Spagna. Allarmante stato di crisi dei giovani senza lavoro ed aspettative

di Gerarda Pinto

“Cosa vuoi fare da grande?” Anche i giovani spagnoli non sanno più rispondere a questa domanda perché hanno perso la capacità di progettare, pianificare, sognare, illudersi, lottare, a causa di un senso di sfiducia nel futuro che sfianca l’ardore e la passione che dovrebbero albergare nel loro animo. (Gerarda Pinto)

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“Questa e’ l’unica epoca della storia in cui i figli stanno peggio dei padri”. Così recitava uno dei protagonisti del film “Generazione Mille Euro”, di Massimo Venier. Matteo mentre torna a casa, dopo una giornata passata in ufficio a svolgere un lavoro che non lo gratifica, sotto pressione per i tagli del personale che l’azienda sta svolgendo, preoccupato per l’affitto, in crisi per la situazione sentimentale sempre più precaria, telefona il suo amico e si lascia andare in uno sfogo personale sulla sua condizione. E’ una sensazione d’incertezza che invade e travolge le giovani generazioni in Italia e all’estero. La precarietà diventa l’unico elemento certo. 

Il quotidiano “La Vanguardia” riferisce che per la prima volta in Spagna la generazione di giovani crede che la sua vita si svolgerà in condizioni peggiori di quelle dei propri genitori, per via della crisi economica che ha colpito con forza il paese. La disoccupazione giovanile nell'ultimo trimestre 2010 si è, infatti, assestata sul 33% per i giovani compresi tra i 16 e i 29 anni e non tiene conto di tutti gli studenti, secondo dati dell’Istituto nazionale di statistica.

Le prospettive dei giovani spagnoli non si limitano al fattore economico: per la maggioranza il benessere, la qualità della vita, il poter godere di tempo libero, di attività o relazioni salutari peggioreranno perché le necessità economiche si faranno più esigenti, secondo il direttore della fondazione Fad, Eusebio Megias. Quasi la metà dei ragazzi spagnoli dichiara poi di non credere in un futuro promettente, mentre uno su tre è convinto che nonostante gli sforzi non otterranno quello che desidera, secondo uno studio della fondazione Sm. Dal lavoro su circa 3 mila giovani, viene fuori un quadro del tutto sconvolgente: 54% di loro dice di non sentirsi emozionato da nessun
possibile progetto.

“Cosa vuoi fare da grande?” I giovani non sanno più rispondere perché hanno perso la capacità di progettare, pianificare, sognare, illudersi, lottare, a causa di un senso di sfiducia nel futuro che sfianca l’ardore e la passione che dovrebbero albergare nell’animo dei ragazzi. Non si sentono più protagonisti del cambiamento e del futuro prossimo, sono soggetti che devono adeguarsi a delle regole che subiscono e alle quali è difficile ribellarsi per una serie di compromessi e necessità.

Come si possono fare scelte significative per il futuro, se proprio i più giovani cominciano a vederlo più, svanito in un presente schiacciante, opprimente, complesso? Da grande vorrei fare…Nessuno ha più il coraggio di affermare con forza il proprio sogno, come se fosse impossibile crederci e solo un’illusione coltivarlo. Matteo debella così il peso della sua insoddisfazione: “La mia soluzione ai problemi consiste non solo nel non credere nei sogni, ma anche non credere alla realtà”.

E’ innata però nei giovani di tutte le epoche, la percezione del presente come qualcosa da migliorare, che si deve contrapporre al passato, mantenendo l’eredità dei padri. Confidiamo sulla quasi certezza che alla base di ogni grande cambiamento c’è proprio il senso d’insoddisfazione e “ribellione” a tutto ciò che rende il nostro percorso sempre più impervio. “E quindi scopriremo che non solo l'impossibile può accadere, ma che accade sempre”.

(foto: newseuropa.wordpress.com)