C'era una volta un Rappresentante Nazionale dei Volontari... Corrado Castobello!

di Katia Tulipano

Continua lo speciale "Quelli che... Aspettano l'Assemblea".  (Katia Tulipano)

Castobello Ore 06.45. A svegliarmi un’email: “Katia, non ci crederai, ma cominciando a scrivere, ho passato tutta la notte a ripercorrere la mia esperienza di SCN! E’ stato bellissimo: ho rivissuto come un film tutte le tappe dell’esperienza più bella della mia vita”. Ecco, questo è Corrado Castobello! Uno dei quattro appassionati Rappresentanti Nazionali dei volontari in Servizio Civile. Sicilaino, 26 anni, studente di informatica e membro di un’associazione culturale che promuove la cultura in tutte le sue forme. A SCMagazine, aspettando l’Assemblea straordinaria dei rappresentanti, i cui lavori partiranno domani pomeriggio per terminare sabato sera, Corrado racconta perchè ha deciso di mettere un anno della sua vita al servizio della collettività.

"Ho scelto di fare il Servizio Civile Nazionale perché è lo strumento che mi avrebbe permesso di declinare il mio modo di essere rispetto a temi quali l'attaccamento e la partecipazione attiva nel nostro Paese, la Difesa, le risoluzioni intelligenti di problematiche civili e sociali in svariati contesti e la semplice voglia di fare qualcosa di utile per la società, per dire "io ci sono e faccio qualcosa". Troppo spesso il cittadino vive passivamente questo suo importante ruolo nella società… e poi però si lamenta. Da buon siciliano, il mio motto modugnesco "tu ti lamenti, ma che ti lamenti? pigghia nu bastune e tira fora li denti", ho preso il mio "bastone" facendo domanda per il bando del Servizio Civile Nazionale e poi l'ho ripreso quando mi sono candidato a rappresentante nazionale.

Nel 2003 appartenevo a quell'ultimo scaglione di ragazzi per cui il Servizio Militare era ancora obbligatorio. Sono stato tra gli ultimi ragazzi che si sono posti la domanda: voglio imbracciare un fucile ed imparare ad usarlo o no? Mi sono risposto che non sono mai stato attratto neanche dai mitra giocattolo e ora non vedo perché dovrei imparare a sparare davvero. Ho ritenuto di poter essere utile in un altro modo alla società. Poi, la voglio dire tutta, il mondo militare può anche avere il suo fascino, ma la vita di caserma che non mi ha mai entusiasmato, oltre ad avere una repellenza per le armi. Il Servizio Civile Nazionale Volontario, però, istituito due anni prima, era ancora aperto solo alle donne e ai riformati. Decisi quindi di chiedere il rinvio per studio ed attendere che il Servizio volontario fosse aperto a tutti. Nel mio paese il servizio civile obbligatorio non era organizzato bene. Quello che però conta è che io mi sento un obiettore alle armi nella MIA coscienza, non avrò mai un porto d'armi neanche per sparare ad un piattello e sono così in tutte le cose che faccio. Dunque, facendo questa scelta, ho preso il Servizio Civile Nazionale e l'ho riposto in un cassetto in attesa del momento migliore. Momento che è arrivato nel 2008, quando, ormai trasferitomi a Torino, una mia amica aveva iniziato a fare il Servizio Civile Nazionale presso Confcooperative Torino e me ne parlava bene! Allora ho capito che era giunto il momento di riaprire il cassetto e vivermi questi 12 mesi. Senza sapere che non sarebbero stati 12 mesi ma molti di più, anzi penso che non finiranno mai, perché l'esperienza vissuta rimane per sempre e poi perché ormai ho un legame affettivo con questa istituzione.

Non credo nel destino, però capisco perché certe coincidenze sono talmente perfette da indurre qualcuno a crederci. E' il caso della mia candidatura a rappresentante nazionale. Durante una pausa discutevo animatamente delle criticità del SCN con una mia collega ed amica volontaria. La nostra responsabile dell'ente, Gabriella Colosso, una donna che si è occupata da sempre di Servizio Civile sin dai tempi dell'obbligo e dell'obiezione, ci interrompe e ci dice "beh… ma perché non vi candidate a rappresentanti allora? Voi volontari avete una rappresentanza e ogni anno ci sono le elezioni. Quando esce la circolare se volete ve lo dico. Fino ad ora non hanno mai eletto nessuno dei nostri volontari, però magari uno di voi ci riesce".

Bene, ci candidiamo entrambi a delegato regionale (perché è la prima tappa elettiva) e veniamo eletti entrambi, primi volontari di Confcooperative ad essere eletti delegati regionali.

In quanto delegato eletto con più voti e con la grande motivazione di voler salvare l'identità del Servizio Civile legata all'obiezione di coscienza e alla Difesa alternativa non armata e nonviolenta, mi candido io a rappresentante nazionale. Il periodo di campagna elettorale è stato molto importante e istruttivo. Ho costruito un’importante rete di relazioni con altri delegati: era già un risultato! Parto dunque per Roma già soddisfatto e desideroso più di incontrare quelle persone che del resto. Ma poi, tra emozione, stupore e pressione bassa, scopro di esser stato eletto  Rappresentante Nazionale dei volontari, insieme a Fania Alemanno, la compagnia di viaggio che avrei voluto con me in questa esperienza se avessi potuto scegliere. Una gioia incontenibile mi ha assalito. Soprattutto perchè il voto decisivo per la vittoria di Fania è stato proprio il mio: ho deciso di destinare il mio voto alla persona che avrei voluto accanto se avessi vinto!

Un'esperienza bellissima quella della rappresentanza, ma anche molto impegnativa, da cui non si cava 1 euro, ma che è tra le più belle esperienze della mia vita. Mi sta facendo conoscere tante belle persone e mi ha fatto capire che i miei predecessori erano così bravi e preparati perché, oltre alle loro capacità individuali, il lavoro di gruppo migliora singolarmente ciascuno e valorizza ancora di più le singole capacità, senza togliere libertà a nessuno. Ognuno ha la libertà che decide di prendersi, ma è l'interesse comune che fa da paletto naturale. Se si perde l'interesse comune si torna all'individualità e a curare il proprio orticello. E in quest'anno e mezzo io, Manfredi, Cristina, Fania, Silvia, Edoardo e i rappresentanti regionali e delegati abbiamo fatto del nostro meglio e continuiamo a farlo per avere cura di questo grande orto comune che è il Servizio Civile Nazionale. Così come la rappresentanza ha fatto precedentemente e come non ho dubbi che continuerà a fare in futuro."