Dispersione scolastica: Italia al 19%; Napoli maglia nera. Invertire la tendenza

di Francesco Cannone

Ogni individuo ha diritto all'istruzione, gratuita e obbligatoria almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali e accessibile a tutti sulla base del merito per le classi superiori. Lo recita la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo (art.26), nel quadro globale di una piena libertà, eguaglianza e dignità degli uomini (art.1). Ma all'affermazione ideale troppo spesso corrisponde una negazione reale. (Francesco Cannone)

dispersione_scolastica In Italia, dopo oltre 40 anni, risuonano ancora troppo forti e attuali la voce di don Lorenzo Milani e la lezione della sua scuola di Barbiana, che con la celeberrima “Lettera ad una professoressa”, edita nel non lontano 1967, contestarono i meccanismi della “scuola di Stato”, palesemente discriminatoria, selettiva e classista, istituzione dominante nel mantenimento della stratificazione sociale che spinge i più svantaggiati socialmente e culturalmente alla dispersione scolastica, ancora oggi troppo alta nonostante i notevoli progressi fatti nella direzione dell'inclusione sociale.

La maglia nera spetta a Napoli, dove – come s'evince da una recente ricerca promossa dalla Fondazione Adone Zoli di Napoli e dall'Istituto San Pio V di Roma, i cui risultati sono pubblicati nel volume “Il fenomeno della dispersione scolastica e il degrado socio-economico come fattore discriminante nell'Italia Meridionale: il caso Napoli” - i dati sono davvero allarmanti: l'abbandono scolastico riguarda oltre il 10% dei 15.383 studenti iscritti al 1° anno di scuole superiori ed è alto anche il tasso di bocciature che, sempre al primo anno, riguarda almeno 1 studente su 5, il 22,6%. Altrettanto preoccupante è il tasso di abbandono scolastico negli anni successivi, circa il 5%, e sempre alto resta il numero di bocciature, il 15% circa. Picchi di abbandono scolastico si registrano soprattutto nei quartieri della periferia est e nord: Ponticelli, Barra, San Giovanni a Teduccio, Miano, Secondigliano, San Pietro a Patierno, Piscinola, Marianella, Chiaiano e Scampia. Ma il fenomeno non risparmia il cuore del capoluogo partenopeo e le centralissime aree di Mercato, Pendino, Avvocata, Montecalvario, San Giuseppe e Porto. Nel complesso, in base ad un altro recente studio condotto dal Censis nell'ambito del progetto Di.Sco.Bull, la fuga dai banchi napoletani, concentrata soprattutto negli istituti professionali e tecnici, raggiunge l'inaccettabile percentuale del 35 %, a fronte del 29 di Caserta, del 24 di Salerno, del 17 di Benevento e del 15 di Avellino. In Campania il 23 % dei ragazzi tra i 18 e i 24  hanno al massimo la licenza media.

La situazione deve cambiare: “ Anche un’unica persona che lascia la scuola è una persona di troppo”, affermò lo scorso 19 gennaio, presso l'Istituto d’Istruzione Superiore “Sannino-Petriccione” di Ponticelli, il Commissario Europeo per la Politica regionale Johannes Hahn, annunciando misure imponenti in termini di fondi da parte dell’Ue per ridurre il fenomeno: 1miliardo di € (in particolare per migliorare le strutture, l'equipaggiamento tecnologico, l'efficienza energetica, il collegamento scuola-lavoro, l'apprendimento delle lingue straniere e la formazione) sui 3 totali previsti dal piano d'azione per la coesione, inviato in dettaglio a Bruxelles dall'Italia lo scorso 15 dicembre. Uno degli obiettivi strategici dell’Ue è sicuramente quello di ridurre la dispersione scolastica: le politiche strategiche denominate “Europa 2020” puntano a ridurre il tasso di abbandono a meno del 10%, con almeno il 40% dei giovani laureati o diplomati. Ma per ora il dato italiano sulla dispersione resta del 19%.

Grazie alla riprogrammazione di fondi già iscritti a bilancio per un valore totale di 2,343 miliardi effettuata dal Governo Monti e annunciata il 12 maggio, sono in arrivo altri 102 milioni di € per combattere insieme abbandono prematuro della scuola e criminalità giovanile, perché le cause sono le stesse: povertà ed emarginazione. I ministeri dell'Istruzione e dell'Interno uniranno forze e fondi per finanziare progetti pilota in cento quartieri difficili del Mezzogiorno, dallo Zen di Palermo a San Giovanni a Teduccio a Napoli. Gli interventi dureranno due anni e sosterranno ragazzi e famiglie dentro e fuori le classi: orientamento, aiuto ai genitori, una seconda opportunità per chi ha lasciato, ma anche realizzazione di impianti sportivi, laboratori artistici e altri spazi di socializzazione.

Luca Mullanu, coordinatore provinciale napoletano della Fgci, evidenzia che il fenomeno riguarda soprattutto zone periferiche ad alta densità di attività camorristiche, sostenendo che “ ci vogliono politiche di welfare che garantiscano i servizi essenziali alle famiglie disagiate. Bisogna investire (e non tagliare) sul piano nazionale nell'istruzione pubblica, si deve abbattere il caro libri usufruendo del comodato d'uso e istituire una tariffa che vada verso l'idea di gratuità del trasporto pubblico per agevolare gli studenti e le studentesse che utilizzato tale servizio. Servono  piani di riqualificazione del territorio e progetti scolastici alternativi (teatro, musica, danza e sport) “.

La dispersione scolastica è una “Barbiana negata”. Rappresenta tutto ciò che combatteva don Lorenzo Milani. Egli, nel segno della Costituzione, non chiedeva - e avrebbe continuato a chiedere - che più istruzione: l'istruzione del doposcuola, del tempo pieno, una scuola per tutti orientata alla presa di coscienza civile e sociale, in cui essere protagonisti e partecipi, liberi e consapevoli.