Texas. Burlyce Logan si laurea dopo 53 anni

di Stefano Trani

Nel 1958 fu la prima donna di colore ad iscriversi all’università del Nord Texas per poi ritirarsi dopo due anni a causa di ripetute molestie. (Stefano Trani)

burnice-thumb-400xauto-18852 Laurearsi nello stesso ateneo in cui fu costretta più di mezzo secolo fa a dover gettare la spugna, per la neo Dottoressa di origini afroamericane davvero non ha prezzo. L’impavida Burlyce si è laureata in “Arti e scienze applicate”, coronando in questo modo il sogno di una vita. Il 17 maggio del 1954 la Corte Suprema degli Stati Uniti diede la spinta decisiva affinché si potesse avviare uno storico cambiamento: dichiarò incostituzionale la segregazione razziale. Tuttavia una conquista del genere avviene sempre dopo innumerevoli conflitti, che spesso coinvolgono anche più generazioni.

Nonostante la dichiarazione di incostituzionalità, negli Stati del Sud innumerevoli comportamenti discriminatori si ripeterono per molti anni, persino negli ambienti accademici. Il 13 novembre del 1956 la Corte suprema dichiarò incostituzionale la segregazione sugli autobus pubblici, ma la musica non cambiò: solo due su undici coraggiosi studenti afroamericani riuscirono a terminare gli studi al “North Texas State College” (oggi il suo nome è “University of North Texas”). 

Le vittorie dinnanzi alle Corti non rispecchiavano la realtà degli anni cinquanta con cui la Logan ed altri studenti afroamericani dovettero fare i conti. Di recente la stessa, intervistata dal New York Times, ha raccontato: «Un giorno, mentre camminavo nell’ateneo, vidi una serie di cartelloni su cui vi era scritto “Africani tornate a casa vostra”». Anche se formalmente ci si può iscrivere ad un corso di studi – rapportando l’evento agli anni cinquanta, rimane tutt’oggi un importante traguardo – tutto è reso arduo, se non impossibile, quando gli studenti bianchi si mostrano intolleranti ed ostili solo per motivi “cromatici”. 

burlyce20logan1La signora Logan, ha dimostrato di conoscere meglio di altri il vero spirito “made in U.S.A.”, quel motore che fin dai tempi di Roosvelt è stato il vero leitmotive del ventesimo secolo: non ha mai abbandonato il suo sogno.  La Logan si ritirò dall’Università per trasferirsi in California – terra da sempre maggiormente più tollerante – dove si sposò e mise su famiglia. Nel 1997 – anno in cui Bill Clinton inizia il suo secondo mandato e Madeleine Albright diventa la prima donna ad essere nominata Segretario di Stato degli Stati Uniti – ritornò in Texas e nel 2005 si iscrisse per la seconda volta all’università: «Volevo ciò che avevo iniziato – afferma fiera la settantatreenne – fu l’unica ragione per la quale decisi di ritornare in questo ateneo».  

Ora la neolaureata – eroina dei nostri tempi e simbolo americano, molto più degli attuali “esportatori di democrazia”– vuole seguire un master in storia ed in più afferma che l’attuale ambiente universitario del Texas, rispetto a quello degli anni cinquanta, è radicalmente cambiato: le discriminazioni in base al colore della pelle sembrano essere ormai un amaro ricordo. 

Spesso per ottenere traguardi simili è necessario che alcune generazioni si sacrifichino sull’altare dei diritti umani: il mondo è in evoluzione e le persone lo sono inevitabilmente assieme ad esso. Burlyce Logan ha solo il rimpianto che i suoi genitori non hanno potuto assistere alla tanto agognata cerimonia, tuttavia la donna è certa che l’abbiano vista dall’alto: proprio una storia a lieto fine.