Riforma del Servizio Civile e politiche sociali. Intervista a Pietro Barbieri

di Ornella Esposito

ServizioCivileMagazine ha  intervistato Pietro Barbieri, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, sulle tematiche del servizio civile e politiche sociali. (Ornella Esposito)

pietro_barbieri ROMA, CAMERA DEI DEPUTATI – Ieri mattina presso la sala della Mercede si è discusso della riforma del Servizio Civile Nazionale, grazie ad un seminario promosso dal Forum Nazionale.

 

A margine dell’incontro, ServizioCivileMagazine ha intervistato il portavoce del Forum Nazionale Terzo Settore.

Dottor Barbieri, cosa pensa della proposta di una riforma del Servizio Civile?
«Credo che manchino gli elementi fondamentali per tutto questo: la stabilizzazione e le risorse. La cosa più importante è che il Servizio Civile, qualsiasi riforma si faccia, venga incardinato e stabilizzato all’interno delle politiche giovanili e della difesa ».

Il Fondo Nazionale Politiche Sociali è stato rifinanziato. In Consiglio dei Ministri è stato risolto l’empasse che ostacolava il riparto del fondo alle regioni. C’è speranza per il “sociale” dopo il quasi azzeramento del fondo operato dai precedenti governi?
«Il primo rifinanziamento del fondo, che è di 300 milioni di euro, è un passo in avanti, ma non c’è certezza dei passi successivi e comunque non è sufficiente.
Le speranze sono su due fronti. Da un lato è indispensabile che vi sia un finanziamento nazionale, per  assicurare i servizi che sono stati tagliati. Dall’altro per garantire che vi sia la possibilità di traguardare per lo meno la definizione degli obiettivi di servizio, non dico i livelli essenziali di assistenza sociale.
Serve poi anche un impegno delle regioni e degli enti locali che devono usare in maniera adeguata i fondi a loro trasferiti.

Lei ha incontrato qualche settimana fa il viceministro alle politiche sociali, Maria Cecilia Guerra. Sul tavolo le istanze ormai storiche del terzo settore: mantenimento dell’IVA al 4% per gli enti no profit, stabilizzazione del 5 per mille, più risorse per la cooperazione internazionale, piano d’azione contro la povertà, revisione dell’Imu. Quali risposte concrete ha ottenuto?
«Su queste tematiche abbiamo incontrato non solo il viceministro Guerra, ma anche il Ministro Giovannini ed il viceministro all’economia Fassina. Stiamo ottenendo degli impegni in queste direzioni, ma ciò che più conta è costruire un processo politico chiaro affinché le scelte future, per intenderci quelle della prossima legge di stabilità in calendario ad ottobre, possano contenere tutte le istanze del terzo settore».

Lei è anche presidente della Federazione Italiana per il superamento dell’handicap che ha preso parte alla stesura del piano biennale sulla disabilità, presentato all’appena conclusa Conferenza Nazionale. Quali sono i punti salienti del piano, e quali gli impegni del Governo?
«Il piano d’azione prevede sette linee di intervento, ed è stato redatto dalle associazioni più rappresentative nel campo della disabilità. Faccio mie le parole del dottor Ranieri dell’Isfol, intervenuto poco prima a questo seminario: “Dallo scrivere poi bisogna mettere in opera”.
Posso sicuramente dire che tutti i rappresentanti del Governo, intervenuti alla Conferenza, hanno presente che ci sono 140 azioni da mettere in campo nei prossimi due anni per rispettare quel piano. Pertanto si tratterà di fare delle scelte, soprattutto politiche».