Pirati italiani nella top 5 dei download illegali

di Anna Laudati

Secondo una ricerca dell’ESA (Entertainment Software Association) il 54% della pirateria mondiale in campo vide ludico proviene da cinque Paesi: Cina, Brasile, Francia, Spagna e Italia. Un problema trascurato? Eppure in Parlamento qualcosa si sta muovendo. (Angelo Di Pietro)

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Altro che pirati dei Caraibi. I pirati moderni sono soprattutto Europei. Secondo una recente ricerca dell’ESA – ente statunitense per la difesa dei produttori software –, l’Italia rientra tra le cinque nazioni in cui il traffico di download illegali è maggiore. L’Entertainment Software Association ha dimostrato che il 54% della pirateria mondiale (riferita al settore dei videogame, principale elemento di condivisione dopo i file audio) viene effettuata in Francia, Cina, Brasile, Spagna e Italia: su oltre 144 milioni di connessioni al P2P, 78 milioni provengono da questi Paesi.

In particolar modo il dito è puntato contro la Spagna e il Brasile, bestie nere del diritto d’autore: la nazione iberica, considerata un “osservato speciale”, è accusata addirittura di aver favorito il fenomeno della pirateria, permettendo lo svilupparsi di una cultura permissiva nei confronti della stessa. Per il Brasile, il discorso è più complesso, poiché le alte barriere all’ingresso del mercato provocano un’impennata dei prezzi dei prodotti e ciò rappresenta un limite all’acquisto legale per la maggior parte della popolazione.

Di fatto, il problema è di una certa gravità. L’UK Interactive Entertainment afferma che nel 2010 l’industria videoludica ha perso oltre due miliardi di dollari a causa delle condivisioni illegali. Sebbene la pirateria sia aspramente contrastata in molte aree del globo, le grandi case di produzione non riescono a scongiurare la diffusione pirata dei loro prodotti e si moltiplicano le cause legali dei colossi informatici contro i singoli utenti: in ordine cronologico l’ultima è stata intentata dalla Sony contro George Hotz – celebre hacker del New Jersey – , per difendere la propria console.

E in Italia che succede? L’ESA dichiara che “il Governo sembra riconoscere la gravità del problema, e ha fatto partire una consultazione ufficiale per esaminare i potenziali rimedi”. In effetti, il Parlamento si è deciso a rinnovare la normativa sul diritto d’autore, considerata “ormai obsoleta”. Roberto Cassinelli afferma: “in Parlamento giacciono diverse proposte di modifica alla disciplina del diritto d'autore. Esaminiamole ed aggiorniamo la materia. Poi valuteremo quali strumenti introdurre a protezione del copyright”. Dunque, qualcosa anche da noi si sta muovendo.