Isabelle caro, modella 28enne, muore di anoressia: noi diciamo basta!

di Francesca Antonella Langella

Ogni giorno i cattivi esempi di comportamento, i consigli sbagliati e i modelli inappropriati diventano pane quotidiano delle nuove generazioni, che finiscono per sostenere l’anoressia e la bulimia come etica di vita e non come vere e proprie malattie. La modella Isabelle Caro, qualche anno prima di morire, invece sostenne: “l’anoressia devasta, è un inferno. La vita vale la pena di essere vissuta!”. (Francesca Antonella Langella)

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Naomi Campbell e Demi Moore affermano che la loro dieta, che prevede due settimane di digiuno, intervallate da bevande a base di succo d'acero, limone e pepe, purifica il loro corpo; “una volta ogni tanto ci vuole!” dicono. E ancora, la pop star Sarah Harding usa il “carboncino grattuggiato” al posto del formaggio, troppo calorico; invece la celebre Britney Spears, per dimagrire, va a comprare lassativi in farmacia. Intanto, spulciando nel web, troviamo ragazzine impaurite che chiedono: “Qualcuno conosce la dieta di Bejoncè? Ho sentito che beve solo succo di limone, sciroppo d’acero e qualche vitamina. Vorrei perdere 10 kg in 10 giorni!”

Ebbene sì, signori e signore, se il mondo sta andando in declino per il riscaldamento globale e per la crisi mondiale, anche le nostre giovani menti non godono di ottima salute. Questo accade forse perché negli ultimi tempi è molto difficile dare un giusto valore alla sostanza, piuttosto che alla forma. Il cattivo modello dei vip è solo un esempio del vero motivo per cui una ragazza decida di smettere di mangiare: c’è il sospetto di non piacere al ragazzo dei propri sogni, il timore di essere presa in giro dai compagni di classe e la paura di deludere i propri genitori, come è accaduto alla modella francese Isabelle Caro, 28 anni, morta di anoressia lo scorso novembre. La tragica notizia è stata diffusa solo qualche giorno fa dal quotidiano svizzero 20 minutes e successivamente dal settimanale francese Paris Match.

Isabelle aveva intrapreso la strada dell’anoressia a soli 13 anni, ha combattuto contro di essa, ma non è mai riuscita a vincere. La modella è diventata famosa in Italia nel 2007, grazie al progetto scalpore anti-anoressia promosso dal fotografo Oliviero Toscani, che la ritraeva nuda, col suo corpo pelle e ossa. Nelle interviste rilasciate ha dichiarato: “Ho avuto un’infanzia molto difficile. Ho smesso di mangiare per non crescere: mia madre, quando ero piccola, aveva paura che io crescessi, ha avuto una grande depressione ed è stato questo che mi ha portato a non alimentarmi. […] Quando si affronta tutto ciò, inizialmente c’è una grande euforia, si ha l’impressione di controllare tutto, ma a poco a poco si entra in una spirale infernale, la spirale della morte”. 

E’ stato questo il destino di Isabelle: dopo aver raggiunto 25 kg di peso, è entrata in coma nel 2006. Rinvenuta, aveva iniziato ad alimentarsi più regolarmente, raggiungendo 31 kg nel giro di un anno e negli ultimi tempi aveva dichiarato di aver raggiunto il peso di 42chili, ma a novembre, dopo il ricovero a causa di complicazioni polmonarie, non è riuscita più a riprendersi. Con la morte di Isabelle vola via un forte esempio di lotta contro l’orrenda malattia che è l’anoressia.

Nel nostro Paese sono centinaia i blog che promuovono l’anoressia e la bulimia e sono tutti siti generati da ragazze molto giovani. “La filosofia alla base di questi siti – spiega Fabiola De Clercq, presidente ABA, Associazione per lo studio e la ricerca sull’anoressia, la bulimia, e i disordini alimentari – non vede questi disturbi come vere malattie, ma come un ideale a cui tendere”; un modo, quindi, per ricercare la perfezione e la vera bellezza. 

Noi diciamo NO all’anoressia e alla bulimia, e diciamo SI’ alla vita, utilizzando le parole di Isabelle Caro in una delle sue ultime interviste: “Io mi batto per questo, mi batto per mostrare alle ragazze che non è necessario essere magre per entrare nel mondo della moda e dello spettacolo. L’anoressia è una malattia vera e propria e non uno stile di vita come dicono alcuni. […] Io adoro la vita, che anche se può sembrare dolorosa, vale la pena di essere vissuta”.