Nel mondo 200 milioni di persone sono senza lavoro: più di un terzo sono giovani

di Sara Pulvirenti

Il tasso mondiale di disoccupazione nel 2010 si è attestato al 6,1%, percentuale che sale al 12,6% per quanto riguarda l’universo giovanile. Questi i dati allarmanti contenuti nel rapporto annuale dell’Ufficio Internazionale del Lavoro (ILO), l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di promuovere il lavoro dignitoso e produttivo in condizioni di libertà, uguaglianza, sicurezza e dignità umana per uomini e donne. (Sara Pulvirenti)

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Se per gli adulti la situazione è seria (sono infatti 205 milioni quelli senza un’occupazione), diventa grave per quanto riguarda i ragazzi tra i 15 ed i 24 anni: 78 milioni di loro non hanno un lavoro. Analizzando più nel dettaglio il rapporto, si ha la conferma dello stato di crisi dell’economia dei cosiddetti paesi sviluppati ed in particolare della zona euro: nonostante rappresenti solo il 15 % della forza lavoro mondiale, l’aumento del tasso di disoccupazione del 55% (periodo 2007-2010) è dovuto proprio ai paesi europei dove il tasso è pari al 10,1 % (fonte Eurostat, 2010).

E anche l’Italia purtroppo non brilla, anzi: secondo l’Istat le persone in cerca di occupazione sono quasi 2 milioni e mezzo (8,7 %) e di questi ben il 28,9 % sono giovani (dato record dal 2004), la maggior parte donne.

Sono paesi emergenti come il Brasile, Kazakistan, Sri Lanka, Thailandia e Uruguay gli unici a fare segnare una flessione della disoccupazione, rispetto al periodo precedente alla crisi economica. Nonostante la crescita del Pil mondiale, quindi, il mercato del lavoro si dimostra in difficoltà praticamente ovunque, considerando anche che tra gli occupati una buona fetta è rappresentata da precari.

Dati questi che hanno spinto Juan Somavia, direttore generale dell’Ilo, ad un’amara denuncia “Questa situazione dimostra l’incapacità dell’economia mondiale di garantire un futuro ai giovani, e questo mina la famiglia, la coesione sociale e la credibilità delle politiche realizzate”.

Il rapporto chiosa con un dato riferito al 2009 che acuisce il sentore che la crisi stia toccando da vicino le famiglie di tutto il mondo: 630 milioni di lavoratori (quasi un quarto della manodopera mondiale) viveva nella rispettive famiglie al di sotto della soglia di estrema povertà, pari a 1,25 dollari al giorno. Prima della crisi il dato previsto era di 590 milioni: 40 milioni di lavoratori poveri in meno.

Chissà se e quali risposte daranno i “potenti della Terra” al vertice del Forum Economico Mondiale che si tiene oggi a Davos...