Il nuovo slogan di Charlie Hebdo: “L’amour plus fort que la haine”

di Stefania Galizia

La rivista satirica francese più irriverente del momento, Charlie Hebdo, si è preparata per una nuova ironica copertina inneggiante all’Amore. Stavolta lo stile provocatorio che le è proprio cerca la riconciliazione con una vignetta raffigurante un musulmano che bacia sulla bocca un giornalista del settimanale. (Stefania Galizia)

charlie_hebdo Luz, una delle matite di punta della rivista,è lo stesso autore nel numero della settimana scorsa aveva rappresentato un Maometto che sadicamente sentenziava: “100 frustate se non muori dalle risate” con il profeta nei panni di direttore che intendeva celebrare la vittoria del partito islamico Ennahda in Tunisia; c'era anche un nuovo nome sopra quello originale della testata, ovvero "Charia Hebdo", in riferimento alla legge islamica cui si ispirerebbero le nuove forze politiche in ascesa in Libia e Tunisia.

L'iniziativa aveva suscitato la rabbia islamista meno moderata che era giunta a dar fuoco alla sede parigina della rivista con lancio di bombe molotov. “Hanno bruciato tutto ciò che facciamo. L'editoriale pubblicato non era contro i musulmani, né contro nessuno, ma solo un modo per dire che siamo in grado di ridere di qualsiasi cosa. Questa è la migliore prova della libertà e della democrazia”, le parole dell’attonito giornalista di Charlie Hebdo, Patrick Pelloux che non immaginava una reazione così violenta.

Anche l'homepage del sito era stata violata dagli hacker, la pagina Facebook inondata di insulti mentre i gestori del server avevano ricevuto minacce di morte. Luz ha consigliato di non giungere a conclusioni affrettate: "Occorre essere cauti” ha scritto il disegnatore “Ci sono molte ragioni per ritenere che l'attacco sia opera dei fondamentalisti ma potrebbe trattarsi anche dell'azione di un paio di ubriachi".

C’è da dire che a condannare l’attentato tra i primi è stato proprio il leader musulmano e presidente del Consiglio francese del culto islamico, Mohammed Moussaoui.

Personalità della sinistra francese e dell'intelligencija nordafricana hanno firmato un appello contro l’intolleranza religiosa. Eccolo in sintesi: “…il fondamentalismo religioso ha mostrato esplicitamente nelle ultime settimane a che punto arrivano i nemici di tre battaglie che abbiamo fatto nostre. La prima è quella per la democrazia, non dissociabile dal diritto assoluto alla blasfemia, vale a dire, diritto di criticare i dogmi sacri; la seconda è la battaglia per la laicità che non può sposarsi con la divisione dello spazio pubblico tra tanti dogmi diversi ma, al contrario, richiede il rifiuto di vedere la religione manipolata per scopi politici e, infine, la terza è la lotta per la convivenza, incompatibile con la guerra per convertire l’altro o l'ordinare a chicchessia di unirsi a comunità religiose chiuse che vivono in odio l’un l’altra e tutte contro l’ateismo”.