In Italia il paradosso delle mamme teenagers

di Alessandra Campanari

Secondo il recente rapporto di “Save the Children”, in Italia ci sono più di 10mila mamme teenagers. Ragazzine col pancione, per caso o per scelta, che tra i banchi di scuola imparano a crescere e a casa crescono i loro figli. (Alessandra Campanari)

_4miniadolescenti-in-gravidanza Chi ha detto che l’Italia è un paese per vecchi? Nel paese dove avere un figlio a 40 anni è all’ordine del giorno, il fenomeno delle baby mamme è oggi, paradossalmente, in netta crescita e rischia di essere ignorato. Lo rileva il 12esimo rapporto su “Lo stato delle madri nel mondo” stilato dall’organizzazione internazionale che lavora per migliorare le condizioni di vita dei bambini: “Save the children”.

In Italia ci sono più di 10mila mamme adolescenti con un’età tra i 14 e i 19 anni; teen-mothers per l’82% italiane (contro un 18% di straniere) che da un giorno all’altro, per caso, solitudine e ignoranza culturale e sessuale, si ritrovano a dover crescere troppo in fretta e prive, spesso, del sostegno sociale. “Cosa grave”, denuncia Raffaella Milano, responsabile dei programmi Italia-Europa di Save the Children, “soprattutto tenendo conto che per la salute materno- infantile l'Italia è scesa dal 17esimo al 21esimo posto nel mondo, che abbiamo i tassi di occupazione femminile più bassi d’Europa e che si dimezzano col crescere del numero di figli, che si tagliano i servizi senza rendersi conto che i costi sociali, se si abbandonano, saranno in futuro molto più alti”.

Galeotta, ancora una volta, l’ignoranza, (insieme a problemi di solitudine, emarginazione, vulnerabilità ecc ecc.) se si pensa che, secondo le statistiche stilate, in molti casi il sopraggiungere della gravidanza in giovane età corre di pari passo all’abbandono scolastico. Di queste solo il 21% ha un diploma di maturità e il 74% la licenza media. In più solo il 18% ha un marito, il 47% un partner convivente e una buona parte di loro, un significativo 35%, non ha un compagno; stima giustificata dalla giovane età di questi ragazzi che, troppo presto e troppo in fretta, si ritrovano a varcare il labile ma fondamentale confine tra adolescenza ed età adulta. In questi casi solo i familiari, quando presenti, diventano l’unica fonte di sostentamento economico ed emotivo (solo il 19% ha un lavoro) delle neo mamme.

Secondo il rapporto stanziato in tre città campione (Milano, Roma, Napoli) fra baby mamme italiane e teen-mothers straniere, Milano detiene una percentuale maggiore delle seconde (pari al 2,62% sul totale delle mamme straniere) rispetto alle prime (lo 0,97% sul totale delle madri italiane). Anche a Roma il rapporto tende a favore delle mamme straniere (1,82 a fronte dello 0.74 delle madri italiani). A Napoli, invece, la situazione è rovesciata: la percentuale di madri italiane è del 3.46% rispetto all’1.41% di quelle straniere. Il 71% delle mamme teen (straniere e/o italiane), per altro, è localizzato nelle regioni del Mezzogiorno e nelle isole, in modo particolare in Sicilia, Puglia, Campania, Sardegna e Calabria: nell’Italia meridionale e nelle isole, denuncia L’Orsa Maggiore di Napoli, l’organizzazione no profit impegnata nella tutela delle mamme, i bambini nati da madri minorenni costituiscono il 3% del totale delle nascite nell’area. Un dato allarmante se si pensa che tale numero è rapportato a quello dell’1,3% nell’Italia nord orientale e nord occidentale, e dell’1,1% dell’Italia centrale.

“Il numero delle mamme adolescenti è rimasto più o meno costante e contenuto negli anni ma non per questo il fenomeno può essere ignorato”, prosegue Raffaella Milano. “Come emerso dalla ricerca di Save the Children, le mamme adolescenti sono ragazze doppiamente vulnerabili, poiché al delicato momento rappresentato dall’adolescenza si aggiunge l’esperienza della maternità. Il risultato è spesso un sentirsi impreparate e inadeguate sia a livello emotivo, sia sociale ed economico. Talvolta poi la gravidanza precoce si inserisce in un quadro già multiproblematico sia della ragazza che della sua famiglia di origine. Ne consegue la necessità di costruire intorno alla giovane mamma e al suo bambino una rete di supporto, da parte dei servizi sociali e sanitari, prevedendo anche una formazione ad hoc per gli operatori coinvolti, che tenga conto della provenienza non italiana di tante di queste mamme e delle particolari dinamiche culturali e familiari in cui esse vivono”. 

E proprio in onore dell’imminente festa della mamma Save the Children, grazie ai suoi studi e alla sua mobilitazione, invita la società ad una sensibilizzazione in favore di tali problematiche per invertirne la rotta e per far si che le donne, anche in quanto mamme, vengano sostenute, riconosciute e aiutate a rivendicare i loro diritti, diritti troppo spesso calpestati nella storia. Duemila anni fa (e forse non poi così indietro nel tempo), infatti, questa era ad esempio la condizione delle donne in medioriente: quando nasceva una donna solo per quello era una maledizione. La madre doveva puruficarsi per diversi mesi. Nata la bambina, poteva essere strangolata appena respirava, oppure si poteva decidere di non darle nemmeno il latte, quindi moriva in poco tempo. Se si decideva di far crescere la bambina, la si considerava come merce di scambio! All'eta' di 11 e un mese, veniva promessa in sposa. In cambio veniva dato alla famiglia una dote! Dopo un anno a 12 anni, avveniva il matrimonio. Se in quell'anno, la ragazzina rimaneva incinta, veniva lapidata! Una volta sposata, se il marito sceglieva un'altra donne che gli piaceva di più', lei veniva abbandonata a se stessa.

Tutelare le giovani madri, promuovere la diffusione di un’educazione sessuale qualificata già in giovane età, fornire delle strutture a supporto di queste baby mamme, educare gli operatori ad un approccio corretto e che tenga conto della vulnerabilità e della specifica vicenda di queste piccole madri col pancione, è, allora, il più grande regalo che si possa donare alle nostre procreatrici, al di là dell’etnia, dell’età, della parentela di sangue. Perché “Essere mamma non è un mestiere. Non è nemmeno un dovere. È solo un diritto fra tanti diritti.” (Oriana Fallaci, Lettera a un bambino mai nato, 1975).