Premio Riccardo Tomassetti. Ancora pochi giorni per partecipare al bando

di Anna Laudati

Parliamo del bando di concorso che premia il miglior giornalista scientifico promosso dal Master di I livello “Le scienze della vita nel giornalismo e nei rapporti politico-istituzionali” dell'Università La Sapienza di Roma e del giornalismo scientifico che mi appassiona da sempre. Vi spiego il perchè  - Caterina.  (Caterina Ferrara)

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Hanno tempo fino al 31 ottobre i giovani giornalisti impegnati nella promozione e divulgazione della scienza per partecipazione a un premio, arrivato alla sua terza edizione, che porta un nome speciale, quello di un Fisico, Riccardo Tomassetti, che ha dedicato la sua vita a Scienza e informazione. Il Manifesto, l’Espresso, Panorama, Scienze, Darwin sono alcune delle testate che hanno trovato spazio per le parole di un vero giornalista il cui interesse per l’evoluzione, la genetica ed l’embriologia lo aveva spinto, pochi mesi prima della scomparsa (a soli 39 anni), a iscriversi alla facoltà di Biologia di Roma.

Il bando di concorso per riconoscere e stimolare l'impegno dei giovani giornalisti impegnati nella divulgazione della cultura scientifica in Italia è stata promosso dal Master di I livello “Le scienze della vita nel giornalismo e nei rapporti politico-istituzionali” della Sapienza - Università di Roma.

Un premio giovane rivolto ai giovani che non a caso nell’edizione 2010 punta al tema “informazione e salute NEXT GENERATION”, ovvero alla conoscenza delle ricerche più all'avanguardia in campo bio-medico e delle terapie innovative che concorreranno a migliorare la salute delle nuove generazioni.

La scadenza del bando si avvicina, ma c’è ancora un po’ di tempo per candidare e candidarsi alla selezione che prevede, tra l’altro, un Premio Speciale per la divulgazione scientifica e sociale sull’Hiv/Aids. Negli anni Novanta, infatti, Riccardo Tomassetti si è distinto in special modo per la sua attività in questo campo e per la sua collaborazione con importanti associazioni come Positifs, Nadir ONLUS e Anlaids.

Caterina Ferrara. “Tutto ciò che può essere detto, può essere detto chiaramente”. Recitava così la massima appiccicata al desktop del Computer nel mio ex ufficio. Lo diceva Wittgenstein nel suo Trattato logico-philosophicus. Questa frase l’ho tenuta lì per tutto il tempo per ragioni più pratiche che di pensiero e, a dire il vero, per un’interpretazione più personale che vicina a quella dell’autore.

E’ stata lì per ricordare ogni giorno a me stessa che nel mestiere di giornalista non c’è cosa che non si possa dire o spiegare in maniera comprensibile, nitida e limpida. Uno sprono, un incitamento, una verità valida anche quando l’argomento in questione era la Scienza e magari la Medicina. Come spiegare ai non addetti ai lavori, al lettore che si occupa d’altro, perché l’influenza A è diversa dalle altre influenze o perché avere nel proprio sangue il virus dell’HIV non vuol dire necessariamente essere affetti da AIDS e, ancora, che cos’è una terapia anticancro a base di anticorpi monoclonali e via dicendo?

Il giornalismo scientifico si nutre senza dubbio di una materia ostica e soffre, dunque, di una duplice difficoltà. La questione però non ha mai scoraggiato nessuno, anzi cresce il numero di quanti si impegnano per passione e lavoro nel compito di comunicare le innovazioni terapeutiche e farmacologiche e i nuovi approcci sperimentali nel campo delle scienze della vita. Un impegno che dilaga non solo sulla carta stampata ma anche sul web coi suoi siti, blog e social media e che trova la sua espressione oltre che nella forma scritta testuale anche attraverso gli strumenti della radio, del video e del foto reportage.

Il giornalista scientifico si pone come traduttore, semplificatore e mediatore della conoscenza, non ci riesce sempre ma se ne assume incarico e responsabilità. Premi come quello dedicato alla memoria di Tomassetti dovrebbero moltiplicarsi e offrirsi oltre che come omaggio ad una professione che richiede un particolare sforzo di sintesi e rigore, come incitamento ed esortazione alla dedizione per un lavoro che spesso si fa stile di vita.

La Scienza è di per sé un impegno sociale ed è possibile promuoverla solo promuovendo a nostra volta chi la studia, l’approfondisce, e, non meno importante, chi la comunica.