L'Isola del Giglio diventa l'isola dell’orrore

di Alessandra Barone

Dopo il garage dei Misseri ad Avetrana, dove è stata uccisa la piccola Sarah Scazzi, dopo la strage di Erba, e dopo il delitto di Cogne adesso lo scenario del turismo dell’orrore si è spostato all’isola del Giglio. (Alessandra Barone)

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Non si placano i turisti che arrivano sul luogo dove la nave della Costa è affondata, per immortalarsi in una foto con alle spalle il relitto, quasi a dimenticare che in questa tragedia hanno perso la vita 32 persone , tra cui bambini, e che si cercano ancora dei dispersi. Addirittura notizia delle ultime ore, il sindaco della città è dovuto intervenire nei confronti di un negoziante che vendeva cartoline con le foto della nave affondata a 0,50 centesimi di €. Assurdo pensare di speculare cosi tanto su una tragedia come questa, ed ancora agenzie che hanno ben pensato di organizzare una  gita a pagamento per visitare il luogo.

Oramai il turismo dell’orrore fa tendenza. Nessuno arriva all’isola del Giglio, con rispetto e pudore per la sofferenza delle famiglie delle persone decedute in questa tragedia, nessuno che pensa di porgere un fiore per Dyana, la bambina di 5 anni morta insieme al suo papà. I turisti dell’orrore arrivano armati di macchinette e video camere e calpestano i valori di un tempo lasciando spazio al cinismo, calpestano il dolore di tutti solo per avere una foto o un video con la nave cosidetta “ della vergogna” .

In molti dicono che il turismo dell’orrore venga alimentato dai media, dalla tv che ci presenta programmi per giorni interi dove l’argomento resta sempre lo stesso, aumentando così la curiosità degli spettatori. A nostro parere è una giustificazione poco intelligente, ormai è diventato costume dare la colpa di azioni non belle, ai media ed alla televisione, la realtà è che ormai davanti ad una  tragedia del genere è triste pensare che ci sono molte persone capaci di essere così poco sensibili da calpestare la sofferenza di tanti.