei, come è possibile superare le diseguaglianze nell’accesso all’istruzione e alla conoscenza, argomento da lei trattato al World Forum?
Rovesciando l’ordine delle cose, e facendo aumentare il peso dell’istruzione. È chiaro che in questo momento suona come qualcosa di utopico, utopistico ma è anche vero che ci sono i modi per farlo.