Chiude la Irisbus di Flumeri, nell'avellinese, ed esplode la protesta

di Francesco Fulcoli

Il Napoli centrismo continua a sfregiare la verde Irpinia: 1000 operai è più, milioni di euro spesi solo nel 2011 per la ristrutturazione degli impianti, ed ora oltre alle migliaia di famiglie anche un intero indotto messo in ginocchio. Ormai  In Irpinia si esporta il lavoro e s'importa " Munnezza"..... questo il grido di chi si è incatenato già da qualche giorno ai cancelli dello stabilimento Irisbus di Flumeri. (Francesco Fulcoli)

iribus

Questa azienda, costola del gruppo Fiat, da anni era un importante risorsa economica per tutta la valle Ufita e l’Irpinia. Ora invece vi è un’unica certezza: tutti stanno per perdere il lavoro! Tutti si chiedono di chi sia la colpa. Chi ha voluto investire tanto nella ristrutturazione e poi vendere. Tensione che sale fra vecchie e nuove generazioni di operai.

Entro il primo novembre Fiat lascia il settore bus in Italia. Il ramo d'azienda Iribus di Flumeri, in provincia di Avellino, passerà nelle mani del gruppo automobilistico di Isernia, Dr Motor Company. L'imprenditore italiano al quale fa capo l'azienda è Massimo Di Risio. Il costo dell'operazione è di 19 milioni. Un prezzo che la Fiat, che vende, riconoscerà all'acquirente, che a sua volta, rilevando lo stabilimento, si impegna a portare a termine il risanamento della società.

Allo stesso tempo, secondo quanto riportato nell'accordo preliminare, Irisbus «rimborserà a Italia spa tutti gli oneri e costi di qualsiasi natura connessi alla procedura di mobilità attinente i dipendenti».

Per il Lingotto i due stabilimenti europei che si trovano in Francia e Repubblica Ceca per ora sono sufficienti. In base all'accordo, Massimo Di Risio si impegnerà «a non cedere direttamente o indirettamente il controllo di Italia e/o il ramo d'azienda a operatori del settore "automotive" per un periodo di cinque anni dalla data della cessione». Insomma, il Lingotto ha deciso di cedere l'unica società italiana che produce autobus.

In tutto ciò chi doveva tutelare come sempre si è perso in inutili demagogie, pensieri qua e la sparsi fra indignazione e sgomento. Ma dove sono i Sindacati che tanto parlano di scioperi quando il lavoro c’è, dove sono i politici che fra una dichiarazione e l’altra vendono sogni di grandi investimenti. Perché oggi questa terra è messa in ginocchio? Perché la regione non tutela più questa gente? O esiste solo Napoli per la Campania? Che neanche ci sta rappresentando bene come immagine nel mondo? Si fanno domande così tanto per farle, ma la risposta potrebbe essere una sola, quella che parte dal popolo: la rivoluzione per la rivoluzione.

Come dice Antonio Pistarà “La rivoluzione nasce dallo sconvolgimento costante delle azioni incomprese” e questa credo proprio che lo sia. Che senso ha avuto spendere tanto per ristrutturare se poi bisognava chiudere? Evidentemente non li cacciava Marchionne! Ma come sempre il popolo italiano. E allora basta! Questa volta credo proprio che si sia arrivati alla fine, la gente vuole delle risposte concrete da chi può contribuire realmente al cambiamento del destino di una terra e condurre infine a un cambiamento nel destino di tutti.