Il “supermercato Adriano”, ma non era un cinema?

di Stefano Trani

Questo è ciò che è toccato al cinema Adriano di via Monteoliveto. A Roma occupano un ex cinema, a Napoli si passa dai film d’essai agli scaffali di un supermercato. (Stefano Trani)

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Meglio investire in una tombolata in stile americano (bingo) o in un redditizio supermercato? Pare che il market l’abbia spuntata. Vincono le fredde logiche di mercato che travolgono il destino di una vecchia romantica monosala cinematografica, che sola non può di certo né garantire alti profitti, né tantomeno reggere il confronto con gli eclettici multisala di oggi, “sempre più multi e meno sala”.

A Roma hanno pensato davvero in grande, l’ex cinema di culto Palazzo, dovrebbe trasformarsi in un casinò: il vivace e pittoresco quartiere studentesco San Lorenzo alza le barricate, con l’aiuto dei vip (Sabina Guzzanti, Jovanotti, ecc.). A Napoli i «very important person» si limitano, dando una lezione di demagogia, dicendo: Napoli deve cambiare. Dall’altra sponda del fiume, i «very normal person» non colgono la portata del pigro editto.

Insomma, alle pendici del Vesuvio lo storico Adriano di via Monteoliveto, chiuso ormai da 4 anni, affronta il suo destino: i locali sono stati presi in fitto da una catena di supermercati, i lavori sono già iniziati.

Qual è invece la sorte delle altre sale del centro? L’elegante Astra di via Mezzocannone, altro cinema del centro storico e punto di riferimento di numerosi movimenti studenteschi, riuscì a “dribblare” nel 2008 un freddo futuro fatto di scaffali ed offerte 3x2: salvato in calcio d’angolo dall'Università Federico II. Resiste ancora il Modernissimo – perché in verità ha saputo rinnovarsi – di Luciano Stella in via Cisterna dell'olio, invece l’Agorà, dietro la Questura, ha cambiato pelle ed ha scelto i film a luci rosse.

L’Adriano è già un piccolo cantiere, gli operai sono al lavoro per portare a termine la sua strana trasformazione. I fedelissimi del cinema di Monteoliveto ricordano con orgoglio misto a malinconia la proiezione di leggendarie pellicole, tra le quali 2001 Odissea nello spazio di Kubrik, anche se col tempo ci si dovette arrendere ai cinepanettoni di Natale, tremendi ma allo stesso tempo ossigeno per le biglietterie. Infine, nel 2007, la parola fine e la triste uscita di scena.

Il Comitato di Portosalvo alza la voce: «A quattro anni dalla nostra denuncia – afferma il portavoce nonché presidente Antonio Pariante – la storica sala di via Monteoliveto, di fronte alla Posta Centrale, termina definitivamente la sua lunga esistenza e si trasforma in un “bel” supermercato. A nulla sono valse le assicurazioni dell’ex presidente della II Municipalità, Alberto Patruno rilasciate alla stampa nel 2007 dopo la denuncia del nostro Comitato sulla paventata trasformazione del cinema in esercizio commerciale. E a nulla - prosegue nella sua arringa - è servita l’interrogazione di alcuni consiglieri comunali, della passata amministrazione, circa la trasformazione e la destinazione d’uso della gloriosa sala del cinema Adriano nella quale, fino a qualche anno fa, si sono proiettate migliaia di pellicole del grande cinema italiano e straniero per oltre 50 anni e da domani si potranno acquistare salumi, formaggi e vari generi alimentari». Quest’ultimo conclude sostenendo che sarebbe sicuramente proficuo ottenere il parere del sindaco entrante, Luigi De Magistris, del nuovo presidente della II Municipalità, Francesco Chirico, sulle ragioni che hanno determinato la perdita di un’altra sala cinematografica, fatto che di sicuro impoverisce il patrimonio culturale della città.

I più romantici poi fanno notare che il cinema al suo interno presenta dei bassorilievi cromati di pregio situati proprio sulla biglietteria. Gli stessi dubitano che gli addetti ai lavori possano aver cura di tali artistici particolari. Per la verità ci risulta difficile pensare che gli attuali proprietari vogliano salvare gli intagli e le piccole sculture presenti nel locale per dare un tocco d’arte in stile liberty al “supermercato Adriano”, ma in fondo a Napoli tutto è possibile.