Che lavoro fai? ”Il collaboratore Parlamentare". Cioè?

di Francesco Fulcoli

Una speranza per i più giovani, un punto interrogativo per molti, una disgrazia per tanti e un enigma per tutto il resto. Ne esistono di due categorie: una retribuita, l’altra non retribuita. Retribuita tanto o ‘appena’ retribuita? Domanda di riserva? (Francesco Fulcoli)

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Quando pensi che sia finita, magari dopo anni di studio, esami, concorsi e prove varie è proprio allora che comincia la salita e così è per tutti quei giovani a cui si aprono le porte lavorative di quei palazzi dove dimorano i nostri politici che fanno parte del mondo dei collaboratori parlamentari e che regolano la loro vita giorno e notte, scandendone, in alcuni casi, anche i respiri. Fra i cosiddetti palazzi “Marino” si aggirano questi soggetti e non solo. Fatta questa piccola premessa ritorniamo alle porte di cui parlavamo, il piccolo grande mondo dei collaboratori parlamentari! Ci hanno pensato le Iene, ci hanno provato i politici corretti da sensi di colpa con interrogazioni e preposte ma nulla! Il mondo dei Collaboratori Parlamentari resta un punto interrogativo per molti, una disgrazia per tanti e un enigma per tutto il resto.

Facendo un piccolo calcolo ad occhio e croce, di media, fra Camera e Senato ci sono circa 900 collaboratori esclusi quelli che hanno avuto la fortuna di rientrare in una segreteria ministeriale o di commissione; a loro, stipendio e contratto, li gestisce un apposito decreto. Tutto il resto combatte giornalmente per la sopravvivenza ed è proprio di questi che parliamo.

Oggi i collaboratori parlamentari si dividono in due categorie: Retribuiti e non Retribuiti. Il perché è presto detto, per la serie fatta la legge trovato l’inganno, prima di questa divisione i collaboratori venivano sfruttati e pagati a nero. Dopo lo scandalo, per gettare un po’ di fumo negli occhi, hanno pensato di dividerli in queste due categorie perché così facendo potevano giustificare il fatto che non li pagavano ma rimborsavano loro solo le spese. Cosa un po’ diversa riguarda quelli “retribuiti” che comunque restano sfruttati ma con un contratto a progetto che solitamente di media va fra i 400 e gli 800 €.

Il mito è sfatato! Non guadagnano quanto si crede nell’immaginario collettivo e inoltre lavorano anche 18 ore al giorno per pochi spiccioli. Allora perché resistono a tanto scempio? Anche qui la risposta è semplice, si gioca su un fattore psicologico; resistono a tale umiliazione solo perché sperano in una sistemazione futura che magari non arriverà mai, ma intanto si guardano bene a rimanere proprio li dove sono, proprio li dove gli hanno fatto credere che passano tutte le opportunità. A loro non conviene abbandonare, la fila davanti la porta fatta di promesse a gente speranzosa di un bel domani è lunga e verrebbero subito rimpiazzati.

I numeri sono disarmanti, il 90% dei collaboratori parlamentari verte in queste condizioni e proprio lì dove nasce la legge e la legalità vi è uno stato di anarchia totale che rende gli uomini semplici servi sciocchi. Ogni Parlamentare guadagna circa 15.000€ al mese di cui 4.190 gli vengono dati sotto la voce “Rimborso per spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori” ovvero per la cosiddetta segreteria, ovvero dovrebbero essere destinati al collaboratore parlamentare di turno, all’autista, al semplice porta borsa. Invece No! Invece se li intascano di sana pianta ed indisturbati tanto nessuno protesta, tanto nessuno può dire nulla, tanto nessuno sà.

La macchina naturalmente è collaudata e funziona bene. L’onorevole prende un bel giovane pieno di speranza, gli dice che saranno tutte rose e fiori, lo introduce nei palazzi del potere e gli consiglia di starsene buono a 400€ al mese che prima o poi passa il treno. Lo giustifica alla camera come collaboratore non retribuito e il gioco è fatto; i 4.190€ sono salvi.

A questo punto si ha il diritto di non parlare, il diritto di non capire, il diritto di non sapere, il diritto di non godere dei frutti del proprio lavoro, del tempo, del destino e dei giorni. Si ha il diritto di non essere vivo. Il diritto allo sfruttamento di se stessi e del proprio tempo. Si ha diritto all'infelicità e alla povertà. Si ha il diritto di non ribellarsi, il diritto di non aiutarsi, il diritto a non avere niente, di non essere presente. La legge è fatta esclusivamente per lo sfruttamento di coloro che non la capiscono, o ai quali la necessità non permette di rispettarla. E Allora si ha solo diritto all'ipocrisia di chi dice che è la sola via. Si ha diritto ad essere distrutto sul mercato dove tutto ha un prezzo. Si ha diritto ad essere truffato, di essere dimenticato. Si ha diritto alla miseria, all'indigenza e all'invidia.

Questi sembrano essere per ora gli unici diritti riconosciuti universalmente ad un mondo che non si vede ma che lavora tutti i giorni dando il suo piccolo contributo al funzionamento della macchina Stato.

Una soluzione ci sarebbe ma nessuno ha il coraggio di esporla perché i nostri Onorevoli dovrebbero decurtarsi lo stipendio di 4.190 €. Basterebbe che tale somma fosse gestita direttamente dall’ufficio dei questori della Camera. Qualora L’onorevole volesse usufruire dei 4.190€ dovrebbe essere “costretto” a proporre uno o due soggetti al quale verrebbe fatto un contratto per 2,5 anni + 2,5 anni. Si eviterebbe così la tratta dei collaboratori e si garantirebbero tutti i diritti necessari a questi ragazzi,  retribuendoli con uno stipendio dignitoso.

(foto: rete5.tv)