La moda “diversa” sbarca alla Fiera di Milano, “Lavoro ai disabili attraverso la sartoria di alta qualità”

di Ornella Esposito

Per la prima volta, la fiera internazionale della moda di Milano ospiterà un catalogo di capi di alta moda realizzati da un’associazione di disabili in stretta collaborazione con giovani esperti del settore. Intervista al Segretario Nazionale dell’Associazione Nazionale Italiana Diversamente Abili. (Ornella Esposito)

diversamente_moda_copertina NAPOLI – Quando si parla di alta moda, vengono quasi sempre in mente donne bellissime dalle gambe lunghe che ondeggiano su passerelle vellutate, abiti da “mille e una notte”, stilisti frenetici un po’ fuori dalle righe, flash impazziti. Le fashion words sono: stile, tendenza, costume.

 

A nessuno verrebbe in mente di associare l’haute couture al termine disabilità. O meglio, è successo talvolta che modelle in carrozzina abbiano sfilato indossando capolavori di noti stilisti, o che siano stati realizzati capi di alta moda per disabili. Mai, però, i diversamente abili hanno collaborato alla realizzazione di quei capi.

Questa è l’assoluta novità del progetto “Diversamente Moda” promosso dall’Associazione Nazionale Italiana Diversamente Abili, approdato alla Fiera della Moda in corso a Milano da oggi fino al 26 febbraio.

ServizioCivileMagazine ne parla con il segretario nazionale Luigi Esposito:

“Diversamente Moda”, una novità assoluta: persone disabili che cuciono capi d’alta moda. Ci spiega bene il progetto?
"Anzitutto va detto che la nostra è un’associazione atipica. Noi non facciamo assistenzialismo, ma promuoviamo la formazione ed il reinserimento lavorativo delle persone disabili. L’idea progettuale è quella di dare lavoro ai disabili creando un laboratorio sartoriale di capi di altissima qualità, dunque, destinati ad un mercato sempre florido e che non è stato investito così tanto dalla crisi, come quello dei capi di media e bassa qualità.
Ciò che abbiamo creato è un laboratorio sperimentale in cui i disabili hanno affiancato, secondo le loro competenze, ancora molto minime, giovani stilisti, sarti ed operatori della moda, che hanno lavorato gratuitamente, alla realizzazione dei capi.
Ne è stato fatto un catalogo, scattato nella incantevole cornice del tunnel borbonico, alla cui realizzazione modelle, truccatori, parrucchieri, fotografi, tutti professionisti di primo ordine, coordinati dal direttore artistico Pasquale Esposito, hanno prestato anch’essi la propria opera professionale gratis.
L’obiettivo è quello di avviare un percorso formativo di due anni affinché le persone disabili possano acquisire competenze di alto livello, e lavorare per le case di moda che soffrono la penuria di sarti".

Una collaborazione, quella tra gli operatori della moda e l’Anida, proficua ma anche insolita. Come è nata?
"Un aiuto importante ci è stato dato dal nostro direttore artistico, Pasquale Esposito, che organizza eventi e ci ha messo in contatto con gli stilisti, ed abbiamo realizzato il laboratorio sperimentale, poi il calendario. Il progetto è autofinanziato. Abbiamo chiesto a tanti sponsor, ma le risposte sono state vaghe".

Che cosa vi aspettate dalla partecipazione alla fiera di Milano?
"Che imprenditori più lungimiranti di quelli campani, si appassionino al progetto, visto che le case di moda lamentano la scarsità di mano d’opera qualificata".

Avete ricevuto i complimenti dalla Camera Nazionale Italiana della moda, ma le istituzioni locali – come lei ha dichiarato nel dicembre scorso – nicchiano dinanzi ai vostri progetti e richieste. Insomma, nemo profeta in patria?
"Si, è così. L’Associazione è stata recentemente sfrattata dal Comune di Napoli che ha ritenuto impropria l’assegnazione fatta dalla precedente amministrazione. Ma noi non ci siamo persi di coraggio, e con molta forza di volontà abbiamo trovato delle alternative.
Dispiace molto che ci hanno chiamato da Torino perché interessati al nostro progetto, che siamo stati citati nel Giugno 2011 quale “iniziativa meritoria” nella risoluzione della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, la quale appunto incitava il governo a favorire “azioni positive per il sostegno a progetti sperimentali di inserimento lavorativo dei disabili”".

Per saperne di più: www.anidaonlus.it.

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