Hi Tech. 138 paesi messi a confronto: La Svezia in vetta alla classifica

di Stefano Trani

Una ricerca nel campo della competitività tecnologica ha paragonato 138 Economie. Gli U.S.A. soffrono ma reggono il passo, bene l’Estremo Oriente ed il Nord Europa. E l’Italia? (Stefano Trani)

stoccolma

Gli Stati Uniti non sono più sinonimo di Hi Tech, soprattutto nel campo della comunicazione e dell’informazione, indispensabili armi nella lotta per la competizione internazionale del nuovo millennio. Un interessante studio realizzato dal “World Economic Forum” – fondazione senza fini di lucro – ha messo a confronto 138 paesi, vale a dire il 98.8 % del Pil del pianeta. Vi sono alla base 71 parametri economici e sociali, come ad esempio il numero di brevetti, nuovi abbonamenti alle compagnie telefoniche o la disponibilità di venture capital (alcune società operative nel campo dell’informatic technology sono nate grazie ad operazioni di venture capital, come ad esempio Google, o per l’Italia Tiscali).

In testa a questa speciale classifica c’è la Svezia, seguita da Singapore, Finlandia e Svizzera. Gli Stati Uniti, se pur non più paese guida nelle innovazioni tecnologiche, si confermano al quinto posto, confermando la posizione dell’anno scorso, mentre nel 2009 vedevano il podio. Tale rapporto annuale ha avuto origine nel 2001, in seguito alla crisi causata dalla bolla speculativa delle “dot-com”, società che sviluppano il loro reddito quasi interamente sul web. Il Forum mondiale di economia in questione è una fondazione, che attraverso la ricerca ha come obiettivo la promozione del progresso tecnologico, imprescindibile fattore di innovazione, produttività ed efficienza.  

Soumitra Dutta, docente di sistemi informativi presso la “Insead Business School”, sta studiando l’impatto del progresso tecnologico su un’economia. Questi sostiene che lo sviluppo tecnologico nel campo delle comunicazioni possa influenzare le sorti di una nazione nello scacchiere della competizione globale. Le “tigri” d’Asia – Taiwan, Corea del Sud, Singapore ed Hong Kong – i cui lungimiranti governi hanno investito in nuove tecnologie, sono la dimostrazione di tale teorema. Non a caso, dopo gli U.S.A. c’è Taiwan, poi Corea del Sud, Hong Kong e Giappone rispettivamente al decimo, dodicesimo e diciannovesimo posto.

Secondo il pensiero di Dutta, il vero problema degli Stati Uniti è rappresentato dal Gap che il paese a stelle e strisce sta accumulando in matematica e nelle scienze. E cosa fanno le quattro grandi nazioni – sarebbe meglio definirle continenti – emergenti? Cina, India, Brasile e Russia, da eterne promesse, si piazzano alle posizioni 36, 48, 56, 77. A quanto pare rincorrere da lontano non è poi cosi semplice. 

La tradizione europea offre per contro le solite garanzie, infatti Norvegia, Germania, Regno Unito e Francia rientrano nei primi 20 posti. E l’Italia ? Se si fosse trattato di una competizione nel settore della Gastronomia forse avremmo avuto pochi rivali, ma nel progresso tecnologico abbiamo sempre – soprattutto negli ultimi anni – avuto un certo affanno. Il Bel Paese è tristemente 51esimo, arretrato di tre posizioni rispetto al 2010.

Già nel 2002, quando si sosteneva che le città economicamente più dinamiche sono quelle che presentano il maggior tasso di tolleranza, talento e tecnologia, in termini di capitale umano – le tre T – l’Italia non aveva offerto una buona performance.