The Simpson: dal divano più affollato d'America la denuncia sul lavoro minorile

di Giuseppina Ascione

Il più famoso cartoon americano si scaglia contro lo sfruttamento del lavoro minorile e l'utilizzo degli animali da parte delle multinazionali. Guarda il video. (Giuseppina Ascione).

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Nonostante la proverbiale irriverenza della famiglia americana più famosa del mondo, mai dal celeberrimo divano di casa Simpson era partita una polemica che in poco tempo ha fatto il giro del mondo. Ma quando c'è di mezzo Bansky, forse il più noto street artist britannico, non si sa mai cosa ci si può aspettare.

Nella puntata andata in onda domenica sera negli USA, firmata proprio da Banksy ed Al Jean, che presto vedremo anche in Italia, dopo la tradizionale sigla che termina con la bizzarra famiglia che prende posto sul divano di casa, il colore lascia spazio al bianco e nero e compaiono alcuni ragazzi asiatici schiavizzati. Tutto ciò ha sollevato un mare di polemiche. La scena vede protagonisti numerosi giovani asiatici sfruttati all’interno di una fabbrica per la produzione di gadget dei Simpson.

Sequenze dove si possono facilmente individuare scene rappresentanti animali in schiavitù ed usati come imbottitura per le bambole raffiguranti Bart Simpson. Pare che la richiesta sia venuta proprio dalla casa di produzione che, tuttavia, è diventata l'oggetto dell'irriverenza dell'autore, eccezionalmente ingaggiato per la sigla. In un primo momento si era pensato addirittura alla censura, ma poi la puntata è stata trasmessa normalmente e il produttore dei Simpson ha voluto precisare, rispondendo al rumoreggiare di media e pubblico: “Succede questo quando si esterna quello che si sente”.

Probabilmente, infatti, gli autori hanno voluto fare luce su una realtà a cui spesso le stesse major stentano a sottrarsi, dimostrando che anche un cartone animato può diventare un mezzo di denuncia: partire da se, dalla propria condizione, per sfidare l’ignominia delle moltissime multinazionali che utilizzano, senza alcuna remora, il lavoro minorile e la distruzione dell’ambiente per massimizzare il profitto. Nella fattispecie, osservando il lavoro del bambino che intinge in un "misterioso" liquido verdognolo le immagini della famiglia Simpson, prodotte in serie da decine di disegnatrici alienate e senz'anima, le bambole di Bart vengono imbottite con la pelliccia di gatti tritati, persino un panda e un unicorno vengono sfruttati per fini commerciali.

La sigla, comunque, è andata in onda in versione integrale, stranamente, però, è stata già rimossa da You Tube e l’unica ancora on-line è stata caricata al contrario.

Guarda il video: