“Arena di Pace e Disarmo”: intervista a Pasquale Pugliese

di Katia Tulipano

Il Segretario Nazionale del Movimento NonViolento entra nel vivo dell’evento che radunerà migliaia di persone per manifestare a favore dei temi della pace e del disarmo. (Katia Tulipano)

pasquale_pugliese “Arena di pace e disarmo”. Ci parli di questa manifestazione.
La Rete italiana per il Disarmo, la Campagna contro gli F35 e tanti altri soggetti hanno deciso congiuntamente di organizzare per il 25 aprile, giornata delle celebrazioni per la liberazione dal fascismo, una grande festa che abbiamo chiamato di “resistenza e liberazione”. Dopo la tragica esperienza del fascismo i costituenti hanno cristallizzato principi come il ripudio della guerra. Oggi invece  siamo in una situazione opposta: la preparazione continua della guerra ed il ripudio di fatto dei diritti. Noi crediamo che la liberazione in realtà non sarà compiuta fino a quando nel nostro paese si continuerà a spendere più per la guerra che per l’affermazione dei diritti sociali e politici. C’è un pezzo di liberazione che va ancora realizzata ed è la liberazione dalla corsa agli armamenti.
Perciò questa manifestazione. Il popolo della nonviolenza parteciperà mettendo  in scena le campagne che negli ultimi anni lo hanno visto impegnato. Ci aspettiamo migliaia di persone: artisti, intellettuali, giovani, il popolo della pace che non vuole soltanto partecipare ad una giornata di retorica pacifista, ma intende prendere un impegno specifico per il disarmo e la difesa civile.

Come valuta il taglio del Governo Renzi alla spesa per gli F35?
E’ un taglio per noi assolutamente insignificante e ridicolo per un progetto che costerà 15 miliardi di euro soltanto per l’acquisto. Siamo stanchi del balletto di cifre ed indiscrezioni: anche un solo cacciabombardiere per noi è di troppo. Bisogna cambiare l’impostazione delle relazioni internazionali del nostro Paese: non possiamo continuare ad avere una politica estera fondata sulla minaccia data dal possesso di armi così potenti peraltro a capacità nucleare. E’ importante che si adotti una nuova politica incentrata sul tema della convivenza civile, sociale, dove la difesa è utilizzata per neutralizzare la minaccia oggi rappresentata dalla precarietà, dalla disoccupazione e da una sanità che non funziona. Il concetto di difesa e di minaccia vanno ripensati: le risorse economiche vanno investite per la nostra sicurezza sociale e civile piuttosto che per le minacce armate.

Quale il ruolo del servizio civile nell’Arena di Pace e Disarmo?  
In questi ultimi anni abbiamo costruito anche insieme alle forze del servizio civile come la Cnesc ed il Forum Nazionale Servizio Civile il percorso che ci porta all’Arena di Pace e disarmo cui, non a caso, a conclusione della manifestazione lanceremo insieme ai tanti volontari che saranno presenti, la campagna per il disarmo e la Difesa Civile. Si è creata questa nuova alleanza tra il mondo della pace e della non violenza e quello del servizio civile per portare avanti questa campagna comune: spostare risorse dalla difesa militare a quella civile perché se il nostro impianto normativo costituzionale prevede due modalità difese della Patria queste devono avere almeno pari dignità. E’ vero che l’Italia è uno dei pochi paesi che ha un ordinamento legislativo che prevede la difesa civile della Patria, ma sul piano sostanziale non ha ancora la stessa dignità della difesa armata. Non è possibile che ogni anno si spendono 24 miliardi di euro per la difesa militare e solo un terzo del costo di un solo cacciabombardiere per il servizio civile che è il nostro strumento di difesa civile. Il servizio civile ha il ruolo di rivendicare il diritto alla difesa civile. Come la generazione di Pietro Pinna ha conquistato il diritto all’obiezione di coscienza questa generazione deve conquistare il diritto alla difesa civile e non violenta. E’ tempo che i giovani si facciano carico di questo nuovo impegno per se stessi e per tutta la collettività.