Palermo. “Generazione Norman in memoria di Norman Zarcone”. Un futuro ci è dovuto

di Francesca Elia

Una targa in memoria del coraggio e della paura di un ragazzo palermitano: Norman, laureatosi con il massimo dei voti, si è suicidato come un antico filosofo, convinto che le vere proteste per far valere i nostri diritti non sarebbero servite. Noi vogliamo sperare e pensare che non sia davvero così, e che anzi siamo ancora in tempo per un lieto fine generazionale. (Francesca Elia)

Norman-Zarcone “Norman si sentiva offeso, studiava perché amava farlo e le sue speranze svanivano ogni giorno di più”, è la mamma di Norman Zarconi a parlare, il ragazzo palermitano, dottorando di Lettere, che si è suicidato lo scorso settembre, lanciandosi dal settimo piano della sua facoltà universitaria, una donna dai capelli rossi che, in un reportage realizzato dalla Rai, silenziosamente urla il dolore più atroce che un genitore possa provare; la sua bocca continua a narrare la storia del suo ragazzo che non è riuscito a sottostare alle regole di una società dove solo “alcuni” possono davvero farcela e i suoi occhi lucidi trasmettono lo sgomento di chi non riesce a comprendere come si possa morire così, come si possa giungere alla decisione di lanciarsi da un balcone come un reietto della società.

Il 4 maggio scorso, all’interno del Polididattico di viale delle Scienze, è stata scoperta una targa con la scritta: “Generazione Norman in memoria di Norman Zarcone”, un simbolo per ricordare sia il coraggio che la gran paura di questo ragazzo che ha deciso di abbandonare la sua vita. Norman non si è lanciato da un balcone qualunque, ha deciso di buttarsi dal terrazzo della sua facoltà, come se la sua morte fosse una protesta contro un sistema che chiude le porte ai giovani in cerca di lavoro e avidi di un futuro che sembra sempre più difficile da assicurare.

Aveva progettato questo gesto estremo spinto dalla consapevolezza che per i suoi Norman-Zarcone_2desideri non c’era posto in questo mondo, “Glielo avevano fatto capire apertamente che per lui non c’era spazio perché bastano i soldi e le raccomandazioni dei baroni !”, ora a sfogarsi è il padre di Norman, Claudio Zarcone, che con questa frase da voce ad una verità di cui tutti al giorno d’oggi siamo a conoscenza, il nepotismo e il danaro dominano la nostra società. Norman ha agito come un antico filosofo,convinto forse che le vere proteste per far valere i nostri diritti non sarebbero servite, vogliamo pensare che non sia davvero così, che ci siano diverse tipologie di proteste, scritte ed orali, che possano aiutarci ad alzare al massimo il volume della nostra voce e fare in modo di essere ascoltati da chi “può e deve” cambiare la realtà.

Non si può morire a 27 anni, dopo aver conseguito una laurea col massimo dei voti e aver quasi terminato il dottorato in filosofia, perché spaventati dal vuoto che vediamo dinanzi a noi, dalle scelte di cui veniamo privati e dalle possibilità che si riducono sempre più. Il padre di Norman parla di “Omicidio di Stato”, credendo che il mancato, o non bastevole, aiuto statale verso i giovani, sia stato il monito principale ed unico che ha spinto Norman a farla finita, lo Stato gli aveva ucciso i sogni e le speranze e non gli restava che uccide il suo corpo. La targa dedicata a Norman deve spingere i giovani a continuare a credere nei propri progetti e a resistere alle porte sbattute in facce e ai no che rimbomberanno nelle nostre orecchie, perché a tutto c’è rimedio tranne che alla morte.

Tenendo bene a mente la storia di questo studente palermitano lo Stato dovrà rivedere le difficoltà e la rabbia giovanile e cercare di rendere più semplice la ricerca e la realizzazione di un futuro dignitoso, fare in modo che non siano sempre i giovani a dovere inseguire professori, datori di lavoro ma che delle volte possano essere presi per mano, aiutati e capiti da chi ha esperienza. Norman ha deciso di chiudere i suoi libri di filosofia, rinunciando al piacere di conoscerne il finale, la nostra speranza è che tutti i giovani possano invece trovare il loro lieto fine.

Un futuro ci è dovuto!