Al via la sperimentazione per la nuova social card. Dodici le città coinvolte

di Ermenegilda Langella

Il 15 gennaio scorso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con Ministero dell’Economia e delle finanze, ha dato il via alla sperimentazione della nuova social card. L’operazione coinvolgerà 12 città: Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Venezia e Verona. Durerà un anno e impegnerà risorse pari a 50 milioni di euro. (Ermenegilda Langella)

social_card E’ la legge di stabilità a finanziare la nuova Social Card con stanziamenti che arrivano a 400 milioni di euro derivanti in parte dal Fondo di Palazzo Chigi per le politiche sociali (200 milioni), in parte dalla riprogrammazione dei Fondi strutturali (150 milioni) e in parte dal decreto Semplificazioni (50 milioni).

La prima versione della carta era stata varata dall’ex ministro Tremonti all’interno del decreto legge 225 del 2010, e si proponeva di supportare persone in particolare stato di indigenza negli acquisti di beni essenziali.

 

La nuova social card, invece, che sarà erogata dagli enti locali, prevede un beneficio economico superiore alla social card ordinaria che sarà modulato in base al nucleo familiare: circa 400 euro mensili per famiglie con 5 o più componenti.

Saranno i Comuni ad effettuare la selezione, dunque, impegnandosi non solo ad erogare il contributo, ma anche a portare avanti un progetto personalizzato di intervento nei confronti di tutti i componenti della famiglia, con particolare attenzione anche ai minori presenti.

La partecipazione al progetto sarà prerogativa assoluta per la riscossione del credito messo a disposizione e la scelta delle famiglie coinvolte avverrà, non solo in base al numero dei componenti il nucleo familiare, ma anche sulla base della lotta alla povertà minorile.

Riguardo alla misura, Mario Marazziti della Comunità di S. Egidio, che storicamente ha sempre avuto un’attenzione particolare verso gli indigenti, nel corso della presentazione del Rapporto sulla povertà a Roma e nel Lazio, ha dichiarato: ''Abbiamo anche aiutato a rendere la social card efficace, ma è uno strumento insufficiente. Dobbiamo introdurre il reddito minimo di sostentamento e inserimento sociale perché bisogna  aiutare chi è in difficoltà. Dobbiamo evitare che la povertà temporanea diventi strutturale, questo sarebbe un peso per l'Italia insostenibile per il futuro".

Lorenzo Guerini, sindaco di Lodi e delegato Anci al welfare, commentando gli stanziamenti per la nuova Social Card, ha dichiarato: ”Aumentano i bisogni dei cittadini e diminuiscono le risorse destinate al sociale parte delle quali, a diretta gestione statale, risultano indisponibili agli enti locali nell’erogazione di servizi sui territori”.

“Lo abbiamo detto all’Assemblea annuale Anci di Bologna – ha aggiunto – e ci troviamo costretti a ribadirlo oggi. Esprimiamo una valutazione cautamente positiva sulla risposta, a nostro avviso parziale, del governo alla necessità di destinare risorse al sociale seppure ci sembra importante l’aver riconosciuto ai Comuni un ruolo importante nella gestione della stessa”.