Sanremo 2011: fenomenologia di Roberto Benigni

di Sara Pulvirenti

L’attesissimo intervento dell’artista toscano ha incantato la platea della terza serata del Festival della canzone, dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia. Straordinari gli ascolti con 15 milioni di telespettatori e il 50% di share a seguire Benigni. Guarda il video. (Sara Pulvirenti)

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Ci si può trovare a trent’anni davanti alla televisione in assoluto e religioso silenzio, ascoltando l’esegesi dell’inno d’Italia? Si può poi continuare a parlare per circa un’ora di quello che si è appena visto? Si può rimanere con la mente piena di pensieri, senza riuscire a metterli in ordine? Si può andare a cercare un libro letto mesi fa per leggere la frase che ci aiuta a spiegare il nostro punto di vista? Ebbene sì, questa è la fenomenologia di Roberto Benigni.

La terza serata, come era preventivabile, sarà ricordata come la notte del “folletto toscano”, quello che dopo essere andato a ritirare la statuetta di un meritato ed inaspettato oscar saltellando tra i seggiolini del “Dorothy Chandler Pavillion” di Los Angeles, si presenta al teatro dell’Ariston in sella ad un cavallo bianco. Un chiaro richiamo a Garibaldi ma anche al suo capolavoro “La vita è bella”, dove il cavallo diventava una lavagna per esprimere il disprezzo verso gli ebrei. Un ingresso memorabile.

E’ stata proprio questa la parola più usata durante la sua ora di spettacolo puro che da questa mattina sarà sulla bocca di tutti e sulle prima pagine delle principali testate giornalistiche nazionali. I links agli spezzoni caricati su youtube gireranno sui profili facebook e twitter e i salotti televisivi analizzeranno ogni minimo dettaglio: quello che è stato detto e quello che è stato omesso, gli sguardi, le reazioni, la durata e il numero degli applausi, il cachet. Nulla sfuggirà alla lente d’ingrandimento della “minorenne” e grande Italia. Ognuno dirà la sua.

In realtà però qualcosa che potrebbe passare in secondo piano c’è: Benigni ormai si manifesta al pubblico e più in generale alla gente comune come un vero e proprio “fenomeno”. Qualcosa cioè che ogni volta che si palesa lascia un’immagine forte nel cuore, nella mente e negli occhi di chi l’ha vista. In greco la parola fenomeno significa “colui che appare”. Ed è proprio questa la sensazione che si ha: tutto sembra naturale ma al tempo stesso straordinario, quasi non reale. Un’apparizione.

Sono questi ormai i segni caratteristici di ogni apparizione del “Piccolo diavolo” e che fanno sì che Sanremo diventi un evento da non perdere anche per un gruppo di trentenni riuniti su un divano davanti al caminetto.

Gli stessi segni che magari da domani spingeranno chi sentirà la parola “Balilla” a non pensare al ventennio fascista ma a quel quattordicenne che scagliò la prima pietra contro i francesi oppressori.

Giusto per la cronaca, nelle altre serate del festival, il sonno a metà trasmissione aveva sempre preso il sopravvento. Ah, caro geniaccio toscano, che ci combini!

Guarda il video:

(foto: corriere.it)