Il 15 dicembre "L'Italia si confronta: Intervista al Presidente del Forum Nazionale Servizio Civile

di Marco Di Maro

A 41 anni dalla legge Marcora il FNSC chiama l’Italia a confrontarsi sul SCN. In questa intervita Enrico Maria Borrelli spiega perché. (Marco Di Maro)

Enrico_maria_borrelli_foto Il 15 dicembre Il Forum Nazionale Servizio Civile terrà la giornata nazionale di confronto sul Servizio Civile Nazionale, a Padova e a Napoli. Il Servizio Civile come fattore di unità nazionale?
Noi siamo fermamente convinti che il Servizio Civile possa rappresentare, proprio perché costruisce insieme alle giovani generazioni il nuovo tessuto sociale di questo Paese, un fattore di educazione dei giovani. Una chiamata chiara alle future classi dirigenti di questo Paese di prendersi a cuore un impegno per il Paese e per la coesione sociale. Da questo punto di vista il Servizio Civile è un grande fattore di unità nazionale.

A proposito di coesione sociale: il 16 luglio a Roma il Forum Nazionale Servizio Civile ha lanciato l’idea della connessione tra SCN e Garanzia. Tema riproposto il 31 ottobre durante l’incontro tra il Ministro Giovannini e le associazioni giovanili. A che punto siamo e qual è la vostra proposta?
Prima di tutto voglio specificare che il Servizio Civile Nazionale non è una politica attiva del lavoro. Mi preme dire questo perché l’accostamento che noi proponiamo da mesi al Parlamento e al Governo non è un modo di significare che il SCN sia una politica del lavoro. Semplicemente il Servizio Civile, al pari di altre esperienze di partecipazione e d’impegno candidate a essere luoghi di apprendimento secondo i dettami del decreto Fornero, è un’occasione per i giovani non solo di fare qualcosa per la propria comunità ma anche e soprattutto per loro stessi.  Quindi se il Servizio Civile grazie alla sua struttura, progettuale e di obiettivi, grazie alla formazione, in aula e sul campo, che i giovani ricevono per 1400 durante l’anno d’impegno, può contribuire ad accrescere le competenze dei giovani, allora va necessariamente legato alla Garanzia Giovani.

Avete scelto il 15 dicembre come data del vostro confronto, a 41 anni dalla Legge Marcora. Erano gli anni in cui l’obiezione di coscienza era un beneficio concesso dallo Stato. Nel 2013 come coniugare obiezione di coscienza, formazione, impegno civico e opportunità?
Nel 1972 abbiamo avuto la Legge Marcora che, come lei ricordava, parlava di un Servizio Civile Sostitutivo al Servizio militare, un beneficio concesso dallo Stato ai giovani che rifiutavano l’uso delle armi.  Il SCN in oltre 40 anni è cresciuto nella cultura del Paese, dei giovani, ed è cresciuto anche nella sua capacità di rispondere ai bisogni del territorio e delle persone. Dunque si è conclamata come una forma autonoma, non necessariamente alternativa al Servizio militare, di difesa del Paese dove per difesa della Patria s’intende una difesa tesa a garantire i diritti delle fasce più deboli della nostra popolazione; una difesa che si esplicita anche nella difesa dell’immenso patrimonio ambientale, culturale, storico e artistico. E’ anche una difesa civile che si accosta anche alla protezione civile nelle azioni di prevenzioni e di educazione all'autoprotezione dei cittadini.

Il 15 dicembre chiamate a ragionare con voi volontari, amministratori, giovani politici. Come mai la scelta di un parterre così eterogeneo?
Il Servizio Civile è fattore di coesione per questo Paese perché coinvolgen, da un lato, una molteplicità di enti, pubblici e privati, e dall’altro decine di migliaia di giovani ogni anno. Regioni, Consorzi, Province, imprese sociali e giovani volontari costituiscono il complesso sistema del Servizio Civile Nazionale che, ognuno per la sua parte, contribuisce ad arricchire.
Se quindi da un lato abbiamo chiamato i giovani, attraverso le proprie rappresentanze sempre più attente e qualificate, a portare il loro punto di vista, abbiamo inteso dall’altro metterli a confronto con tutti gli attori interessati.
Innanzitutto lo Stato, che ha la responsabilità di normare e finanziare il Servizio Civile; poi le Regioni che, attraverso la propria potestà legislativa possono promuovere leggi e connessioni con il mondo del lavoro e della formazione; infine i Comuni che possono promuoverlo sul territorio, facilitare la costituzione di reti locali e, non di meno, finanziare progetti di Servizio Civile come possono fare le organizzazioni del terzo settore e le imprese stesse.
Proprio sulla possibilità delle imprese di finanziare il Servizio Civile penso che il Sistema tutto debba dare segnali di rinnovamento. Sono sempre di più le imprese che attraverso la responsabilità sociale intendono in qualche modo restituire al territorio le risorse e i profitti derivanti dall’attività d’impresa. Perché non candidare il Servizio Civile a essere una delle azioni con cui le imprese possono mettersi al servizio delle comunità locali?

Per il 15 dicembre il Forum Nazionale Servizio Civile ha lanciato l’hashtag #litaliasiconfronta con cui chiamate i giovani a raccontare cosa ha insegnato loro il Servizio Civile. A Enrico Borrelli, obiettore di coscienza, cosa ha insegnato il Servizio Civile? In 140 caratteri
140 caratteri sono pochini per descrivere una scelta che è diventata la mia vita. Il Servizio Civile Nazionale è stato per me la più importante esperienza di vita. Lo testimonia il fatto che ho vissuto questa esperienza perché obbligato dalla leva e ne ho poi trovata una ragione di vita. Oggi mi occupo principalmente di questo ed è indiscutibilmente merito dell’esperienza fatta.