Minori e giovani, specie in via di estinzione. L’allarme di Save the Children nell’”Atlante dell’infanzia”

di Ornella Esposito

 

Presentato ieri a Roma da Save the Children, in collaborazione con il Garante Nazionale Infanzia,  il terzo “Atlante dell’infanzia (a rischio). I bambini tra meno di un ventennio diventeranno più preziosi del petrolio, e su di loro pende un’ipoteca. (Ornella Esposito)

copertina_save_the_children “Bambini, chi sono costoro?”, questo è l’interrogativo che il nostro Paese, tra circa vent’anni, si dovrà porre secondo le stime del terzo “Atlante per l’infanzia” redatto da Save the Children. Ma non è tutto.

I neonati italiani già nascono sotto una cattiva stella: sulla loro testa pende un debito pubblico di 3.500.000 euro, il più alto d’Europa, ed il loro futuro è seriamente a rischio.

Secondo lo scenario demografico attuale è verosimile che, nel 2030, quando chi nasce oggi compirà 18 anni, ci saranno 10 milioni di minori, per un’incidenza pari al 15,4%, di cui 1 su 5 sarà straniero. 60.000 le nascite in meno rispetto al 2011 e sempre nel 2030, 100 persone in età da lavoro dovranno farsi carico di 63 inattive, per due terzi anziane.

Ovviamente, il peso politico dei giovani sarà destinato ad essere sempre più flebile.

L’allarmante fotografia del futuro dell’infanzia, è stata mostrata ieri a Roma nel terzo “Atlante dell’Infanzia (a rischio)” di Save the Children" presentato nel corso di un dibattito in collaborazione con il Garante Nazionale per l’infanzia e l’adolescenza Vincenzo Spadafora, con la partecipazione del Presidente Istat Enrico Giovannini e di un gruppo di giovani rappresentanti delle migliori risorse del nostro paese. Un’iniziativa che si inserisce nell’ambito della Campagna “Ricordiamoci dell’Infanzia” lanciata dall’ ONG nel maggio scorso.

“Il futuro dei bambini è stretto in una morsa” – ha affermato il Direttore Generale Save the Children Italia -
da una parte il peso del debito pubblico, con la contrazione della spesa sociale, dall’altra il rapido invecchiamento della popolazione. Il risultato è che fra 18 anni i bambini saranno più preziosi del petrolio in via di estinzione”. Deprimere e quasi cancellare l’infanzia, significa cancellare il futuro di tutti”.

Ma l’Atlante non mostra soltanto un pessimo futuro per i nostri bambini, descrive anche un raccapricciante presente per i nostri ragazzi.

Altissimi infatti sono i livelli di disoccupazione giovanile: 1 giovane sotto i 25 anni su 3 è disoccupato, e  molti di essi sono laureati.
Disoccupati oppure scoraggiati: l’Italia detiene il record della cosiddetta Potential additional labour force fatta da quei giovani di 15-24 anni che, pur dichiarandosi intenzionati, rinunciano a cercare un lavoro. Gli scoraggiati italiani sono 562 mila.

Un esempio lampante di ciò sono gli ormai tristemente famosi NEET (Not in Employement, Education or Training). Oltre 1 milione 620 mila (soltanto al Sud e nelle isole) di una fascia di età compresa tra i 18 ed i 24 anni che non sono iscritti a scuola, né all’università, né lavorano, né sono in formazione.

A questa già drammatica realtà, si aggiunge che 18 minori su 100 abbandonano la scuola dell’obbligo, con punte di 25 su 100 nelle regioni del sud, e che 7 bambini su 100 vivono privi di beni e servizi in grado di assicurare loro una qualità di vita accettabile. Infine, a completare il quadro almeno 700.000 minori vivono in territori avvelenati dalle mafie e da industrie inquinanti,15 bambini ogni 100, sono circondati dalla cementificazione che avanza di 10 metri quadrati al secondo.


Per questi motivi, Save the Children ha riunito un gruppo di giovani italiani molto validi, tra le risorse migliori del Paese, con il cui aiuto intende formulare proposte concrete da presentare al probabile nuovo governo, nell’ambito della Campagna “Ricordiamoci dell’infanzia” a sostegno dell’infanzia a rischio in Italia”.

“Alcune di queste proposte ci sono chiare sin da ora – afferma Raffaella Milano, Direttore dei Programmi Italia-Europa - come per esempio la messa a punto di un piano di lotta alla povertà minorile e l’innalzamento dei finanziamenti per l’infanzia ad almeno al 2% del Pil scorporandoli dal computo del debito pubblico”.

Per ulteriori info: www.savethechildren.it.