Arena di Pace e Disarmo, Don Ciotti: “C’è bisogno di una resistenza etica civile e culturale”

di Katia Tulipano

Il fondatore di Libera all’Arena di pace e disarmo. (Katia Tulipano)

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“Siamo qui per riflettere tutti insieme. Tanti dicono noi, ma molti pensano io. Ci vuole una nuova forma diffusa di resistenza etica civile e culturale nel paese”. Così Don Luigi Ciotti, fondatore dell’associazione Libera, nomi e numeri contro le mafie, ai 10.000 del popolo della nonviolenza. “Il cambiamento ha bisogno di tanti io: associazioni, persone oneste, gruppi, movimenti che con molta umiltà si mettano insieme”.

 

Secondo Don Ciotti non sono solo le armi a minacciare il nostro paese: “L’Italia ha bisogno di pace: 5 milioni di persone vivono in condizioni di povertà assoluta, 7 milioni di persone stanno attraversando un disagio lavorativo, ci sono 6 milioni di analfabeti e per finire l’Europa ci ha richiamato di recente perché siamo agli ultimi posti per la lotta alla dispersione scolastica. Il nostro paese è attraversato da una guerra silenziosa che non è quella delle armi, ma quella economica, della burocrazia, quella delle scelte della politica che non ha fatto o che deve ancora fare per dare dignità e libertà alle persone”.

“Siamo ritornati alla beneficienza” sottolinea il fondatore di Libera, che aggiunge: “I poveri però non la chiedono, perché vogliono vedere affermati i propri diritti”. Secondo Don Ciotti l’unico modo per sconfiggere questa guerra silenziosa è “Uno scatto da parte di tutti: della politica, ma anche di noi stessi. C’è bisogno che si riaffermi l’art. 3 della Cost. Pace vuol dire creare percorsi per dare dignità, libertà, giustizia, opportunità alle persone”.