“Scampia non è in vendita”, Gomorra 2 non si farà

di Ornella Esposito

Ieri all’Auditorium di Scampia dibattito pubblico su Gomorra si, Gomorra no. I cittadini e le associazioni, dopo una discussione molto concitata, votano per il “no”. (Ornella Esposito)

Gomorra_si_gomorra_no

NAPOLI – Gomorra 2 “non s’ha da fare”. Questo è quanto ha deliberato ieri, al termine di un dibattito infuocato, la cittadinanza chiamata a raccolta (ma a cui poco è stata data la parola, ndr) dal Presidente della Municipalità Angelo Pisani per decidere «democraticamente» su Gomorra si o Gomorra no.

«Scampia non è in vendita – afferma il Presidente della Municipalità – ed io mi sono opposto ad un tipo di cinema che fa passare solo un’immagine negativa del quartiere e ne fa sciacallaggio». Dunque, interpretando il sentimento di chi a Scampia ci vive tutti i giorni, la decisione è quella di negare l’autorizzazione alle riprese esterne della fiction della discordia (quella tra De Magistris e Saviano giocata a colpi di lettere sui quotidiani). E il Presidente se ne assume la responsabilità, di questa scelta, davanti al  «santuario della legalità» (Saviano, ndr) verso il quale «altri non hanno il coraggio di opporsi».

«Non vogliamo nascondere i problemi – prosegue – ma al racconto del male, vogliamo vi sia anche il racconto del bene, delle tante positività di questo territorio, martoriato da 30 anni di mala politica».

Dello stesso parere è Don Aniello Manganiello, il prete anticamorra vissuto per tanti anni a Scampia, e che ha rifiutato la scorta (“è nel DNA di un prete denunciare il male” – dice, ndr): «Ormai la situazione del quartiere è nota, non c’è bisogno di un altro film. Perché non raccontiamo, invece, le cose belle, le conversioni, il magnifico lavoro delle tante associazioni?». 

dibattito_pubblico_scampiaDagli umori dei presenti, cittadini e rappresentanti di tutte le associazioni che da anni lavorano per la rinascita del territorio, si capisce che nessuno, o quasi, vuole la fiction. Ma per carità, “niente di personale” verso Saviano (consulente nel progetto televisivo,ndr). Ed il clima si arroventa proprio a causa di uno striscione recante la scritta “SCAMPIAMOCI da Saviano”(portato dal movimento Lavoratore Italiano), posto davanti al tavolo cui sono seduti i rappresentanti istituzionali e non.

“Saviano – dicono alcuni presenti – non è il vero danno di Scampia, anzi, ha denunciato il male del quartiere”. In disaccordo verso lo striscione anche alcune associazioni che avevano criticato lo scrittore, come Resistenza anticamorra, A 67, Arci Scampia e lo stesso Don Manganiello, in quanto “il problema – dicono - non è Saviano ma la fiction”.

E presenti al dibattito ci sono anche i produttori dell’opera televisiva. Gianluca Arcopinto interviene ufficialmente per Cattleya: «Spostiamo i tempi delle riprese per riflettere sui contenuti della fiction, con l’intento di ampliare i contenuti positivi». «Ma – aggiunge – se non facciamo Gomorra 2 quella parte marcia continuerebbe ad esistere»

Intanto la parte sana del quartiere fa uscire, prendendo quasi arbitrariamente la parola concessagli molto poco nel corso del dibattito, il vero problema di Scampia: «Casa e lavoro – gridano –  qui siamo rovinati».

A questo proposito segue la proiezione del documentario di Michelangelo Severgnini, prodotto da Figli del Brox, “L’uomo con il megafono”, la storia della lotta di oltre venti anni per l’abbattimento delle Vele (alcune ancora in piedi).