Zoo di 105. Panico Paura: Mazzoli&Co. sospesi fino a data indeterminata

di Angelo Di Pietro

La situazione  è poco chiara. L’AGCOM multa, la redazione di 105 smentisce. E c’è qualcuno che intravede lo zampino della politica. Forse il problema non è tanto le volgarità dette o non dette, quanto l’intero sistema della comunicazione, della televisione, dei media,  disciplinato grossolanamente, pieno dunque di luci e ombre. Per adesso, comunque, niente Zoo. Giusta sospensione o ennesima censura? (Angelo Di Pietro

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La mattina del 15 ottobre l’AGCOM sospende lo Zoo di 105 per la volgarità dei suoi contenuti. Riconosce che il programma non sia altro che una bella mitragliata di tamarraggine e cafonaggine trash. Ok, forse il testo battuto dall’ANSA non usava proprio questi termini, ma è per intendersi. C’è qualcuno qui che non conosce lo zoo? Per i pochi che hanno alzato la mano, chiariamo che è la strafamosa trasmissione radiofonica condotta da Marco Mazzoli, resistente nel palinsesto di Radio105 da oltre 10 anni, mietitrice di ascolti pomeridiani e serali, volgare, eccessiva, presuntuosa, ma unica e divertente.

Il fatto risale a venerdì mattina, ma non si ricostruisce facilmente, poichè che nel giro di poche ore si sono susseguite affermazioni, smentite e ritrattazioni. Dopo che il Garante delle Telecomunicazioni ha multato la trasmissione radiofonica, Mazzoli&Co. sono stati sospesi fino a data indeterminata.

Immediata la reazione dello speaker che sul blog, con un intervento al vetriolo, fulmina i responsabili della decisione, difendendo la dignità del programma e insinuando velatamente una motivazione politica alla base di tutto. Minimizza invece sull’accaduto il direttore dell’emittente, Angelo De Robertis: “è vero che l’Agcom ha contestato la volgarità di alcune trasmissioni ma sono risalenti al giugno del 2009, e no e poi no, lo Zoo non è stato censurato.

Se lo Zoo non è in onda è solo per una decisione autonoma della rete, come già avvenuto tante altre volte. Ritornerà regolarmente lunedì, sempre dalle 14 alle 16”. Una decisione autonoma della rete? Cioè chiudere il programma che, secondo il Sole24Ore, è il più apprezzato e ascoltato in tutta Italia? E perché il gruppo Finelco, editore della radio, dovrebbe perdere gli incassi pubblicitari di una settimana, senza tra l’altro proferir parola sull’accaduto (sul sito del gruppo nemmeno una riga)?

Andiamo a cercare direttamente le parole di Mazzoli sul suo blog, ma veniamo a scoprire che tutti gli interventi inerenti al fatto sono stati cancellati, sostituiti da un poco rassicurante “non posso darvi troppi dettagli, perché ogni parola che scrivo su questo diario, sembra compromettente”. Tra l’altro, immediatamente dopo la chiusura dello Zoo, era nata una fanpage su facebook che ne invocava la riapertura, ora inspiegabilmente chiusa anch’essa.

C’è qualcosa che non va o sbaglio? Pare che tutto nasca da una lettera di protesta scritta alcuni mesi fa da tale Vincenzo Fierro, il quale rimase scandalizzato dagli insulti a cascata che i tamarri di 105 scaricavano addosso qualche malcapitato in radio (si son già presi oltre 200 querele per questo, ndr). In un’intervista al Quotidiano della Basilicata, Fierri afferma che “dal Garante delle comunicazioni mi risposero che non c'era nulla da fare. Dissero che quella era un'emittente privata, per questo non potevano farci nulla. Erano liberi di trasmettere quello che volevano”.

Perché adesso le autorità hanno deciso di intervenire? Dopo undici anni di attività, non è un pò tardivo? Qualcuno ipotizza che detonatore della vicenda sia il palese appoggio, nelle ultime puntate dei tamarri, a Beppe Grillo e al suo Woodstock, ergo al Partito delle 5 Stelle. Diciamo solo che l’editore della radio, il gruppo Fineco, fa parte del gruppo RCS, quest’ultimo controllato dal gruppo Mediobanca. È un gioco di scatole cinesi, ma tanto basta a scatenare la polemica politica, in un clima sempre più rovente intorno al fatidico tema della libertà di parola. Viene in mente Santoro. Ma quanto è giusto rimettere la questione alle decisioni politiche?

Azzardiamo che è proprio colpa di questo clima, se oggi si parla troppo e male di una comunicazione di qualità che in Italia manca. Giornali, televisioni o radio, davvero non riescono a sopravvivere senza scadere un minimo nel sentimentale portato all'esasperazione, nel pulp, nel torbido, nel macabro e nell'assurdo purchè scandaloso? Proprio perché i media annegano nel volgare, è giusto chiudere le trasmissioni che violano l’etica comune e i valori sociali. Ma se siamo d’accordo su questo, il problema è intenderci su “etica comune” e “valori sociali”.

In definitiva, per fare il punto della situazione, è stata chiusa un trasmissione fatta di parolacce, che non trasmette in fascia protetta (in radio la fascia protetta è dopo le 16. Lo zoo va in onda tutti i giorni dalle 14 alle 16); una trasmissione che, nella sua storia, è stata sospesa e riaperta almeno una volta l’anno, ma che ha vinto la Radio Grolle nel 2007, come miglior programma radiofonico.

Forse il problema non è solo il contenuto di volgarità, ma l’intero sistema della comunicazione, della televisione, dei media, mai disciplinato con esattezza, pieno di luci e ombre. E visto che, come al solito, il problema è stato sommariamente affrontato, i tamarri adesso avrebbero la piena ragione nel dire “Panico Paura!”.