Il Paese delle occasioni perse

di Francesco Gentile

(di Francesco Enrico Gentile)

Sembra che questo Paese sia stregato, vittima di un incantesimo. Ciò che altrove funziona, qui perde di significato. Se nel resto d’Europa si immaginano politiche di innovazione e sostegno alla lotta alla disoccupazione giovanile, qui in Italia si tramuta il tutto nella ripetizione pedissequa di errori storici.

Il caso del Piano di attuazione italiano della Garanzia Giovani sembra confermare questa terribile tesi.

L’intuizione europea di un corposo investimento pubblico diretto ad intervenire massicciamente sul tragico fenomeno NEET rischia, seriamente, di impaludarsi nella mota italiana fatta di compromessi, conservazione dello status quo e una sorta di autismo politico-amministrativo.

La disamina è presto fatta: il Piano Garanzia Giovani nasce per ridurre, se non per eliminare, la drammatica situazione in cui versano 3,3 milioni di giovani, di età compresa tra i 15 e i 24 anni per scelta fuori dai percorsi di formazione, di lavoro.

3,3 milioni immersi in un limbo fatto di sfiducia, assenza di speranza, rassegnazione.

Ora la domanda è: se la disoccupazione giovanile in Italia è al 40%, di chi è la colpa?

Della crisi, certo. Dell’atavico mismatch tra competenze fornite dalle tradizionali agenzie formative e quelle richieste dal mondo del lavoro? Sicuramente. Tuttavia qualche responsabilità va anche individuata negli scarsi risultati prodotti dal sistema, regionale e nazionale,di politiche attive del lavoro.

Soluzione? In Italia si decide di trasferire integralmente le risorse di Garanzia Giovani alle Regioni che è rivendicano il diritto di utilizzarle per finanziare piani e politiche già esistenti.

Semplicemente assurdo.

Altro esempio di folle coazione a ripetere tutta italiana: si decide, sotto la pressione degli enti e delle organizzazioni rappresentative , di inserire il Servizio Civile Nazionale tra le 4 opportunità da offrire ai giovani NEET.

Il problema è che nella trasposizione delle idee al Piano consegnato a Bruxeller per l’approvazione la parolina NAZIONALE scompare. Risultato? Offrire o meno l’opportunità di Servizio Civile Nazionale  ai giovani diventa facoltativo e, soprattutto, paurosamente a rischio di fallimento.

Il tempo per rivisitare il Piano di Garanzia Giovani stringe, ma è ancora a disposizione di chi deve e può agire.

Come ha scritto Tito Boeri su Repubblica “Non sprechiamo questi soldi per i giovani”.

Ecco, facciamo di Garanzia Giovani una pagina nuova della azioni per le ragazze e i ragazzi italiani. Investiamo sulla innovazione, senza paura di agire su uno status quo che ha palesemente mostrato i suoi limiti.