Terzigno. Lettera aperta a Erri De Luca: L’immondizia ha solo cambiato indirizzo, ora è a Giugliano in Campania

di Caterina Ferrara

“Vediamo le prossime eco-“Balle” a chi verranno raccontate”. Risposta alla nota redatta e diffusa in rete sui fatti di Terzigno dal famoso scrittore napoletano (Caterina Ferrara)  

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Caro Erri De Luca, mi verrebbe subito di darti del tu. Tra lettori e scrittori si instaura un rapporto di profondità e di fiducia molto particolare per persone che non si sono mai neppure sfiorate. Attraverso le sue opere e pubblicazioni lei ci affida le sue parole e noi le raccogliamo con passione mettendo il naso nella sua intimità intellettuale e sentimentale.

Superfluo è dirle della stima e del rispetto che provo per lei e il suo lavoro. Tuttavia, sento il bisogno di rispondere alla sua ultimissima nota sui fatti di Terzigno e sull’epilogo di questa vicenda che è tutt’altro che al termine. Il 17 Novembre la storia potrebbe ricominciare, anzi, non ha mai smesso di andare avanti, è cambiata solo l’ambientazione, il nuovo nome della location ora è Giugiano in Campania. 

Ha mai pensato a come suonerebbe la stessa storia adattata per due luoghi diversi? Esperimento interessante, perché l’ambiente influenza ogni cosa e, dunque, potrebbe modificarla, stravolgerla, darle un altro senso. Ma, qui purtroppo, non cambia nulla: stesse proteste, ragioni, problemi.  

Questa mia non è una polemica, non una lezione (ci mancherebbe), né un rimprovero (anzi), corrisponde soltanto alla pura intenzione di avvalermi dell’incredibile pubblico che la segue per far sì che più gente possibile sappia che il caso “Immondizia” non finisce qui e che la questione ha solo cambiato indirizzo, si è portata da un estremo all’altro, anzi oserei dire che è stata recapitata come un pacco (in tutti i sensi) postale da un capo all’altro, perché purtroppo anche qui a Napoli esiste un Nord e un Sud e da “sotto” il problema è passato “sopra”.

La prego, non la prenda a male se mi permetto di sfruttare questo mezzo – il suo pubblico, del quale faccio parte anch’io e la sua notorietà – per esprimere il mio disappunto, così facendo sono certa che gli accadimenti che stanno interessando il Giuglianese passeranno attraverso un grosso altoparlante virtuale.

Qualche riga fa ho citato una data: tra sette giorni, come lei saprà, il Tar del Lazio ha fissato l’udienza per l’annullamento dell’ordinanza numero 512 del 27 ottobre con la quale il presidente della provincia di Napoli, Luigi Cesaro, ha riaperto il sito di Taverna del Re. Il ricorso al Tar è stato effettuato per ottenere il rispetto del protocollo che due anni fa siglarono il sottosegretario Bertolaso e il sindaco di Giugliano, Giovanni Pianese e col quale fu stabilito che il sito non avrebbe mai più riaperto.  

Questa risposta a quanto lei, in maniera magistralmente stupenda peraltro, ha scritto su Terzigno nei giorni scorsi, vuole essere uno strumento per enfatizzare questa nuova, vecchia grana in odore di disastro sociale oltre che ambientale. Mi spiace darle per una volta torto, ma la rivolta popolare non ha vinto. Mi duole ammetterlo ma d’ora in poi sarà necessaria non una sola rivolta ma tante e tante altre. 

In questo momento, però, mi sorge un dubbio, mi chiedo quanti di quei cittadini vesuviani che hanno manifestato così ardentemente siano gli stessi fautori dell’abusivismo che si estende fino a 7 kilometri dal Vulcano. Una cosa vince sempre ed è l’ipocrisia. Qui a Napoli soffriamo ormai di una patologia molto grave la cui natura non è di origine polmonare, cardiaca o cerebrale, è piuttosto culturale. Ci vuole coraggio a compiere una rivolta in nome di qualcosa che poi si sfrutta a piacimento. Mi sento di esclamare ancora una volta Poveri Italiani!  

Intanto vediamo le prossime eco-“Balle” a chi verranno raccontate e chi ce le rifilerà, se i politici o anche i cittadini.