Generazione “Always on”: l’iperconnessione può divenire un virus sociale? Pareri discordanti di esperti di internet e delle psicologia umana

di Francesca Elia

Li chiamano Millennial, i figli dell’ultima generazione cresciuti con la costante presenza di internet e degli strumenti della moderna tecnologia. (Francesca Elia)

Millennials Sempre in connessione, alla ricerca delle informazioni dell’ultimo secondo, portati ad una semplificazione della propria esistenza. Google, wazzup, twitter, tutto è sempre più a portata di mano, dal proprio computer, palmare o cellulare si può entrare in contatto col mondo e trovare soluzioni ai propri problemi. Le conseguenze prodotte da questa web-life dividono i pensieri di scienziati, psicologi, insegnanti ed esperti di internet. Una ricerca svolta dall’ Elon University e da Pew Internet Project dimostra che gli effetti dell'utilizzo costante della rete influenza gli stili di vita dei giovani.

Questo “nuovo” stile di vita, che si diffonderà sempre più nei prossimi decenni, potrebbe incentivare lo sviluppo di un’intelligenza più attiva, in grado di recepire in tempo immediato le informazioni esterne e produrre risposte positive. Il problema sta nell’eccessiva semplificazione della vita, offertaci dalla tecnologia, che causa anche problemi di sedentarietà. Per cercare un libro, un elettrodomestico o un vestito non si è costretti ad uscire di casa, basta un click. Spesso i giovani ritrovano nella propria stanza tutto ciò di cui necessitano, chiudendosi al mondo esterno. La soluzione è insegnare ai giovani il corretto uso della tecnologia che fa parte ormai della quotidianità. Tiffany Shlain, regista del film "Connected" e fondatrice dei Webby Awards afferma che "quello che distinguerà perdenti e vincitori sarà la capacità di collocare l'attenzione in maniera bilanciata in questo nuovo ambiente digitale".

Educare i propri figli per non renderli parassiti iperconnessi .Secondo Scott Belsky l’uomo da sempre sente il bisogno d’essere connesso, temendo il vuoto e la solitudine. Belsky indica infatti 5 soluzioni al problema dell’iperconnessione: l’istituzione di giornate offline, la pianificazione di pause per riflettere durante il giorno, la meditazione, la conoscenza di sé e delle proprie insicurezze, l’attenzione alla non-intenzionalità cioè lasciarsi guidare da stimoli inaspettati. La generazione “AO” ha bisogna di una guida che possa aiutarli ad evitare un abuso della rete, per non diventare fragili e incapaci di vivere in toto.