“I gay a Berlusconi: Stevem’ scarz’ a munnezz’!”: a Napoli si accende la protesta

di Monica Scotti

Le parole del premier che il 2 novembre al ”Salone del Motociclo”, riferendosi allo scandalo Ruby, ha dichiarato “meglio essere appassionati di belle ragazze che gay”, hanno, come da copione, suscitato le ire dei movimenti lgbtq italiani. Tuttavia a Napoli, il 5 novembre scorso, si è voluto dimostrare con un sit-in davanti alla sede locale del PDL, che a sentirsi offesi da simili esternazioni non sono solo lesbiche e gay. (Monica Scotti)

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Al coro degli scontenti, infatti, si sono aggiunte le voci di studenti, femministe, donne, associazioni non di genere che si occupano di tutela dei consumatori e giovani giuristi.

“Siamo coscienti che l’infelice esternazione ben lungi dall’essere casuale, è il prodotto di una chiara strategia comunicativa volta a distogliere il “Bel Paese” dai problemi reali che lo stesso Premier non è in grado di affrontare né tanto meno risolvere....”- si legge nel comunicato stampa di cui sono firmatari i promotori del sit-in.

In effetti a tenere banco fra i manifestanti, quasi un’ottantina, sono state le lamentele sull’operato del governo, di cui si chiedono a gran voce le dimissioni anche sulla base di quanto sta avvenendo in questi giorni in Campania: ennesima emergenza rifiuti, ennesimo rogo di cassonetti, ennesimo ricorso all’apertura di una discarica/buco nero in cui far sparire ciò che invece si potrebbe riciclare.

sit-in2“Il problema della “monnezza” è sotto gli occhi di tutti, sono 15 anni che nessuno fa niente”- ripetono i manifestanti davanti a un cumulo di spazzatura a cui è stata data per provocazione la forma di un triste presepe. L'intento della manifestazione, infatti, è quello di sensibilizzare l'opinione pubblica su tematiche che dovrebbero stare a cuore a tutti i cittadini italiani, indipendentemente dal loro orientamento sessuale: disoccupazione, omofobia, sicurezza, diritti, immigrazione, tutela della donna.

"Il problema non è essere gay, i problemi di questo paese sono altri e si cerca di nasconderli. Lo scandalo Ruby e i commenti che l'hanno accompagnato ne sono la palese dimostrazione. Perché Berlusconi non aiuta tutti gli immigrati che vorrebbero studiare e costruirsi in questo paese un futuro migliore?”- si domanda con sarcasmo Claudia, 25 anni- “Perché una donna dovrebbe essere etichettata e aiutata solo perché “bella”? Le donne italiane dovrebbero “appassionare” per ben altre ragioni: per i loro contributi alla storia, alla cultura ed alla civiltà di questo paese e non in quanto oggetti da guardare e di cui disporre! E come può un governo tra i firmatari della Carta di Nizza accettare che vengano legittimate di fatto attraverso le parole del suo premier atti di bullismo e di discriminazione verso le persone lgbtq?”.

Spetterà agli sviluppi della politica italiana rispondere a simili domande.