L'Italia fondata sul lavoro? A Napoli un'infermiera la vita per lo stipendio

di Anna Laudati

Mariarca Terracciano protesta per ottenere lo stipendio che le spetta: prelevava ogni giorno 150 ml di sangue. Ieri i funerali. Per i colleghi è stata “dimenticata dalle istituzioni”. La crisi uccide: Suicidio o martirio? (di Angelo Di Pietro)

mariarca-terracciano.jpgÈ una di quelle storie che sembrano impossibili, assurde, orribili. E noi la raccontiamo così, senza giri di parole, senza fronzoli, come è giusto che sia. Si sono tenuti oggi i funerali di Mariarca Terracciano, l’infermiera napoletana che ha protestato per ottenere lo stipendio dall’ospedale San Paolo di Fuorigrotta: ogni giorno, per quasi una settimana, si è fatta prelevare 150 ml di sangue. È deceduta due giorni fa dopo essere entrata in coma, proprio sul posto di lavoro. “Non ci sono le istituzioni, né i vertici della Asl, l'hanno già dimenticata, lasciata sola”, così si sfoga durante i funerali una collega, fuori dalla chiesa di Santa Maria di Tutti i Santi, “Non hanno capito il suo gesto”.

 E intanto il direttore sanitario dell’ASL, Maurizio Di Mauro si affretta a render noti i risultati dell’autopsia: nessun apparente collegamento tra i prelievi di sangue, interrotti il 3 maggio, e il malore che l’ha condotta alla morte sette giorni dopo. Ciò che Di Mauro non dice, invece, è quando l’ASL Napoli 1, la più grande del Paese, pagherà i suoi novemila dipendenti. Dovremo chiamarlo suicidio o martirio? La mancanza di lavoro uccide le prospettive, annega la voglia di vivere. E diamo pure la colpa al contesto sociale, ai politici che rubano le case [avete sentito di Scajola? Ndr], al caos legislativo sul lavoro, ai tagli alla sanità.

L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Precario, malpagato, in nero; questo la Costituzione non lo dice, ma lo dicono i giornali: la Grecia che sprofonda, le tangenti politiche. C’è ancora crisi, dannazione! Intanto il 2010 ha guardato morire l’Articolo 1. Lo ha osservato su un lettino d’ospedale attraverso il web, insieme ad altri 31mila internauti, ha sentito le sue parole, lo ha guardato negli occhi. L’inizio della protesta era stato ripreso dalle telecamere della tv locale JulieTV e postato su youtube: “Voglio dimostrare che stanno giocando sulla pelle e sul sangue di tutti”. È con queste parole che l’Articolo 1 ha dato il suo addio al mondo intero.

Eppure cinquanta anni fa lo stipendio del dipendente pubblico era il non plus ultra del salario, una sicurezza garantita, una fortezza intoccabile. Attraversare i cancelli del 21° ci ha insegnato anche questo: nemmeno ciò che ci è dovuto, possiamo darlo per scontato.