Speciale “Nemmeno di striscio”. Il manifesto politico

di Katia Tulipano

Continua lo Speciale di SCMagazine sulla campagna di sensibilizzazione contro l’uso delle sostanze stupefacenti del Modavi Onlus, Opes Italia e Asi Ciao. (Katia Tulipano)

nds13 L’iniziativa che coinvolge associazioni, persone ed enti in tutta Italia con eventi sportivi, musicali e culturali si concluderà il 26 giugno Giornata mondiale  per la lotta alla droga.

Ecco il manifesto politico della campagna.

“Negli anni la gente la comune e la politica hanno abbassato il livello di guardia nei confronti del problema droga. Drogarsi appare una cosa normale perché tutti usano gli stupefacenti, dai piccoli ai grandi, dai poveri ai ricchi, quasi la droga fosse un bene di consumo come altri.

Le droghe hanno dilagato e continuano a farlo, particolarmente tra giovani e giovanissimi. Non solo eroina, ma soprattutto droghe psicostimolanti, il cui uso è ormai diffusissimo perché considerate una “non droga” e venduta a costi alla portata di qualsiasi classe sociale. Nel frattempo, crolla l’età di accesso al consumo. Si inizia già in età adolescenziale.

Torna a crescere nuovamente il consumo dell’eroina, ci si buca di meno, viene sniffata, le conseguenze sono identiche: una nuova popolazione di eroinomani dopo quella degli anni 70 ed 80 che hanno bruciato la loro vita, ed oggi vagano tra i servizi imbottiti di metadone e psicofarmaci.

Dalla dipendenza si è passati alla polidipendenza. Tante droghe, tutte insieme. Come dire? Non importa come, l’importante è sballare, allontanarsi da una realtà che spesso oggi non è fatta di emarginazione, ma di noia, vuoti, mode da seguire.

Il traffico di droghe continua la sua inarrestabile strategia di marketing per alimentare i consumi e offrire a nuovi clienti ogni genere di sostanze ricreazionali, energizzanti, dopanti, stimolanti, anestetizzanti alla portata di qualsiasi tasca.

Il sistema dei servizi per i tossicodipendenti è vecchio e declinante. Sono passati 20 anni ed il sistema dei servizi pubblici e del privato sociale mostra tutti i segni del suo invecchiamento e declino. L’attuale sistema di intervento, cresciuto in maniera tumultuosa e poco sinergica, rischia, oggi, di diventare un sistema statico, poco incisivo sia sulle vecchie che nuove forme di uso di sostanze.

E’ necessario ribadire, invece, che non esiste pluralismo accettabile nel campo del giudizio sul consumo di droga. Prendere droga, sia usare cannabis o marijuana sia eroina, cocaina o qualsiasi sostanza allucinogena non potrà mai essere considerato un diritto.

Siamo contrari a ogni tipo di liberalizzazione totale o graduata: qualsiasi legalizzazione rappresenta un avallo soprattutto morale e dunque una sorta di favoreggiamento di Stato a un delitto contro la persona.

La legalizzazione del mercato degli stupefacenti non indebolisce la criminalità organizzata poiché, come ebbe a dire Paolo Borsellino già nel 1990, l’esistenza di un mercato legale della droga comporta delle regole alle quali la criminalità risponde con nuove forme di illegalità. Nessuna legalizzazione può dare luogo ad un mercato senza regole a meno di non voler ammettere che anche ad un ragazzino di 12 anni sei debba consentire di acquistare la sua dose e per diverse volte nell’arco della giornata.

Bisogna rivoluzionare il sistema dei Servizi, ripensarlo dalle fondamenta ricrearlo a seguito dei fallimenti accumulati. E’ necessario superare gradualmente il concetto del dualismo pubblico/privato sociale per arrivare alla creazione di un unico sistema di offerta dei Servizi capace innanzitutto di comprendere le nuove modalità di consumo e i nuovi profili del consumatore e, quindi, in grado di pensare efficaci strategie di intervento.

E’ necessario restituire centralità alle politiche di promozione della salute e alle campagne di prevenzione “contro” la droga e non di educazione “sulle” droghe. Progetti di prevenzione all’uso di sostanze stupefacenti e di altre forme di dipendenza (internet, gioco d’azzardo, acquisto compulsivo, etc.)  che coinvolgano a diversi livelli i giovani – attraverso laboratori creativi, educazione tra pari, informazione adeguata, e adulti (genitori ed insegnanti) – che dovrebbero, invece, assumere nuovamente su di sé il ruolo di adulti consapevoli.

Aumentare l’offerta formativa per chi lavoro e opera nel settore delle tossicodipendenze e delle dipendenze patologiche per avere operatori del settore sempre più aggiornati e preparati.

Favorire la nascita di luoghi d’incontro per i giovani, capaci di promuovere stili di vita sani e liberi dalle droghe.  Spazi che favoriscano lo sviluppo delle potenzialità e delle capacità creative dei giovani attraverso varie forme di espressione e facciano maturare il senso dell’impegno sociale e civile rivolto agli altri. Centri di aggregazione giovanile che in antitesi rispetto alle tristemente note “stanze del buco”, siano invece catalizzatori di esempi positivi e strumenti per la promozione dell’agio.{jcomments on}